Patologia mammaria
Sabato, 07 Giugno 2014

Una nuova opzione terapeutica nel carcinoma mammario endocrino-responsivo in premenopausa

A cura di Fabio Puglisi

L'analisi combinata degli studi SOFT e TEXT afferma per la prima volta il ruolo di un inibitore dell'aromatasi nel trattamento adiuvante di donne in premenopausa con carcinoma mammario endocrinoresponsivo.

Pagani O, et al. Adjuvant Exemestane with Ovarian Suppression in Premenopausal Breast Cancer. N Engl J Med 2014; [Epub ahead of print]

 

La terapia adiuvante con inibitori dell'aromatasi, rispetto al trattamento con tamoxifen, migliora l'outcome di donne in stato postmenopausale con carcinoma mammario endocrinosensibile.
Due studi randomizzati di fase III, denominati rispettivamente SOFT e TEXT, hanno coinvolto di più di 5700 donne con carcinoma mammario ER e/o PgR positivo per rispondere al quesito sul ruolo degli agenti antiaromatasi in premenopausa.
Nel 2011 lo Steering Committee ha deciso di effettuare una analisi congiunta dei due trial al fine di favorire una più precoce maturazione dei risultati. Tale analisi ha incluso 4690 pazienti.
I trial TEXT e SOFT prevedevano l'assegnazione ad uno dei seguenti trattamenti:
• Tamoxifen con soppressione della funzione ovarica (T+OFS)
• Exemestane con soppressione della funzione ovarica (E+OFS)
• Tamoxifen in monoterapia (soltanto lo studio SOFT aveva questo braccio, non incluso nell'analisi combinata)
La soppressione della funzione ovarica è stata ottenuta mediante l'impiego di uno dei seguenti approcci: LHRH analogo (triptorelina), ooforectomia, irradiazione delle ovaie.

I risultati dell'analisi combinata sono stati presentati al meeting ASCO 2014 in sessione plenaria, ad un follow-up mediano di 5.7 anni e dopo 514 (11%) eventi di disease free survival (DFS). Le principali caratteristiche della popolazione studiata sono di seguito riportate:
• età mediana: 43 anni;
• stato linfonodale positivo: 42%;
• concomitante espressione di ER e PgR: 88%;
• stato di HER2 positivo: 12%;
• chemioterapia adiuvante: 57%.
Le donne che hanno ricevuto E+OFS hanno ottenuto un significativo vantaggio in DFS (HR=0.72; 95% IC 0.60-0.85; p=0.0002) rispetto alle donne trattate con T+OFS. In particolare, la DFS a 5 anni è stata pari a 91.1% vs 87.3% (E+OFS vs T+OFS). Inoltre, nelle pazienti che hanno ricevuto E+OFS sono state osservate una riduzione del rischio di recidiva mammaria (HR=0.66, 95% IC 0.55-0.80; p<0.0001) e una riduzione del rischio di recidiva a distanza (HR=0.78, 95% IC 0.62- 0.97; p=0.02).
Nessuna differenza significativa è emersa in overall survival (HR=1.14, 95% IC 0.86-1.51) fra i due trattamenti (OS a 5 anni in E+OFS vs T+OFS: 95.9% vs. 96.9%).
In termini di effetti collaterali, nel gruppo E+OFS è stata osservata una maggiore incidenza di artromialgie, osteoporosi, fratture ossee e sintomi menopausali (secchezza vaginale, perdita della libido, dispareunia). Di contro, fra le donne trattate con T+OFS vi è stato un maggiore riscontro di eventi tromboembolici, vampate di calore, sudorazione e incontinenza urinaria.

Nelle donne in premenopausa con carcinoma mammario potenzialmente endocrinosensibile,
la combinazione di soppressione della funzione ovarica e inibitore dell'aromatasi (exemestane) rappresenta una nuova opzione terapeutica nel setting adiuvante. La dimostrazione di un vantaggio assoluto del 4% rispetto al trattamento con soppressione ovarica e tamoxifen, riflette una riduzione in eventi locali, locoregionali, controlaterali e a distanza. E' rilevante notare che la maggioranza (60%) dei primi eventi (recidiva, secondi tumori invasivi, morti) si è manifestata con localizzazioni secondarie di malattia.