Miscellanea
Martedì, 15 Ottobre 2019

Accessi in Pronto Soccorso e ospedalizzazione dopo un trattamento oncologico

A cura di Fabio Puglisi

Gli accessi in Pronto Soccorso e le ospedalizzazioni dopo un trattamento oncologico sistemico sono frequenti e incidono sui costi. La definizione di uno score per quantificare il rischio di interventi acuti può favorire l’implementazione di misure preventive.

Grant RC, et al. Development and Validation of a Score to Predict Acute Care Use After Initiation of Systemic Therapy for Cancer. JAMA Network Open. 2019;2(10):e1912823.

Uno studio di coorte retrospettivo di popolazione è stato condotto tra il 1 luglio 2014 e il 30 giugno 2015.
Criteri di eleggibilità: pazienti con diagnosi di tumore in procinto di iniziare una nuova terapia oncologica sistemica, indipendentemente dalla linea di trattamento.
In totale, 12162 pazienti del Southwestern Ontario, Canada, hanno costituito la coorte iniziale e 15845 pazienti del Northeastern Ontario la coorte di validazione.
L’analisi dei dati è stata condotta tra il 1° dicembre 2016 e il 10 agosto 2019.
Uno score, denominato “Prediction of Acute Care Use During Cancer Treatment (PROACCT)”, è stato realizzato sulla base della regressione logistica nella coorte iniziale.
Le combinazioni di tipi tumorali e di regimi terapeutici sono state raggruppate in quintili sulla base del rischio di interventi in acuto. 
Per intervento acuto (acute care, sigla AC30) si è inteso almeno una visita in Pronto Soccorso o una ospedalizzazione entro 30 dall’avvio della terapia oncologica sistemica secondo quanto dedotto dai database amministrativi. Le combinazioni di tipo tumorale e regime terapeutico con un tasso più alto di AC30 includevano tumori con prognosi scarsa come il carcinoma pancreatico o il carcinoma polmonare, nonché regimi con maggiore tossicità come quelli a base di cisplatino e docetaxel. Di contro, tumori indolenti trattati con monoterapia si caratterizzavano per tassi più bassi di AC30.

Coorte iniziale: 12162 pazienti (6903 donne e 5259 uomini; età media 62.9 anni);
Coorte di validazione: 15845 (9025 donne e 6820 uomini; età media 62.9 anni).
Un intervento acuto (entro 30 giorni dall’inizio della terapia) è stato necessario in 3039 pazienti (25%) della coorte iniziale e in 4212 pazienti (26.6%) della coorte di validazione.
Tre caratteristiche hanno predetto la necessità di un intervento acuto e sono state utilizzate per definire il PROACCT score: combinazione di tipo tumorale e regime terapeutico, età, visite in Pronto Soccorso nell’anno precedente (C statistica, 0.67; 95% CI, 0.66-0.69; P < .001). Altre caratteristiche, tra cui i sintomi riportati dai pazienti, non hanno migliorato la performance del modello predittivo. Nella coorte di validazione, lo score PROACCT ha predetto il rischio di intervento acuto (odds ratio per ogni punto in più, 1.22; 95% CI, 1.20-1.24; P < .001), con una C statistica di 0.61 (95% CI, 0.60-0.62; P < .001).

Modello PROACCT Prediction of Acute Care Use During Cancer Treatment: punteggio assegnato per le singole variabili

  • Età
    • 18-44 anni: 1
    • >75 anni: 1
  • Accesso in Pronto Soccorso negli ultimi 12 mesi: 3
  • Combinazione tipo di tumore/trattamento
    • Rischio basso: 3
    • Rischio moderato: 5
    • Rischio alto: 7
    • Rischio molto alto: 9

Lo score PROACCT predice il rischio di intervento acuto in pazienti che iniziano un nuovo trattamento sistemico e può essere utilizzato per identificare eventuali misure preventive.

Altri modelli sono stati sviluppati per predire tossicità specifiche (es. neutropenia) indotte dalla chemioterapia. Lo score PROACCT è il primo mirato alla predizione degli accessi in Pronto Soccorso e dell’ospedalizzazione, e include pazienti con tumori solidi ed ematologici in diversi stadi di malattia.


Note di cautela:

  • Studio condotto in Ontario, necessaria una validazione prospettica in altri contesti geografici e sanitari.
  • Mancata inclusione nel modello di dati di laboratorio e valutazione geriatrica multidimensionale.
  • Analisi generica: non vi è un approfondimento sulle visite causate direttamente da un effetto dei trattamenti o su quelle potenzialmente prevenibili (la letteratura riporta che tra il 25% e il 75% degli accessi non programmati in ospedale sono causati da trattamenti sistemici e che una simile proporzione può essere prevenibile).