Miscellanea
Giovedì, 30 Luglio 2015

Difficoltà economiche nei pazienti con neoplasia avanzata: quando piove sul bagnato

A cura di Giuseppe Aprile

Sbarcare il lunario nella difficoltà economica quotidiana. Una situazione preoccupante che diventa insostenibile quando accoppiata a una grave malattia. Un recente studio condotto rivela l’associazione tra il distress finanziario, i sintomi percepiti dai pazienti e la qualità di vita. 

Delgado-Guay M, et al. Financial Distress and Its Associations With Physical and Emotional Symptoms and Quality of Life Among Advanced Cancer Patients. Oncologist 2015, epub ahead of print July 23.

In epoca di crisi economica globale e spending review, nessuno è al sicuro. Nonostante i molti investimenti per proteggere i pazienti oncologici e garantirne le cure, i malati di tumore riferiscono le difficoltà finanziarie siano la seconda più frequente causa di preoccupazione. Non solo spese per accertamenti e per acquisto di eventuali farmaci o terapie complementari, ma importante riduzione delle entrate dei liberi professionisti o dei dipendenti nel settore privato per minore produttività, spese accessorie per trasporti frequenti, per assistenza imprevista ai figli o a parenti anziani e per la necessità di acquisti legati alle fluttuazioni di peso.

Una recente survey cross-sectional, condotta in Texas in un comprehensive cancer center e in un ospedale generale, si propone di analizzare l’impatto del distress finanziario sulla presenza di sintomi e sulla qualità di vita dei pazienti oncologici.

I questionari validati utilizzati sono stati: ESAS (che raccoglie la presenza di 10 sintomi nelle 24 ore precedenti al questionario), il questionario di stato socioeconomico (13 items), la Hospital Anxiety Depression Scale, il FACT-G, il questionario MSPSS (che valuta il support della rete amicable e sociale), le analisi statistiche per valutare l’associazione tra distress economico e qualità di vita prevedevano la misura del coefficiente di correlazione di Pearson ed il calcolo della correlazione di Spearman.

Come sopra accennato, le analisi erano differenziate tra pazienti afferenti ad un centro oncologico di eccellenza (MD Anderson Cancer Center, Houston, TX) e quelli curati in un ospedale provinciale generale della stessa area urbana (Johnson General Hospital, Houston, TX).

Età mediana dei 150 intervistati era 60 anni e oltre 80% dei pazienti aveva malattia in stadio IV. I pazienti afferenti al centro di eccellenza (n=77) si distinguevano dagli altri (n=72) per una maggior frequenza di razza bianca (62.3% vs 18.1%), di educazione scolastica superiore (47.1% vs 16.1%) e di condizione salariale media (circa 3000 USD vs 950 USD).

Sebbene non vi fosse differenza tra le due coorti in termini di frequenza di distress economico con un 86% (95%CI 76%-95%) nei pazienti afferenti al MD Anderson vs un 90% (95%CI 81%-96%) negli altri, l’intensità di tale disturbo risultava doppia nei pazienti afferenti all’ospedale provinciale (p=0.0003). Inoltre questi pazienti riferivano le difficoltà economiche pesassero più del distress fisico, emotivo e sociale nella scala gerarchica dei fattori condizionanti la qualità della vita.

Il distress finanziario impattava sulla qualità di vita con uno score mediano di 5 (scala 0-10, range interquartilico 1-8) e correlava con lo score del questionario FACT-G (Spearman correlation r = -0.23, p=0.005), HADS (r = .27, p=0.001), ESAS di ansietà (r = 0.2, p=0.001), ESAS di depressione (r = 0.18, p=0.036).

Lo studio ha centrato l’obiettivo di sensibilizzare la comunità scientifica su quanto le reali difficoltà economiche possano essere importanti nella percezione dei pazienti oncologici. Tale problema non potrà essere trascurato nelle future ricerche mirate a valutare la loro qualità di vita. I limiti, invece, sono nella casistica (solo 150 pazienti e tutti nordamericani), nel disegno dello studio (che per sua natura non ha potuto verificare l’associazione del distress economico con altri fattori) e nella mancanza di una coerente definizione di cosa sia il distress economico.