Miscellanea
Martedì, 10 Aprile 2018

La TC rivela quello che la bilancia non dice: composizione corporea, carcinoma mammario e prognosi

A cura di Fabio Puglisi

Quale relazione esiste tra composizione corporea (sarcopenia, qualità del tessuto muscolare e adiposità) e prognosi in pazienti con carcinoma mammario non metastatico?

Qualche indizio arriva da uno studio che ha impiegato software applicati alle immagini TC.

Caan BJ, et al. Association of Muscle and Adiposity Measured by Computed Tomography With Survival in Patients With Nonmetastatic Breast Cancer. JAMA Oncol 2018 [Epub ahead of print]

Le misurazioni della composizione corporea che valutano in modo distinto la distribuzione del tessuto adiposo e la quantità e/o qualità del tessuto muscolare possono migliorare la comprensione della relazione tra tali caratteristiche e prognosi in pazienti con tumore.

In passato, la DEXA (dual-energy radiograph absorptiometry) ha rappresentato lo strumento principale per tali valutazioni. Negli anni recenti, sono stati sviluppati software in grado di analizzare la composizione corporea attraverso le immagini acquisite con la TC (tomografia computerizzata), favorendo misurazioni su larga scala.

Il BMI (body mass index) calcolato come peso in kg diviso per l’altezza in m2 è l’indice più studiato per definire l’associazione tra obesità e sopravvivenza in donne con diagnosi di carcinoma mammario. L’evidenza scientifica disponibile (clinical trial e meta-analisi) ha consistentemente dimostrato che l’obesità di classe 2 o 3 (BMI >35) è associata con una prognosi peggiore.
Tuttavia, la relazione è meno chiara con livelli inferiori di obesità o con il sovrappeso. Un limite ipotizzato per il BMI è la sua incapacità nel distinguere tra componente adiposa e muscolare, entrambe correlate al peso corporeo ma associate con la prognosi in modo potenzialmente differente.
Un BMI basso può mascherare un eccesso di adiposità e, parimenti, un BMI alto può mascherare una riduzione di tessuto muscolare.

In pazienti con carcinoma mammario, alcuni studi, per lo più di piccole dimensioni, hanno evidenziato una relazione tra sarcopenia (massa muscolo-scheletrica ridotta) e aumento del rischio di morte.
Uno studio ha evidenziato una relazione tra bassa radiodensità muscolare (una misura della qualità del muscolo indicativa dei depositi di tessuto adiposo nelle fibre muscolari con interferenza nella funzione) e aumento del rischio di morte.

Per la prima volta, uno studio su larga scala utilizza le immagini TC per indagare la relazione tra diverse misure di composizione corporea (sarcopenia, adiposità, radiodensità muscolare) e prognosi in pazienti con carcinoma mammario non metastatico.

Disegno: studio osservazionale condotto su 3241 donne con diagnosi di carcinoma mammario in stadio II e III tra gennaio 2000 e dicembre 2013. Sono stati calcolati gli hazard ratio (HR) per valutare l’associazione tra mortalità per tutte le cause e sarcopenia, bassa radiodensità muscolare, e tessuto adiposo totale (TAT).
I modelli sono stati aggiustati per caratteristiche sociodemografiche, caratteristiche tumorali, body mass index (BMI), e altre misure di composizione corporea.

Lo studio è stato condotto su 3241 donne di età mediana pari a 54 anni (18-80) e i dati sono stati analizzati dopo un follow-up mediano di 6 anni.

In totale, uno stato di sarcopenia è stato riscontrato in 1086 pazienti (34%), e in 1199 pazienti (37%) è stata osservata una bassa radiodensità muscolare. Fra le pazienti con carcinoma mammario non metastatico, la presenza di sarcopenia è stata associata a una maggiore mortalità (HR, 1.41; 95% CI, 1.18-1.69) rispetto all’assenza di sarcopenia.

Inoltre, una mortalità più elevata è stata osservata anche fra le pazienti con più alto terzile di tessuto adiposo totale (TAT) (HR, 1.35; 95% CI, 1.08-1.69) rispetto alle pazienti con più basso terzile di TAT . Una radiodensità bassa non è risultata associata con la sopravvivenza.

Nelle diverse analisi diii sarcopenia e TAT, la maggiore mortalità è stata osservata in pazienti con sarcopenia e TAT elevato (HR, 1.89; 95% CI, 1.30-2.73); Il BMI da solo non è risultato associato alla mortalità e non ha identificato le pazienti a maggior rischio di morte in base alla composizione corporea.

In pazienti con diagnosi di carcinoma mammario, importanti informazioni prognostiche possono essere ricavate da una valutazione accurata della massa muscolare.

Uno stato di sarcopenia alla diagnosi è stato osservato in più di un terzo (34%) delle pazienti studiate e fra tutte le categorie di BMI.
La presenza di sarcopenia è risultata associata a un rischio di morte aumentato.

Il BMI è risultato un “proxy” del tessuto adiposo totale (TAT), rappresentando la somma del tessuto adiposo viscerale, sottocutaneo e intramuscolare. Fra le donne del più alto terzile di TAT il 18%, il 73% e quasi il 100% erano state classificate rispettivamente come sovrappeso, obese di classe I (BMI 30-35) e obese di classe ≥ 2 (BMI >35). Per inferenza, poiché solo i livelli più alti di TAT hanno predetto una maggiore mortalità, si spiega l’osservazione per cui l’associazione tra sovrappeso e obesità (sulla base del BMI) e prognosi sia risultata più debole.

L’identificazione di pazienti ad alto rischio perché sarcopeniche può indirizzare verso forme specifiche di intervento (tutte da dimostrare, compresi i supplementi proteici) con potenziale impatto sulla prognosi.