Immunoterapia
Giovedì, 17 Febbraio 2022

Conferma per l'immunoterapia nel trattamento del carcinoma della cervice uterina.

A cura di Giuseppe Aprile

Il trattamento del carcinoma cervicale recidivato ha un nuovo standard ed è, manco a dirlo, l'immunoterapia. Dopo i dati del pembrolizumab (trial di fase II), arrivano quelli dei cemiplimab, un PD-1 inibitore già utilizzato nei carcinomi polmonari e nei tumori squamosi della cute.

Tewari KS, Monk BJ, Vergote I, Miller A, de Melo AC, Kim HS, Kim YM, Lisyanskaya A, Samouëlian V, Lorusso D, Damian F, Chang CL, Gotovkin EA, Takahashi S, Ramone D, Pikiel J, Maćkowiak-Matejczyk B, Guerra Alía EM, Colombo N, Makarova Y, Rischin D, Lheureux S, Hasegawa K, Fujiwara K, Li J, Jamil S, Jankovic V, Chen CI, Seebach F, Weinreich DM, Yancopoulos GD, Lowy I, Mathias M, Fury MG, Oaknin A; Investigators for GOG Protocol 3016 and ENGOT Protocol En-Cx9. Survival with Cemiplimab in Recurrent Cervical Cancer. N Engl J Med. 2022 Feb 10;386(6):544-555. doi: 10.1056/NEJMoa2112187

Nonostante la vaccinazione per HPV abbia nettamente contribuito al controllo della malattia, nel mondo si registrano ancora 600.000 nuivi casi /anno di carcinoma cervicale con un numero di morti che supera le 350.000 unità. In Italia, l'incidenza maggiore si registra nelle donne giovani adulte, con una più alòta frequenza nella popolazione straniera dove vaccinazione e screening hanno minmore impatto. Di norma, l'istologia più frequente è quella squamosa (circa 85% dei casi), seguita da quella adenocarcinomatosa (10% dei casi) con istotipo endometrioide, a cellule chiare o intestinale.

Nel momento in cui si diagnostica lo stadio avanzato di malattia o una recidiva dopo trattamento primario, lo standard di trattamento in prima linea prevede una combinazione con platino, con o senza bevacizumab (spesso sono presenti fistole). Tuttavia, le opzioni alla progressione del trattamento di prima linea sono limitate e poco efficaci.

Il trial randomizzato EMPOWER-cervical 1/GOG-3016/ENGOT-ex9 è uno studio condotto tra gruppi cooperatori che ha randomizzato pazienti con carcinoma cervicale a cemiplimab (350 mg ogni 3 settimane) ovvero monochemioterapia a scelta dell'investigatore dopo il fallimento della prima linea di trattamento. Primary endpoint dello studio era la sopravvivenza overall.

Sono state randomizzate 608 pazienti (304 per gruppo), indipendentemente dall'espressione di PD-L1.

Il braccio di controllo poteva contenere pemetrexed, un inibitore della topoisomerasi (topotecan o irinotecano), gemcitabina o vinborelbina.

Il follow-up mediano è stato di circa 18 mesi.

La sopravvivenza mediana è stata di 3.5 mesi più lunga nel barccio sperimentale (12 mesi vs 8.5 mesi, HR 0.69, 95%CI 0.56-0.84, p<0.001), con vantaggio in OS confermato in tutti i sottogruppi istologici (80% delle pazienti avevano un carcinoma squamoso dove HR era 0.73, 20% avevano un adenocarcinoma o un carcinoma adenosquamoso dove HR era 0.56).

Da segnalare he in prima linea il 90% delle pazienti aveva ricevuto anche antiangiogenico e taxano.

In modo coerente, nelle pazienti tarttate con immunoterapia era anche riportato un vantaggio in PFS (HR 0.75, 95%CI 0.63-0.89) e un raddoppiamento del tasso di risposta in caso di espressione di PD-L1 >1 (18% vs 11%).

Il trial randomizzato EMPOWER-cervical 1/GOG-3016/ENGOT-ex9 conferma l'efficacia dell'immunoterapia in questo setting per pazienti con carcinoma della cervice uterina avanzato, con un vantaggio in OS e una chance di sopravvivenza a 2 anni di circa il 25% che testimonia la reale possibilità di beneficio a lungo termine.

Da notare che il vantaggio dato del cemiplimab in seconda linea (+3.5 mesi in median OS) è numericamente molto simile a quello dato dal bevacizumab associato alla chemioterapia in prima linea (+3.7 mesi).

Il vantaggio in efficacia sembra indipendente dall'istotipo e dall'espressione di PD-L1, dato che potrebbe portare ad una registrazione FDA differente da quella ottenuta dal pembrolizumab che ha avuto approvazione FDA accelerata ma solo per tumori con espressione di PD-L1 >1 sulla base dello studio di fase II Keynote 158 (Chung HC, et al. J Clin Oncol 2019)

Un plauso va anche alle due coautrici italiane della pubblicazione: Ketta Lorusso e Nicoletta Colombo.