Miscellanea
Giovedì, 08 Febbraio 2018

Che faccio, arrotondo?

A cura di Giuseppe Aprile

L’HOPA (Hematology Oncology Pharmacy Association) non solo riconosce la possibilità di “arrotondare” il dosaggio della prescrizione di farmaci antitumorali, ma la incoraggia, confermando che il dose-rounding permette elevati risparmi a isorisorse e senza compromettere l’efficacia dei trattamenti.

Fahrenbruch R, et al. Dose rounding of biologic and cytotoxic anticancer agents: a position statement of the Hematology/Oncology Pharmacy Association. J Oncol Pract. 2018 Feb 5 (epub ahead of print)

L’HOPA (Hematology Oncology Pharmacy Association) è un’associazione non governativa di professionisti americani - ufficialmente fondata nel 2004-, che riconosce come sua esplicita mission “to reduce the burden of cancer on society and promote optimal, cost-effective care for those affected by cancer”.

Recentemente, l’associazione ha sposato un’importante causa di possibile spreco in sanità (in particolare in oncologia), quella del dose-rounding, definite come una limitata variazione percentuale della dose di farmaco prescritta non determinate da tossicità o intolleranza ma decisa a priori come misura di cost-saving per la minimizare lo spreco del (costoso) principio attivo. Sebbene alcuni centri abbiano autonomamente creato delle policies locali per disciplinare un dose-rounding del 5-10%, giudicato non influente sull’outcome del paziente, mancava una visione di insieme. Le policies, infatti, hanno valenza locale o regionale e possono tenere conto di diversi fattori: il setting di cura (adiuvante vs metastatico), la linea di trattamento (prima vs ennesima), la tipologia di principio attivo (antiblastico vs trattamento biologico).

In questo panorama, l’obiettivo del lavoro recentemente pubblicato è proprio quello di servire come linea guida per la creazione di policies locali ovvero per l’implementazione di quelle già in essere.

Lo Standards Committee dell’HOPA ha radunato farmacisti con specifica esperienza in oncologia che, dopo una puntuale ricerca in letteratura, hanno condiviso una serie di raccomandazioni divise in capitoli, che spaziano dalle indicazioni per il dose-rounding di differenti principi attivi (anticorpi monoclonali vs chemioterapici endovenosi vs o terapie orali) ai potenziali limiti del dose-rounding e includono dei suggerimenti pratici per l’implementazione locale di policies ad hoc.

Raccomandazioni per il dose-rounding di anticorpi monoclonali:

1. La dose di anticorpi monoclonali e farmaci biologici può essere arrotondata fino al 10% di quella prescritta. Indicazione ad approssimarsi alla più vicina fiala in dipendenza della stabilità del farmaco (in caso di sottodosaggio non è attesa una perdita di efficacia, in caso di sovradosaggio – accettabile fino al 5% - non è atteso un incremento di tossicità).

2. Nel caso di anticorpo monoclonale associate a un chemioterapico (es: ado-trastuzumab emtansine, TDM-1), l’arrotondamento di dose può seguire sia le raccomandazioni per gli anticorpi monoclonali che quello per I chemioterapici, secondo quale sia il più conveniente

Raccomandazioni per il dose-rounding di chemioterapici tradizionali:

1. Le dosi di chemioterapici tradizionali somministrati per via endovenosa possono essere arrotondate fino al 10% della dose prescritta; vi sono meno evidenze sulla riduzione di dose di combinazioni di antiblastici ma è ragionevole supporre un dose-rounding del 5-10% sia ininfluente. Sebbene la dose calcolata si basi sul peso del paziente o sulla sua superficie corporea, l’effetto del rounding (5-10%) sulla AUC sarebbe compensato dal grado di variabilità farmacocinetica tra pazienti che in ultima analisi determina l’esposizione sistemica al farmaco e il suo effetto.

2. Se il chemioterapico è somministrato per os è utile limitare l’uso di multipli dosaggi per evitare confusione e aumentare la compliance. Molti dei trattamenti includono già in scheda tecnica un arrotondamento in base alla superficie corporea.

Potenziali limitazioni del dose-rounding e implementazioni di policies locali

1. Sulla base dei dati di letteratura, HOPA non consiglia differenti soglie di dose-rounding in dipendenza del setting di trattamento. Una variazione di dose di +/- 10% non impatterebbe negativamente né sulla sicurezza né sull’efficacia.

2. E’ importante le Direzioni Ospedaliere istituiscano un gruppo di lavoro locale per condividere la policy del dose-rounding (farmacisti e oncologi); è importante sia riportato nel foglio prescrittivo l’avvenuto arrotondamento % di dose in accordo alla policy condivisa, se possibile in automatico con l’ausilio di un sistema di ausilio alla prescrizione elettronica.

3. Non sono candidabili al dose-rounding pazienti con disfunzione severa d’organo, ECOG PS 2-3, molti precedenti trattamenti o con deficit enzimatici genetici (per il rischio di tossicità) o pazienti arruolati in un trial clinico (per il rischio di violazione del protocollo). Va usata cautela nel dose-rounding di pazienti in cui la dose del farmaco è stata in precedenza ridotta per tossicità.

In un’epoca di rapidissima crescita della spesa per farmaci oncologici, il lavoro permette di focalizzare l’attenzione su un importante tema generale (il cost-saving) e codifica semplici raccomandazioni che aiutano a implementare nella pratica clinica una strategia tesa al risparmio farmaceutico a isorisorse, ancora più convincente qualora il non speso fosse poi reinvestito nella stessa area terapeutica.

Importante anche ricordare che il dose-rounding ha un valore etico e sociale e non un diretto impatto sul singolo paziente: una variazione del +/- 10%, infatti, non è intesa per aumentare l’attività né per migliorare la tolleranza, che richiederebbero una modifica di dose sostanzialmente differente.

Peccato il lavoro non abbia accennato al tema del dose-banding, strategia di recente applicazione su larga scala in terra britannica (Mayor S. National Health Service England introduces dose banding. Lancet Oncol 2016).

Se interessati al tema vi consiglio anche:

a) Truong J, et al. The Impact of Cancer Drug Wastage on Economic Evaluations. Cancer 2017

b) Fasola G, et al. Drug waste minimization as an effective strategy of cost-containment in oncology. BMC Health Serv Res 2014

c) Leung C, et al. Financial Impact of Cancer Drug Wastage and Potential Cost Savings From Mitigation Strategies. JOP 2017