Miscellanea
Giovedì, 09 Gennaio 2020

C'è dolore e dolore (novità nel breakthrough cancer pain)

A cura di Giuseppe Aprile

Uno studio multicentrico mira a verificare se caratteristiche e trattamento del breakthrough pain siano differenti in pazienti che di base ricevono terapia con oppioidi a basse dose ovvero ad alte dosi.

Mercadante S, et al. Breakthrough Cancer Pain in Patients Receiving Low Doses of Opioids for Background Pain. Oncologist 2019;24:1-5.

Per il paziente oncologico che sperimenta dolore - uno dei sintomi maggiormente frequenti e che necessita di attento monitoraggio e adeguata terapia - sono ben note le definizioni del background pain (dolore di fondo, BGP) e del breakthrough pain (dolore incidente). Quest'ultimo è caratterizato da una rapidità di insorgenza, che in pochi minuti raggiunge il suo acme di alta intensità, da una difficile prevedibilità, da una genesi mista nocicettiva-neuropatica e da un particolare impatto negativo sulla qualità di vita del paziente oncologico.

Non è tuttavia chiaro se la tipologia e l'intensità del trattamento del dolore di fondo (almeno 60 mg/die di equivalenti orali di morfina vs meno di 60 mg/die), possano in qualche modo modificare le caratteristiche del BTP, in particolare la frequenza diaria e l'intensità.

L'obiettivo dello studio prospettico multicentrico - con una grande partecipazione italiana - è quello di descrivere le caratteristiche del BTP in pazienti in terapia con meno di 60 mg/die di OME e di stabilirne le differenze da quello, più noto, riportato in pazienti che assumono un più alto dosaggio di oppioidi maggiori. Criteri di eleggibilità nello studio erano la maggiore età, il buon controllo antalgico del BGP, e la presenza di episodi di BTP - diagnosticati con i criteri del gruppo IOPS-MS e ben distinti dal BGP di intensità severa. I pazienti erano categorizzati in modo binario in dipendenza del quantitativo di oppioidi assunti per il BGP (< vs > 60 mg di OME/die).

Lo studio ha arruolato circa 4.000 pazienti; 1418 inclusi nel gruppo a bassa dose di OME per BGP (36.5%) e 2474 in quello ad alto dosaggio basale di OME (63.5%).

In entrambi i gruppi l'età mediana era di circa 65 anni, vi era prevalenza per il genere maschile (55%) e per la patologia polmonare (28% dei pazienti), gastrointestinale (16% circa) e mammaria (13%). Nella grande maggioranza dei casi (82%) la malattia era sistemica e vi era un trattamento attivo in corso (75%).

Sebbene vi fosse una minima differenza basale nell'intensità del BGP (2.88 vs 3.04, p=0.06), come era ragionevole attendersi, una maggiore percentuale di pazienti che richiedevano alto dosaggio diario di OME per il controllo antalgico era seguito nel setting delle cure palliative (22.3% vs 11.5%) e la dose media di oppioidi assunti nei due gruppi era differente (OME 27.4 mg/die vs 140 mg/die). Inoltre, vi era

Nel gruppo in trattamento con dose minore di oppioidi per il dolore cronico di fondo, il BTP:

- è meno frequente (2.27 episodi/die vs 3, p=0.005)

- è meno intenso (7.34 scala NRS vs 7.62, p=0.001)

- ha un tempo di insorgenza più rapido (meno di 10 minuti nel 71% dei pazienti vs nel 67%, p=0.024) e un tempo di controllo antalgico più lungo (18 minuti vs 16 minuti, p=0.09)

- produce un peggior grado di soddisfazione del paziente nel controllo antalgico (p=0.03)

Sebbene lo studio abbia alcuni potenziali bias, i risultati forniscono delle informazioni utili per una migliore gestione del controllo antalgico in caso di breakthrough pain nel paziente in terapia con basse dosi di oppioidi.

In Italia, nell'ultimo decennio, i passi legislativi, clinici e organizzativi  sono stati importanti e largamente partecipati; tuttavia raggiungere un ottimale controllo antalgico rimane una questione di alta priorità per ogni paziente oncologico.