Miscellanea
Mercoledì, 25 Giugno 2014

Psicostimolanti e cancer-related fatigue? E' soltanto un effetto placebo.

A cura di Fabio Puglisi

Uno studio randomizzato, placebo-controlled, analizza il ruolo di modafinil nel trattamento della cancer-related fatigue di pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule.

Spathis A, et al. Modafinil for the treatment of fatigue in lung cancer: results of a placebo-controlled, double-blind, randomized trial. J Clin Oncol 2014;32:1882-8.

La fatigue è un sintomo di cui soffre fino al 60% dei pazienti oncologici e che interferisce significativamente sulla qualità di vita. Sebbene agenti psicostimolanti quali il modafinil e il metilfenidato vengano utilizzati per il trattamento della cancer-related fatigue, la base scientifica a sostegno di tale indicazione è molto limitata. Uno studio ha valutato efficacia e tollerabilità di modafinil nel trattamento della fatigue in pazienti con carcinoma non a piccole cellule del polmone con performance status da 0 a 2 e che non avevano ricevuto chemioterapia o radioterapia nelle 4 settimane precedenti. Attraverso un disegno randomizzato, ai pazienti veniva assegnata la terapia sperimentale con modafinil (100 mg die nei giorni 1-14; 200 mg die nei giorni 15-28) o il placebo. Principale misura di outcome: variazioni dal giorno 1 al giorno 28 nello score del Functional Assessment of Chronic Illness Therapy (FACIT)-Fatigue aggiustato per la fatigue al basale e per il performance status.

In totale, 208 pazienti sono stati randomizzati e 160 (modafinil, n = 75; placebo, n = 85) hanno completato i questionari al basale e al 28° giorno. Lo score FACIT-Fatigue è migliorato sia con il modafinil (5.29; 95% IC, 2.57-8.02) che con il placebo (5.09; 95% CI, 2.54-7.65), ma non sono emerse differenze significative tra i due trattamenti (Delta: 0.20; 95% IC, -3.56-3.97). Inoltre, il 47% dei pazienti trattati con modafinil e il 23% dei pazienti trattati con placebo ha dichiarato l'inutilità del trattamento.

Il modafinil non si è dimostrato vantaggioso nel trattamento della cancer-related fatigue e non dovrebbe essere prescritto con tale indicazione. I benefici osservati con l'agente psicostimolante sono da attribuire ad un effetto placebo.

Inoltre, precedenti studi randomizzati, placebo-controlled, avevano fallito nel dimostrare un effetto sulla fatigue con l'impiego di metilfenidato, un inibitore del reuptake della dopamina e della norepinefrina, impiegato nel trattamento della narcolessia. 


E allora? Quali interventi farmacologici potrebbero aiutare nella gestione della cancer-related fatigue?

  • Una riduzione della fatigue, sebbene di breve durata, è stata osservata in pazienti con malattia avanzata trattati con desametasone 4 mg die per 14 giorni.
  • Il ginseng americano (Panax quinquefolius), in forma pura, è risultato sicuro e in grado di ridurre la cancer-related fatigue se somministrato alla dose di 1000 mg due volte al giorno. Un caveat è rappresentato dal fatto che non esiste una regolamentazione sulla produzione del ginseng, con possibile inconsistenza nel dosaggio e con il rischio di non garantire la purezza.

E quali interventi non farmacologici?

  • L'esercizio aerobico durante o dopo la terapia antitumorale si è rivelato vantaggioso come riportato da una recente overview Cochrane. La maggior parte degli studi sull'attività fisica è stata condotta su pazienti con patologia mammaria o prostatica e ha dimostrato che un esercizio aerobico moderatamente intenso (55%-75% della frequenza cardiaca massima) per 10-90 minuti, da 3 a 7 giorni per settimana, può produrre un beneficio, sebbene di modesta entità. 
  • Potenziali benefici sono stati ottenuti con la pratica dello yoga.