Patologia polmonare
Martedì, 31 Gennaio 2017

L’ansia peggiora l’aspettativa di vita dei pazienti oncologici? Sicuramente ne peggiora la qualità!

A cura di Massimo Di Maio

Uno studio di coorte documenta un impatto negativo (modesto) dell’ansia sulla sopravvivenza dei pazienti con tumore del polmone. Ma forse, in questi casi, più che l’eventuale impatto sulla quantità, dovrebbero preoccuparci le ripercussioni sulla qualità di vita.

Andrea Vodermaier, Sarah Lucas, Wolfgang Linden, Robert Olson. Anxiety after diagnosis predicts lung-cancer specific and overall survival in patients with stage III non-small cell lung cancer. A population-based cohort study. Journal of Pain and Symptom Management, 2017; DOI: 10.1016/j.jpainsymman.2016.12.338

Vi sono pochi dubbi sul fatto che una rilevante percentuale di pazienti che ricevono una diagnosi di tumore del polmone, come per la diagnosi di qualsiasi altra neoplasia, viva le fasi che accompagnano la comunicazione della diagnosi, della prognosi e l’inizio dei trattamenti con una notevole componente di distress psicologico. Tale distress può manifestarsi come ansia e/o come depressione.

Alcune evidenze esistenti in letteratura suggeriscono che il distress psicologico possa ripercuotersi negativamente (con meccanismi non del tutto chiari) sull’andamento di malattia.

Uno studio di coorte, condotto in Canada (British Columbia) ha provato a documentare l’associazione tra ansia e depressione e l’outcome dei pazienti, prendendo in considerazione i dati di una numerosa casistica di pazienti affetti da carcinoma del polmone non a piccole cellule (NSCLC) in stadio III.

I pazienti, dopo la diagnosi e prima di iniziare il trattamento, venivano valutati per la presenza ed il livello di ansia e depressione mediante lo strumento PsychoSocial Screen for Cancer (PSSCAN).

Lo studio è stato condotto su pazienti che avevano iniziato il trattamento tra il 2004 ed il 2010, raccogliendo le informazioni sul successivo follow-up.

L’analisi della sopravvivenza globale è stata condotta mediante analisi multivariata (Cox model), correggendo per le principali variabili demografiche, cliniche e legate al trattamento ricevuto.

Lo studio di coorte ha visto l'inserimento di 684 pazienti.

All’analisi multivariata, la presenza di ansia è risultata associata ad un maggior rischio di morte, sia specifica per tumore del polmone (Hazard Ratio 1.04, intervallo di confidenza al 95% 1.01 – 1.07, p=0.035), sia per qualsiasi causa (Hazard Ratio 1.04, intervallo di confidenza al 95% 1.01 – 1.07, p=0.005).

La presenza di depressione non è invece risultata significativamente associata alla mortalità, quando le analisi erano corrette per il performance status dei pazienti: in altre parole, non considerando il performance status, i risultati suggerivano una mortalità peggiore per i pazienti depressi, ma tale risultato non risulta significativo includendo il performance status nel modello.

Lo studio, pubblicato sul Journal of Pain and Symptom Management, è stato ripreso su alcuni media (es. Science Daily) con un messaggio di forte impatto emotivo: “I pazienti con tumore del polmone, se ansiosi o depressi, muoiono prima”.

Il risultato va però letto con prudenza: innanzitutto, l’impatto prognostico dell’ansia risulta statisticamente significativo, ma abbastanza modesto in termini assoluti (l’Hazard Ratio 1.04 corrisponde a un aumento del 4% del rischio di mortalità). Ovviamente il risultato è interessante e sottolinea la potenziale importanza prognostica di un fattore psicologico, che viene spesso trascurato rispetto alle note variabili cliniche generalmente considerate nella formulazione della prognosi. Detto questo, però, la reale dimensione dell’impatto negativo del distress psicologico sulla sopravvivenza sembra modesta.

Tra l’altro, alcune variabili non completamente considerate nello studio (come ad esempio la presenza di un adeguato supporto sociale) potrebbero spiegare l’associazione tra il distress psicologico e l’outcome, essendo ovviamente l’ansia e la depressione potenzialmente maggiori nei soggetti non sufficientemente assistiti in termini di supporto, che potrebbe al tempo stesso ripercuotersi su una peggior qualità dell’assistenza e della capacità di affrontare i trattamenti.

Al di là di queste evidenti limitazioni, lo studio ha però l’importante merito di far parlare del distress psicologico nei pazienti affetti da tumore del polmone. L’ansia, la depressione, sono probabilmente da considerare rilevanti non tanto per l’impatto sulla sopravvivenza, quanto per l’impatto sulla qualità di vita, sicuramente più rilevante rispetto al risultato su cui si sono focalizzati Vodermaier egli altri autori dell’articolo.