Venerdì, 09 Maggio 2014

Inibitore di Src dopo la chemioterapia di prima linea dei pazienti con microcitoma esteso: speranze deluse...

A cura di Massimo Di Maio

Uno studio di fase II condotto dal North Central Treatment Group (NCCTG) e pubblicato su Lung Cancer ha testato il saracatinib, inibitore di Src, come terapia di mantenimento nei pazienti con microcitoma esteso. Il risultato è inferiore alle attese.

Molina JR, et al. A phase II trial of the Src-kinase inhibitor saracatinib after 4 cycles of chemotherapy for patients with extensive stage small cell lung cancer: NCCTG trial N-0621. Lung Cancer (available online 1 May 2014).

Negli ultimi decenni, ben pochi progressi sono stati compiuti nella terapia medica dei pazienti affetti da microcitoma polmonare esteso. La combinazione di platino ed etoposide rimane la terapia standard, e numerosi studi di combinazione con terapie biologiche, o di mantenimento dopo il completamento della terapia, sono falliti. Comunque, l'aumento delle conoscenze biologiche e della disponibilità di farmaci mirati fa sperare per il prossimo futuro.

Il saracatinib è un inibitore di Src, molecola ad attività tirosino-chinasica associata a numerosi recettori di fattori di crescita, coinvolta nell'adesione cellulare, nell'angiogenesi, nei processi di motilità e invasione delle cellule tumorali.

Lo studio di fase II, a singolo braccio, prevedeva la somministrazione orale di saracatinib ai pazienti affetti da microcitoma esteso, senza progressione di malattia al completamento della chemioterapia di prima linea, fino a progressione o a tossicità inaccettabile.

Endpoint primario era la proporzione di pazienti liberi da progressione dopo 12 settimane, con una prima analisi ad interim prevista alla metà dell'accrual, dopo 20 pazienti.

La pubblicazione di Lung Cancer presenta i risultati ottenuti sui 23 pazienti inseriti nello studio, tutti inseriti al completamento della prima linea con platino. La proporzione di pazienti senza progressione a 12 settimane è risultata pari al 26% (6 pazienti), nettamente inferiore all'ipotesi in studio, che avrebbe previsto la prosecuzione dello studio se almeno 13 pazienti fossero risultati senza progressione.

La PFS mediana dall'inizio della chemioterapia di prima linea è risultata pari a 4.7 mesi, la sopravvivenza globale mediana è risultata pari a 11.2 mesi.

I più comuni eventi avversi severi riportati con il saracatinib sono stati la piastrinopenia (13%), astenia (9%), nausea (9%) e vomito (9%).

Lo studio era disegnato come studio a singolo braccio: recentemente si è raccomandata l'adozione di un disegno di fase II randomizzato per la valutazione dei farmaci target anti-tumorali, ma visti i risultati del tutto negativi difficilmente un diverso disegno avrebbe prodotto risultati positivi.

Nella discussione del lavoro, gli autori concludono che, sulla base di questi deludenti risultati, il saracatinib va ad aggiungersi alla ormai lunga lista di farmaci biologici che hanno prodotto risultati negativi nel SCLC, tra i quali imatinib, gefitinib, temsirolimus, oblimersen, tipifarnib, marimastat, exisulind, bortezomib, dasatinib...