Immunoterapia
Venerdì, 15 Dicembre 2023

Immunoterapia: meno effetti collaterali e maggiore efficacia se il paziente oncologico pratica attività fisica

A cura di Giuseppe Aprile

Vi sono numerosi motivi per i quali l'attività fisica regolare è importante, sia nella prevenzione oncologica che dopo la diagnosi. Uno studio olandese ne evidenzia il beneficio anche durante l'immunoterapia.

Verheijden RJ, Cabané Ballester A, Smit KC, van Eijs MJM, Bruijnen CP, van Lindert ASR, Suijkerbuijk KPM, May AM. Physical activity and checkpoint inhibition: association with toxicity and survival. J Natl Cancer Inst. 2023 Nov 24:djad245. 

In altre occasioni Oncotwitting ha affrontato il tema dell'importanza dell'attività fisica, non solo per la salute globale dell'individuo ma anche in modo in ambito più specificatamente oncologico.

E' noto che una regolare attività fisica aerobica possa evitare una percentuale significativa di nuove diagnosi di neoplasia, soprattutto se abbinata a un corretto stile alimentare (cfr dair K. Minihan, et al. Medicine & Science in Sports & Exercise, 2021). Inoltre, l'attività fisica migliora la tolleranza ai trattamenti sistemici e l'outcome di pazienti con malattia avanzata trattati con terapia antiblastica e, in setting precoce, può diminuire il rischio di recidiva di malattia (cfr Brown JC, et al. J Clin Oncol 2022).

Meno noto ma non meno interessante è il potenziale beneficio della attività fisica in pazienti trattati con immunoterapia. Modelli sperimentali su animali dimostrano che l'esercizio sia correlato ad un aumento di attività dei linfociti CD8 e delle NK e ad una riduzione del controllo dei T soppressori, risultando in un effetto favorevole sull'immunità antitumorale. Inoltre, studi su animali dimostrano la sinnergia in attività tra esercizio fisico e trattamento con immunoregolatori.

L'attività fisica, inoltre, riduce la probabilità di insorgenza di malattie autoimmuni e ne limita l'intensità.

Su queste basi lo studio prospettico olandese mira a verificare se l'esercizio fisico valutato al momento dlel'inizio del tratatmento con immunoterapici possa essere di vantaggio sia per la tolleranza al trattamento che nell'outcome.

L'assesment inziiale della attività fisica era fatto tramite un questionario validato chiamato SQUASH (short questionnaire to assess health enhancing physical activity), che può dare una valutazione delle varie attività fisiche e della loro intensità. Quindi la attività fisica era quantificata calcolando il dispendio energetico in MET oraria per settimana ed era predisposta una regressione logistica e un modello di Cox per valutare l'associazione tra il grado di attività fisica e la tossicità immunorelata severa (occorrenza di tossicità grado 3/4, entro 12 mesi dall'inizio della terapia) o la sopravvivenza overall, dopo aggiustamento per i fattori confondenti.

Poichè non esiste una classificazione standard dell'intensità di esercizio, la divisione era fatta in terzili: nessuna attività fisica moderata-intensa vs attività fisica moderata-intensa per meno o più di 6 ore a settimana.

 

L'analisi - condotta in un singolo centro ad alto volume - ha arruolato 250 pazienti, prevalentemente di genere maschile, con età mediana di circa 65 anni e con un follow-up mediano di 20 mesi circa.

Livelli di attività fisica moderata o intensa erano associati con un minore rischio di tossicità immunorelata di grado severo vs attività fisica bassa o assente (rispettivamente adj OR 0.34, 95%CI 0.12-0.90 e adj OR 0.19, 95%CI 0.05-0.55).

Inoltre livelli di attività fisica moderata o intensa al momento dell'inzio del trattamento con immunoterapia erano associati a un vantaggio prognostico in sopravvivenza overall vs l'assenza di attività fisica: adjusted HR: 0.58 (95%CI 0.32-1.04) per attività moderata e adjusted HR 0.48 (95%CI 0.27-0.89) per attività intensa.

Lo studio clinico prospettico - sebbene monocentrico, limitato nella numerosità campionaria e basato su un questionario validato (SQUASH) ma non universalmente adottato - suggerisce che la regolare attività fisica di intensità (anche moderata) non solo possa essere un fattore protettivo verso gli effetti collaterali immuorelati, ma possa aumentare l'efficacia del trattamento in pazienti oncologici.

Sebbene i meccanismi biologici non siano completamente chiariti, il dato clinico conferma le evidenze precliniche sullo stesso argomento e ancora una volta induce a riflettere sull'importanza dell'esercizio aerobico.

Resta incerto il beneficio di una modifica proattiva dello stile di vita: è ancora da dimostrare se proporre l'intensificazione della attività fisica in pazienti "sedentari" che avviano trattamento con immunoterapia possa agire favorevolmente sull'efficacia e ridurre gli effetti collaterali del trattamento.