Patologia mammaria
Martedì, 18 Ottobre 2016

Quell'espressione un po' così...

A cura di Fabio Puglisi

...di HER2 mRNA.

Siamo alla ricerca di biomarcatori che predicano il beneficio da agenti anti-HER2 nel trattamento del carcinoma mammario HER2-positivo in stadio avanzato. Nella monotonia di un beneficio osservato nei diversi sottogruppi molecolari esaminati, una diversa espressione di HER2 mRNA offre qualche spunto interessante.

Kim SB, et al. Relationship between tumor biomarkers and efficacy in TH3RESA, a phase III study of trastuzumab emtansine (T-DM1) vs. treatment of physician's choice in previously treated HER2-positive advanced breast cancer. Int J Cancer 2016;139(10):2336-42. 

Nello studio di fase III TH3RESA (NCT01419197), 602 pazienti con carcinoma mammario HER2-positivo in stadio avanzato precedentemente trattate con chemioterapia a base di taxani e terapia anti-HER2 (trastuzumab e lapatinib nel setting avanzato), a seguito della randomizzazione, sono state assegnate a ricevere uno dei seguenti trattamenti:

  • trastuzumab emtansina (T-DM1)
  • trattamento a scelta del medico (treatment of physician’s choice: TPC)

Un beneficio statisticamente significativo in termini di progression-free survival (PFS) è stato osservato con l’impiego di T-DM1.

Uno studio traslazionale ha analizzato la relazione tra biomarcatori HER2-relati e PFS.

Biomarcatori valutati:

  • espressione di HER2 mRNA
  • espressione di HER3 mRNA
  • stato mutazionale di PIK3CA
  • espressione proteica di PTEN

Per i biomarcatori con valori continui (HER2, HER3, PTEN), i sottogruppi sono stati definiti utilizzando i valori mediani (> mediana e ≤ mediana).

In tutti i sottogruppi definiti sulla base dei biomarcatori, il valore mediano di PFS è risultato più lungo con T-DM1 vs. TPC.


Il beneficio in PFS osservato con T-DM1 vs. TPC è stato maggiore nel sottogruppo con HER2 mRNA > mediana (7.2 vs. 3.4 mesi; hazard ratio [HR] 0.40; 95% IC, 0.28–0.59; p < 0.0001) vs. il sottogruppo ≤ mediana (5.5 vs. 3.9 mesi; HR, 0.68; 95% CI, 0.49–0.92; p=0.0131).

Il beneficio con T-DM1 è risultato simile nei diversi sottogruppi HER3, PIK3CA e PTEN.

In linea con quanto osservato in altri studi, il T-DM1 non è influenzato dallo stato mutazionale di PIK3CA.

In una analisi multivariata in cui è stata testata l’interazione dell’espressione di HER2 mRNA riportata in termini logaritmici, le pazienti con livelli più alti di HER2 mRNA hanno avuto maggior beneficio dal T-DM1 (HR, 0.84; 95% IC, 0.75–0.94; p =0.0027).

L’analisi esploratoria dello studio di fase III TH3RESA mostra che, in pazienti con carcinoma mammario HER2-positivo in stadio avanzato e pretrattate con taxani e agenti anti-HER2 (trastuzumab e lapatinib), la PFS è più lunga con il T-DM1 rispetto al trattamento scelto dal clinico, indipendentemente dal sottogruppo molecolare esaminato.

Va notato che il maggiore beneficio in termini di PFS, ottenuto con l’impiego di T-DM1, è stato osservato nel sottogruppo di pazienti con espressione di HER2 mRNA sopra la mediana.

Inoltre, il beneficio derivante da T-DM1 non è inficiato dalla presenza di mutazioni attivanti di PIK3CA.