Patologia polmonare
Martedì, 29 Aprile 2014

Niente novità per la terapia standard del microcitoma: dal Giappone un altro studio randomizzato negativo...

A cura di Massimo Di Maio

A differenza del NSCLC, in cui negli ultimi anni abbiamo avuto novità terapeutiche rilevanti, la terapia del microcitoma rimane sostanzialmente la stessa da troppo tempo. Uno studio giapponese ha testato in prima linea la combinazione di cisplatino e amrubicina, con risultati negativi.

Satouchi M, et al. Phase III Study Comparing Amrubicin Plus Cisplatin With Irinotecan Plus Cisplatin in the Treatment of Extensive-Disease Small-Cell Lung Cancer: JCOG 0509. J Clin Oncol. 2014 Apr 20;32(12):1262-8.

Da decenni, la terapia standard del microcitoma esteso è rappresentata dalla combinazione di platino ed etoposide. L'associazione di cisplatino e irinotecan, in verità poco usata in occidente, rappresenta un'alternativa comunemente usata in Giappone. L'amrubicina è un'antraciclina, che ha dimostrato elevata attività anche come agente singolo nel microcitoma.

Gli autori giapponesi hanno condotto uno studio di fase III in pazienti con microcitoma esteso, di confronto tra cisplatino + irinotecan e cisplatino + amrubicina come trattamento di prima linea. Obiettivo dello studio era dimostrare la non inferiorità della combinazione con amrubicina rispetto allo standard, sulla base di un profilo di tossicità differente rispetto al braccio di controllo (in particolare, minore incidenza di diarrea severa rispetto all'irinotecan).

Obiettivo primario dello studio era la sopravvivenza globale, e la non inferiorità sarebbe stata dichiarata se il limite superiore dell'intervallo di confidenza dell'Hazard Ratio si fosse dimostrato inferiore a 1.31 (corrispondente a una differenza di circa 3 mesi in sopravvivenza mediana).

Lo studio ha randomizzato 284 pazienti, 142 a cisplatino + irinotecan e 142 a cisplatino + amrubicina. Lo studio è stato interrotto dopo la seconda analisi ad interim, in quanto la sopravvivenza dei pazienti assegnati al braccio sperimentale era significativamente peggiore, e incompatibile con la dimostrazione di non inferiorità.

La sopravvivenza mediana è risultata pari a 17.7 mesi con cisplatino+irinotecan e 15.0 mesi con cisplatino + amrubicina (Hazard Ratio 1.43, intervallo di confidenza al 95% 1.10 – 1.85).

La combinazione sperimentale risultava associata a minor incidenza di diarrea severa (1.4% rispetto a 7.7%), ma a maggiore tossicità ematologica (con elevate percentuali di neutropenia severa e neutropenia febbrile, in parte ridotte dalla riduzione di dose dell'amrubicina decisa durante lo studio).

Purtroppo, lo studio giapponese si è concluso con l'ennesimo risultato negativo, e non contribuisce ad aumentare le opzioni terapeutiche disponibili per i pazienti affetti da microcitoma esteso. In verità, anche in caso di risultato positivo, lo studio avrebbe rappresentato un progresso discutibile, in quanto disegnato per dimostrare la non inferiorità di una combinazione (cisplatino + amrubicina), che nei fatti si dimostra abbastanza tossica.

Lo studio era disegnato per decretare la non inferiorità con un margine (1.31) abbastanza discutibile, in quanto corrispondente a un possibile peggioramento della sopravvivenza mediana di circa 3 mesi, che è difficile considerare clinicamente "non rilevante", anche in considerazione della suddetta tossicità.

Gli autori ipotizzano che il buon risultato ottenuto nel braccio di controllo sia in parte anche dovuto all'impiego dell'amrubicina come trattamento di seconda linea, ma questa considerazione non può modificare l'interpretazione complessiva dello studio.