Miscellanea
Giovedì, 19 Marzo 2020

Astenia, astenia canaglia

A cura di Giuseppe Aprile

Pubblicate le nuove raccomandazioni ESMO sulla cancer-related fatigue. Dalla diagnosi al trattamento di un problema di grande impatto nella pratica clinica oncologica.

Fabi A, et al. Cancer-related fatigue: ESMO Clinical Practice Guidelines for diagnosis and treatment. Ann Oncol 2020 epub ahead of print Mar 12.

 

La cancer-related fatigue (CRF) differisce dalle altre forme di fatigue per la severità, la persistenza e l'impossibilità di recupero con riposo o sonno. Questo sintomo è particolarmente impattante nella popolazione oncologica, dove interessa il 40% dei pazienti al momento della diagnosi e aumenta fino al 80% durante i trattamenti (20% per immunoterapia o per sola terapia bioogica, fino al 80% per pazienti che ricevono chemioterapia esclusiva o cominata a terapie target o RT).

Sebbene l'eziologia e la patogenesi di questo problema non siano chiari, il processo interessa sia l'apparato osteomuscolare che il SNC, amplificando la percezione di affaticamento corporeo. Tra i mediatori, sembrano avere particolare rilevanza IL-1, IL-6 e la neopterina, prodotto catabolica della guanosina trifosfato, il cui livello plasmatico aumenta anche in corso di infezioni virali o stati depressivi.

Dopo una estesa ricerca bibliografica che ha portato alla selezione di 483 articoli scientifici, gli autori hanno composto le raccomandazioni basandosi sui classici livelli di evidenza e gradi di raccomandazione; il manoscritto è suddiviso in tre sezioni: diagnosi; screening e risk assessment; management.

Diagnosi di CRF

Non è definito un chiaro algoritmo diafgnostico, tuttavia i criteri diagnostici prevedono la comparsa di un basso livello di energia, un incrementato fabbisogno di riposo (sproporzionato se misurato alla attività eseguita) e disturbi che influenzano la sfera emozionale e cognitiva. Tale corredi sintomatologico, usualmente, impatta negativamente sulla qualità di vita e sulle relazioni sociali e perdura mesi o si ripete nel corso della cura.

Screening e risk assessment della CRF

La migliore modalità per la misurazione della CRF è l'intervista a tutti i pazienti oncologici con una scala numerica (NRS) per la fatigue basale (Fishert MI, et al. Oncology 2018) (raccomandazione II, B). Qualora il paziente abbia un punteggio superiore a 3/10 è opportuno procedere a un questionario validato e più strutturato che indaga vari domini, come il Brief Fatigue Inventory - usato prevalentemente in pratica clinica - o il QLQ-FA12 - usato prevalentemente nella ricerca (raccomandazione II, B).

Inoltre, nell'assesment si deve tenere conto della anamnesi di fatigue, dell'esame obiettivo di un mini-mental state e di esami di laboratorio (raccomandazione II, B).

Management clinico della CRF

L' esercizio fisico è raccomandato in tutti i pazienti con CRF se non cachettici (racomandazione I, B). Esso può tradursi in eserciszio fisico aerobico giornaliero di moderata intensità come camminare per 120 minuti, correre o nuotare per 30 minuti o altra attività aerobica (raccomandazione I, B) ovvero camminare per 150 minuti due volte a settimana e fare degli esercizi aerobici in casa (raccomandazione II, B).

Nel capitolo dei trattamenti farmacologici: è raccomandato l'uso per breve periodo di metilprednisolone o desametasone in pazienti con malattia metastatica (II, B); il panel non ha raggiunto agreement per psicostimolanti quali il metilfenidato - un amfetaminoide utilizato nella sindrome da deficit di attenzione - e il demetilfenidato suggerendone cauto utilizzo in pazienti selezionati (II, C);  è invece non raccomandato l'uso di modafinil o armodafinil, agenti psicoattivio che inibiscono sonno e narcolessia (II, D), paroxetina - uno dei più celebri inibitori della ricaptazione della serotonina - o altri antidepressivi (II, D), donepezil cloridrato, un inibitore delle acetilcolinesterasi (II, D), eszopiclone - usato nel ristorare l'equilibrio del sonno notturno, megestrolo acetato o melatonina (II, D).

Incertezza anche nell'uso di nutriacetici, ampia categoria che include la L-carnitina, il coenzima Q10, la radice di ginsegn, la radice di astragalus, il guaranà e molti altri prodotti ferquentemente utilizzati dai pazienti onnologici come coadiuvanti la terapia. Tra tutti, quello in cui alcuni membri del panel si sono espressi favorevolmente è il ginseng alla dose di 2 grammi/die per 8 settimane, basandosi sui risultati di uno studio randomizzato in doppio cieco (Barton L, et al. JNCI 2013).

Sono stati analizzati anche i risultati degli interventi psico-sociali e delle pratiche di rilassamento con risultati alterni: counselling (raccomandato, II, B), psicoeducazione (raccomandata II, B), terapia cognitico-comportamentale (raccomandata, II, B), corsi ed esercizi di mindfulness (II, C), yoga (può migliorare la qualità di vita nei guariti, raccomandazione II, C) e agopuntura (consenso non raggiunto).

L'articolo presenta le linee guida dell'ESMO per la diagnosi e (più interessante) per il trattamento della cancer-related fatigue, un problema che interessa in Italia decine di migliaia di pazienti oncologici.

Il messaggio più importante del lavoro, oltre a sensibilizzare la platea dei sanitari su un tema troppo spesso trascurato, è che il trattamento della complessa problematica richiede l'intersezione di competenze cliniche, psicologiche, nutrizionistiche e di esperti di attività motoria.

Il migliore trattamento per la CRF deve essere concordato valutando il performance status del paziente, la sua età, la prognosi della malattia, le possibilità di movimento e le sue aspettative, e deve essere personalizzato avvalendosi e integrando multipli canali teareputici.