Patologia polmonare
Venerdì, 25 Agosto 2017

Viamina B e cancro: dov'è la verità?

A cura di Giuseppe Aprile

Prima considerata una possibile strada per la chemioprevenzione. Poi i dati incerti. Ora un deciso passo indietro. Secondo lo studio VITAL la supplementazione di vitamina B6 e B12 aumenterebbe il rischio di cancro polmonare.

Brasky TM, et al. Long-Term, Supplemental, One-Carbon Metabolism-Related Vitamin B Use in Relation to Lung Cancer Risk in the Vitamins and Lifestyle (VITAL) Cohort. J Clin Oncol 2017; epub Aug 22nd.

Le vitamine del gruppo B sono una classe di molecole idrosolubili essenziali al normale funzionamento del sistema nervoso e di altri apparati umani. Del gruppo fanno parte la B1 (tiamina), la B2 (riboflavina), B3 (niacina), ma particolarmente interessanti sono la B6 (piridossina), la B9 (acido folico) e la B12 (cobalamina), che interagiscono con omocisteina e metionina nella pathway metabolismo "one- carbon", importante nella cancerogenesi.

Sebbene inizialmente testate come possibili agenti di chemioprevenzione, negli anni successivi i risultati erano confondenti e suggerivano invece un effetto di aumento di rischio neoplastico. Un recente studio di Ebbing (JAMA 2009) suggeriva una maggiore incidenza di neoplasia polmonare associata all'uso di B9 e B12.

Gli autori hanno disegnato lo studio di coorte VITAL (VITamine And Lifestyle) che ha incluso soggetti di età compresa tra i 50 e i 75 anni, per stabilire se vi fosse una relazione tra consumo di vitamine del gruppo B e neolasia polmonare, supponendo un eccesso di queste vitamine (in rapporto alla RDA della Food and Drug Administration) interferisse con l'omeostasi cellulare promuovendo la cancerogenesi. I partecipanti allo studio dichiaravano supplementazione regolare di vitamine del gruppo B (almeno una volta a settimana per oltre 1 anno), assunte come multivitaminico, vitamine singole, o abbinamenti.

Lo studio prevedeva una correzione con questionari dietetici ad hoc e una sofisticata statistica, fondata su modelli di regressione in analisi multivariata per stabilire l'associazione tra il supplemento nutrizionale vitaminico e l'insorgenza di neoplasia polmonare, dopo correzione per i fattori confondenti. Il modello finale includeva correzione per anni di fumo, pacchetti/anno, età, razza, educazione, BMI, consumo di alcool, storia di BPCO, storia personale o familiare di neoplasia, uso di FANS e, nelle donne, terapia ormonale.

Lo studio ha reclutato complessivamente 77.000 partecipanti con 808 casi accertati di neoplasia polmonare (link dei partecipanti con una registro tumori prospettico).

Nelle donne, la supplementazione con vitamina B6, folati o B12 non era associato ad aumentato rischio di neoplasia polmonare.

Negli uomini, invece, l'assunzione di singole vitamine B6 e B12 (ma non se contenute in un preparato multivitaminico) era associato a un aumento del rischio del 30% circa.

Nella analisi dell'esposizione per 10 anni, il rischio incrementava in modo significativo nella coorte di soggetti con assunzione diaria più elevata di vitamine (corrispondente a vitamina B6 oltre 20 mg/die, B9 oltre 600 microgrammi/die, B12 oltre 55 microgrammi/die), soprattutto se fumatori al baseline.

 

L'uso di supplementi vitaminici del gruppo B ad alte dosi non solo non ha un effetto protettivo, ma addirittura sembra aumentare in modo significativo il rischio di cancro polmonare nei maschi.

Lo studio quindi impatta sia sulla pratica clinica che sul piano socio-sanitario, soprattutto nei nei paesi occidentali, dove il consumo con integratori di B12 è aumentato di circa il 40% nell'ultimo decennio, sebbene la deficienza vitaminica sia molto rara.