Miscellanea
Sabato, 10 Agosto 2019

Quote rosa nella ricerca oncologica

A cura di Fabio Puglisi

Sebbene la rappresentanza femminile in vari ambiti della medicina sia in crescita, non è chiaro se le donne siano adeguatamente presenti fra i leader accademici e come si collochino in termini di produzione scientifica.

Ludmir EB, et al. Women's Representation Among Lead Investigators of Clinical Trials in Oncology. JAMA Oncol 2019 [Epub ahead of print]

 

Uno studio ha valutato la presenza femminile fra gli autori principali di studi randomizzati di fase III in ambito oncologico, riflettendo sul presupposto che la leadership nella ricerca scientifica possa influenzare l’affermazione professionale (es. promozione e mantenimento di posizioni lavorative; accesso a fondi, ecc.)

È stata quindi quantificata la proporzione di trial a guida femminile e sono stati analizzati i fattori associati con il ruolo di corresponding author assegnato a una donna.

Ai fini dello studio, in novembre 2017, è stata effettuata una ricerca su ClinicalTrials.gov per identificare i trial randomizzati di fase III in ambito oncologico, utilizzando i seguenti parametri:

  • Campo -other terms-, ricerca per “cancer”;
  • Campo -study type- ricerca per “All Studies”;
  • Campo -status excluded- ricerca per “Not yet recruiting”;
  • Campo -phase- ricerca per “Phase 3”;
  • Campo -study results- ricerca per “WithResults.”

In tal modo, sono stati identificati 1239 trial e, di questi, stati esclusi quelli senza pubblicazione dei risutati relativi all’endpoint primario.

In totale, 598 studi hanno soddisfatto i criteri di inclusione, con pubblicazione dei risultati tra il 2003 e il 2018. Fra tutti gli studi analizzati, 107 (17.9%) avevano una donna come corresponding author.

  • Percentuali più basse delle quote rosa sono stata osservate tra i trial dell’Industria (14.4% [n = 67 su 465] vs 30.1% [n = 40 su 133]; P < .001), a differenza di una maggiore rappresentanza femminile fra i trial dei gruppi cooperativi (25.9% [n = 48 su 185] vs 14.3% [n = 59 su 413]; P = .001).
  • In termini di studi patologia-specifici, il coinvolgimento delle donne è apparso maggiore negli studi sul carcinoma mammario e sui tumori del distretto cervico-faciale. Viceversa, tassi più bassi sono stati osservati negli studi relativi alle patologie gastrointestinale, genitourinaria ed ematologica.
  • Più donne sono state coinvolte nei trial di radioterapia e di terapia di supporto, viceversa nessun corresponding author in rosa è stato osservato nei trial di chirurgia.
  • In termini geografici, è emersa una maggiore percentuale di autrici corrispondenti negli Stati Uniti rispetto ai restanti Paesi.

Va notato che le quote rosa sono cresciute in modo significativo nel tempo (P = .04), con un incremento annuale stimato dell’1.2% (95% CI, 0.1%-2.3%).

Da una analisi degli studi randomizzati di fase III di pertinenza oncologica pubblicati tra il 2003 e il 2018, emerge che le donne assumono il ruolo di corresponding author in circa il 18% dei casi.
Il coinvolgimento negli studi è in graduale aumento con un stima pari all’1.2%, vicina alla stima dell’1% relativa all’incremento annuo dei ruoli accademici di oncologo o ematologo ricoperti da donne.
Tuttavia, in termini assoluti e confrontando sullo stesso periodo, la rappresentanza delle donne negli studi è ancora sensibilmente inferiore rispetto alla percentuale di donne con il ruolo di oncologo (range, dal 27% nel 2000 fino al 39% nel 2015).

L’approfondimento dei determinanti di un maggiore o minore coinvolgimento delle donne nella conduzione di studi oncologici è indubbiamente importante per comprendere le ragioni del divario di genere e, al contempo, introdurre i dovuti correttivi.