Miscellanea
Sabato, 28 Ottobre 2017

Gli impegni del medico: la dichiarazione di Ginevra nel 2017

A cura di Massimo Di Maio

E’ stata pubblicata la versione emendata della dichiarazione di Ginevra della World Medical Association: la versione “moderna” del giuramento di Ippocrate ricorda a tutti i medici alcuni aspetti essenziali del proprio impegno professionale

Parsa-Parsi RW. The Revised Declaration of Geneva. A Modern-Day Physician’s Pledge. JAMA. Published online October 14, 2017. doi:10.1001/jama.2017.16230

A distanza di circa 10 anni dalla precedente pubblicazione, e quasi 70 anni dopo la prima edizione, è stata pubblicata nel mese di ottobre 2017 la versione emendata della Dichiarazione di Ginevra della World Medical Association.

Come noto, la “dichiarazione di Ginevra” venne adottata dall'Assemblea della World Medical Association a Ginevra nel 1948. E stata successivamente emendata nel 1968, nel 1984, nel 1994, nel 2005 e nel 2006.

Il documento rappresenta una dichiarazione dei principi a cui deve ispirarsi il medico nell’esercizio della propria professione, particolarmente attenta agli aspetti etici. Questo non sorprende, visto che nacque pochi anni dopo i crimini nazisti. D’altra parte, la medicina si è molto evoluta rispetto a 70 anni fa, ed una periodica revisione della dichiarazione appare necessaria, perché il dcoumento rimanga attuale.

Con questo spirito, la precedente versione è stata sottoposta ad un lungo processo di revisione, durato circa 2 anni, in cui sono stati recepiti tutti i commenti e le proposte di modifica, al fine di rendere più moderno il testo della dichiarazione.

Ecco il testo della nuova versione della Dichiarazione:

Come membro della professione medica:

  • Mi impegno solennemente a dedicare la mia vita al servizio dell’umanità;
  • La salute e il benessere dei miei pazienti saranno la mia prima preoccupazione;
  • Rispetterò l’autonomia e la dignità dei miei pazienti;
  • Manterrò il massimo rispetto per la vita umana;
  • Non permetterò che considerazioni su età, malattia o disabilità, credo, origine etnica, sesso, nazionalità, affiliazione politica, razza, orientamento sessuale, stato sociale, ed ogni altro fattore, interferiscano tra il mio dovere ed i miei pazienti;
  • Rispetterò i segreti che mi sono confidati, anche dopo la morte del paziente;
  • Svolgerò la mia professione con coscienza e dignità, nel rispetto della buona pratica medica;
  • Rispetterò l'onore e la nobile tradizione della professione medica;
  • Darò ai miei insegnanti, ai miei colleghi e agli studenti il rispetto e la gratitudine che gli è dovuta;
  • Dividerò con gli altri la mia conoscenza medica, a vantaggio del paziente e dell’avanzamento della qualità dell’assistenza;
  • Mi prenderò cura della mia salute, del mio proprio benessere e delle mie abilità, per garantire il più elevato standard di cura;
  • Non userò la conoscenza medica per violare i diritti umani e le libertà civili, anche sotto minaccia;
  • Ho fatto queste promesse solennemente, liberamente e sotto il mio onore.

 

Le modifiche rispetto alla precedente versione della dichiarazione di Ginevra sono molto interessanti, e si tratta di una lettura sicuramente importante anche per gli oncologi.

Molto interessante l'articolo “Viewpoint” di JAMA che, oltre a riportare il testo emendato, illustra nel dettaglio il significato delle principali modifiche rispetto alla precedente edizione.

Nelle precedenti versioni del documento, a differenza della Dichiarazione di Helsinki e altri documenti analoghi, mancava un esplicito riconoscimento del diritto di auto-determinazione del paziente. E' stata quindi aggiunta l'affermazione "Io mi impegno a rispettare l'autonomia e la dignità del paziente".

La frase "Io mi impegno a praticare la mia professione con coscienza e dignità" è stata completata con "in accordo con la buona pratica medica", al fine di sottolineare esplicitamente l'importanza del rispetto degli standard sia etici che professionali.

La frase che invoca il rispetto e la gratitudine per i propri insegnanti è stata completata, estendendo tale rispetto anche agli studenti, sottolineando la reciprocità che deve ispirare il rapporto professionale ed umano tra chi insegna e chi impara la professione. Anche i colleghi sono citati in questa stessa frase, mentre nelle precedenti versioni l’affermazione recitava “i miei colleghi sono come fratelli e sorelle”: tale frase è stata ritenuta un po’ superata (nello stile più che nella sostanza), e quindi il rispetto per i colleghi è stato elencato accanto a quello per gli insegnanti e gli studenti.

Infine, è stato inserito un riferimento al rispetto della salute e del benessere del medico: "Io mi impegno a prendermi cura della mia salute, del mio benessere e delle mie abilità, al fine di garantire il più elevato standard di cura". Gli autori delle modifiche sottolineano che tale esplicito riferimento è apparso doveroso, tenendo conto dell'aumento dei carichi di lavoro e dello stress cui sono sottoposti i medici, che può influenzare negativamente la qualità dell'assistenza ai pazienti. Purtroppo, le condizioni di lavoro che minano il benessere e la qualità di vita del medico sono spesso indipendenti dalla propria volontà, e bisogna quindi sperare che i fattori esterni che condizionano il lavoro consentano effettivamente al singolo medico di rispettare questo punto della dichiarazione.