Patologia polmonare
Mercoledì, 12 Marzo 2014

Una metanalisi per dati individuali sintetizza i risultati degli studi di terapia neoadiuvante nel NSCLC

A cura di Massimo Di Maio

A fine febbraio 2014 sono stati pubblicati online su Lancet Oncology i risultati di una metanalisi per dati individuali dei pazienti, che sintetizza i risultati degli studi di chemioterapia neoadiuvante nei pazienti affetti da NSCLC operabile. La chemioterapia adiuvante è da vari anni considerata standard dalle linee guida AIOM e dalle principali linee guida internazionali, sulla base della dimostrazione di un prolungamento della sopravvivenza in vari studi randomizzati e metanalisi, mentre meno chiaro è il ruolo del trattamento neo-adiuvante.

NSCLC Meta-analysis Collaborative Group

Preoperative chemotherapy for non-small cell lung cancer: a systematic review and meta-analysis of individual participant data

Lancet Oncol 2014, Feb 25 [Early online publication]

La metanalisi è stata realizzata raccogliendo i dati individuali dei pazienti affetti da NSCLC operabile inseriti negli studi randomizzati, sia pubblicati che non pubblicati, di confronto tra sola chirurgia (braccio di controllo) e chemioterapia neoadiuvante seguita da chirurgia (braccio sperimentale).

Endpoint primario dell'analisi era la sopravvivenza globale. Altri endpoints erano la sopravvivenza libera da recidiva, il tempo alla recidiva loco-regionale e a distanza, la sopravvivenza specifica per tumore del polmone, le percentuali di resezione completa e complessiva, e la mortalità post-operatoria.

La metanalisi ha raccolto i dati di 15 dei 19 studi esistenti, per un totale di 2385 pazienti, pari al 92% dei pazienti complessivamente randomizzati negli studi esistenti. Gli studi differivano tra loro per la chemioterapia impiegata (comunque a base di platino in tutti gli studi tranne uno), per la schedula (sola neo-adiuvante in 10 casi, sia neoadiuvante che successiva adiuvante in 5 studi), per l'impiego della radioterapia post-operatoria (prevista dal protocollo in 8 studi).

L'analisi di sopravvivenza globale mostra un beneficio significativo a favore della chemioterapia neo-adiuvante (Hazard Ratio 0.87, 95%CI 0.78 - 0.96, p=0.007), che corrisponde ad una riduzione nel rischio di morte relativo pari al 13%, e un incremento assoluto della sopravvivenza dopo 5 anni pari a circa il 5% (40% con la sola chirurgia e 45% con la terapia neo-adiuvante seguita da chirurgia).

Il vantaggio per la terapia neoadiuvante risulta significativo anche in termini di sopravvivenza libera da recidiva e di tempo alla recidiva a distanza.

La metanalisi pubblicata su Lancet Oncology documenta un beneficio in sopravvivenza globale a favore della chemioterapia neoadiuvante statisticamente significativo, e di dimensioni simili a quanto mediamente ottenuto con la chemioterapia adiuvante (circa 5% di guadagno in pazienti vivi a 5 anni).

Ovviamente, non esistendo confronti diretti tra strategia adiuvante e neoadiuvante, questi risultati, che pur rappresentano l'evidenza al momento più completa a sostegno della terapia neoadiuvante, non possono rispondere al quesito se questa strategia sia confrontabile con la terapia adiuvante. Se la terapia neo-adiuvante debba quindi realmente avere un ruolo nella pratica clinica, rimane oggetto di discussione.