Venerdì, 08 Dicembre 2023

Gravidanza sicura dopo la diagnosi di carcinoma mammario per le donne con variante germinale di BRCA

A cura di Fabio Puglisi

Le giovani donne affette da carcinoma mammario e portatrici di varianti germinali nei geni BRCA1 o BRCA2 affrontano sfide uniche riguardanti la fertilità. Studi precedenti hanno dimostrato fattibilità e sicurezza della gravidanza dopo la diagnosi di carcinoma mammario. Tuttavia, vi era la necessità di acquisire dati più solidi relativamente alle pazienti portatrici di alterazioni di BRCA. Uno studio su quasi 5000 pazienti, capitanato dal prof. Matteo Lambertini, ha valutato l'incidenza cumulativa della gravidanza e la sopravvivenza libera da malattia in giovani donne con varianti germinali di BRCA.

Lambertini M, et al. Pregnancy After Breast Cancer in Young BRCA Carriers: An International Hospital-Based Cohort Study. JAMA 2023 (Epub ahead of print)

Una parte significativa di giovani donne con recente diagnosi di carcinoma mammario ha un desiderio di maternità e intende pianificare una gravidanza. Più del 12% di queste pazienti è portatrice di una variante patogenica germinale nei geni BRCA1 e/o BRCA2. Il counseling riproduttivo per le donne BRCA carrier è particolarmente complesso, considerando la paura psicologica di trasmettere la variante patogenica alla prole, il possibile impatto negativo della alterazione di BRCA sulla riserva ovarica e sulla potenziale fertilità, e l'indicazione a sottoporsi a interventi chirurgici preventivi delle ovaie in giovane età a causa dell'aumentato rischio di carcinoma ovarico.

Inoltre, sebbene diversi studi abbiano dimostrato la sicurezza del concepimento dopo il completamento del trattamento per il carcinoma mammario, le evidenze per le BRCA carrier sono molto limitate. Esistono preoccupazioni sulla sicurezza materna e fetale del concepimento dopo il carcinoma mammario a causa dell'aumento degli ormoni durante la gravidanza, che potrebbe aumentare il rischio di recidiva del carcinoma mammario e degli effetti negativi possibili sul feto dovuti alla precedente esposizione delle donne e dei loro organi riproduttivi alle terapie antitumorali.

Il presente studio si è prefisso di indagare l'incidenza cumulativa di gravidanza dopo carcinoma mammario e gli outcome riproduttivi e della patologia tumorale in donne BRCA carrier.

Disegno: Studio retrospettivo di coorte internazionale, multicentrico, condotto in 78 centri a livello globale. Lo studio ha incluso donne con diagnosi di carcinoma mammario invasivo all'età di ≤40 anni, tra gennaio 2000 e dicembre 2020, che presentavano varianti patogeniche germinali in BRCA1 e/o BRCA2

Esposizione: Gravidanza dopo il carcinoma mammario.

Endpoint primari: incidenza cumulativa della gravidanza dopo il carcinoma mammario e disease-free survival. 

Endpoint secondari: breast cancer-specific survival, overall survival, esiti di gravidanza, fetali e ostetrici.

Delle 4732 portatrici di varianti germinali di BRCA, 659 hanno avuto almeno una gravidanza dopo il carcinoma mammario e 4073 no. 

Età mediana alla diagnosi nell'intera coorte: 35 anni (IQR, 31-38 anni). 

Incidenza cumulativa della gravidanza a 10 anni: 22% (IC 95%, 21%-24%)

Tempo mediano dalla diagnosi del carcinoma mammario al concepimento: 3.5 anni (IQR, 2,2-5,3 anni). 

Aborti: tra le 659 pazienti che hanno avuto una gravidanza, 45 (6.9%) e 63 (9.7%) hanno avuto un aborto provocato o un aborto spontaneo, rispettivamente. 

Parti: fra le 517 pazienti (79.7%) che hanno completato la gravidanza, 406 (91%) hanno partorito a termine (≥ 37 settimane) e 54 (10.4%) hanno avuto gemelli. 

Salute dei neonati: fra i 470 neonati nati con informazioni conosciute sulle complicanze della gravidanza, 4 (0.9%) presentavano anomalie congenite documentate. 

Il follow-up mediano è stato di 7.8 anni (IQR, 4.5-12.6 anni). 

Non è stata osservata alcuna differenza significativa in DFS tra pazienti con o senza gravidanza dopo il carcinoma mammario (hazard ratio aggiustato, 0.99; IC 95%, 0.81-1.20). Fra le pazienti che hanno avuto una gravidanza sono state osservate breast cancer-specific survival e overall survival migliori.

Dall’analisi di un campione molto più ampio rispetto a studi precedenti è stato possibile ricavare informazioni molto importanti riguardo alla sicurezza della gravidanza dopo una diagnosi di carcinoma mammario in donne portatrici di varianti patogeniche germinali di BRCA.

Circa il 22% delle donne portatrici di varianti patogeniche germinali di BRCA ha concepito entro i 10 anni dalla diagnosi di carcinoma mammario e la gravidanza successiva non ha mostrato associazioni sfavorevoli con la prognosi materna o con l’outcome fetale.

L'incidenza cumulativa della gravidanza osservata nello studio è più elevata rispetto a quanto riportato in precedenza nelle donne con pregressa diagnosi di carcinoma mammario. Questo potrebbe essere dovuto all'età più giovane delle pazienti BRCA carrier al momento della diagnosi e alla priorità data alla gravidanza prima di sottoporsi a interventi chirurgici preventivi delle ovaie durante gli anni riproduttivi.

Le donne con carcinoma mammario HR+ hanno mostrato una minore incidenza cumulativa di gravidanza e un periodo più lungo dalla diagnosi al concepimento, in gran parte a causa dell'uso di terapie endocrine che possono controindicare la gravidanza.

Tuttavia, il 60% delle gravidanze nelle pazienti con tumori HR+ è avvenuto entro 5 anni dalla diagnosi, e oggi siamo più confidenti in merito alla sicurezza della sospensione temporanea della terapia endocrina quando si pianifica una gravidanza.

L'80% delle gravidanze nelle donne BRCA carrier è avvenuto più di 2 anni dopo la diagnosi, con tassi di complicanze della gravidanza in linea con quelli attesi in una popolazione di donne della stessa età senza storia di carcinoma mammario.

La maggior parte delle gravidanze è avvenuta spontaneamente nonostante la precedente chemioterapia, con un rischio relativamente basso di insufficienza ovarica prematura indotta dal trattamento.

Lo studio ha dimostrato che la gravidanza dopo il carcinoma mammario nelle portatrici di BRCA non ha alcun impatto sfavorevole sulla prognosi della madre.