Patologia polmonare
Sabato, 26 Aprile 2014

Sigarette elettroniche: quale ruolo nella lotta al fumo? Dibattito aperto anche negli USA.

A cura di Massimo Di Maio

Nel 1964, la conferenza stampa che annunciava la relazione tra fumo di sigaretta e tumori del polmone fu tenuta di sabato, per evitare shock a Wall Street. 50 anni dopo, il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) statunitense ha prodotto un report che fa il punto su 50 anni di lotta al fumo.

L'articolo a firma di Thomas Glynn su CA Cancer Journal for Clinicians, la prestigiosa rivista dell'American Cancer Society, sottolinea alcuni aspetti della lotta al fumo, soffermandosi in particolare sugli argomenti pro e contro la diffusione delle sigarette elettroniche.

Glynn TJ. E-cigarettes and the future of tobacco control. CA Cancer J Clin. 2014 Mar 14.

Negli ultimi anni, è esploso l'impiego delle sigarette elettroniche.

Chi ne sostiene la validità come strumento di cessazione del fumo si appella al concetto del "minore danno", facendo notare che, se anche non sono uno strumento ideale, sono ragionevolmente meno dannose rispetto alle normali sigarette.

Chi si oppone al loro uso, invece, sottolinea l'assenza di normative relative al loro esatto contenuto (questi dispositivi possono contenere numerose altre sostanze oltre alla nicotina) e l'assenza di chiare evidenze scientifiche.

Glynn riassume i principali punti a favore e i principali punti contro la diffusione delle sigarette elettroniche.

Punti a favore:

1. Sono in grado di soddisfare il fabbisogno di nicotina dei fumatori in un modo ragionevolmente meno dannoso delle sigarette normali, che contengono centinaia di altre sostanze, molte delle quali cancerogene.

2. L'impatto del fumo passivo è ragionevolmente molto inferiore rispetto alle sigarette normali.

3. Dal punto di vista psicologico, soddisfano i fumatori ricordando nell'aspetto e nella gestualità l'uso di una sigaretta "classica".

4. Hanno il potenziale di aiutare a smettere di fumare.

Punti contro:

1. Mancanza di dati sufficienti sulla loro sicurezza.

2. Mancanza di dati sufficienti sulla loro efficacia come strumento di cessazione del fumo.

3. Mancanza di dati sufficienti sulle conseguenze dell'esposizione passiva.

4. Mancanza di dati sufficienti sulla "pericolosità" per i giovani come introduzione al fumo.

 

L'editoriale di Thomas Glynn sottolinea che il dibattito relativo alle sigarette elettroniche dovrebbe essere affrontato programmando una seria ricerca che risponda ai quesiti che tuttora sono senza risposta. Non a caso tutti i punti contro l'uso delle sigarette elettroniche riguardano l'assenza di dati scientifici solidi. L'autore invoca l'intervento dell'autorità regolatoria (FDA) che dovrebbe pretendere la registrazione (come se fossero farmaci) delle sigarette elettroniche e del loro contenuto esatto, prima di poterle considerare al pari di altri strumenti di cessazione del fumo.

Le linee guida AIOM (edizione 2013) sottolineano che "al momento non ci sono supporti scientifici per approvare l'uso delle sigarette elettroniche come alternativa sicura alle sigarette tradizionali e non esiste una normativa che garantisca e tuteli i consumatori anche perché, non contenendo tabacco e non essendo considerate farmaci, non sono sottoposte alle norme vigenti. Le evidenze scientifiche sull'argomento sono ancora carenti. La sigaretta elettronica non è ancora di provata efficacia come metodo per smettere di fumare, e non può essere assimilata alla tradizionale terapia con sostituti nicotinici."