Miscellanea
Sabato, 05 Marzo 2016

I soldi non fanno la felicità.. Immagina però come può stare chi non li ha...

A cura di Massimo Di Maio

…così recitava una canzone di qualche anno fa. Uno studio americano condotto in pazienti con tumore del polmone e del colon-retto sottolinea l’associazione, nei pazienti oncologici, tra scarse riserve finanziarie, sintomi più severi e peggiore qualità di vita.

Christopher S. Lathan, Angel Cronin, Reginald Tucker-Seeley, S. Yousuf Zafar, John Z. Ayanian and Deborah Schrag. Association of Financial Strain With Symptom Burden and Quality of Life for Patients With Lung or Colorectal Cancer. Published online before print February 29, 2016, doi: 10.1200/JCO.2015.63.2232 JCO February 29, 2016 JCO632232

Scopo dello studio pubblicato sul Journal of Clinical Oncology era quello di descrivere l’associazione tra la difficoltà finanziaria riferita dai pazienti, la severità dei sintomi e la qualità di vita dei pazienti con una nuova diagnosi di tumore del polmone o tumore del colon-retto.

L’analisi è stata basata sui dati dei pazienti partecipanti allo studio Cancer Care Outcomes Research and Surveillance.

I pazienti venivano intervistati sulle loro riserve economiche, sulla qualità di vita e sulla presenza e severità dei sintomi di malattia, sia 4 mesi che 12 mesi dopo la diagnosi.

Per quanto riguarda le riserve economiche, si chiedeva ai pazienti quanto tempo stimavano di poter sopravvivere grazie ai propri risparmi, immaginando di non avere più ulteriori fonti di reddito. Le risposte possibili erano: meno di 1 mese, 1-2 mesi, 3-6 mesi, 7-12 mesi, oltre 1 anno, non so.

Gli strumenti impiegati per la valutazione dei sintomi e della qualità di vita erano il Brief Pain Inventory, il questionario EORTC C30 (anche se gli autori non specificano nel dettaglio come è stato calcolato il "symptom index") e l’EuroQoL-5 Dimension scale.

Complessivamente, 2434 pazienti con tumore del polmone e 2909 pazienti con tumore del colon-retto hanno completato l’intervista basale, rispondendo alle domande riguardanti le riserve finanziarie. In aggiunta, 1351 pazienti con tumore del polmone e 2068 pazienti con tumore del colon-retto hanno completato l’intervista di follow-up.

Il 40% dei pazienti con tumore del polmone e il 33 % dei pazienti con tumore del colon-retto riportava, nell’intervista basale, una riserva finanziaria limitata (meno di 2 mesi).

Rispetto ai pazienti con una riserva finanziaria maggiore di 12 mesi, i soggetti con riserva finanziaria limitata riportavano:
• Dolore significativamente più intenso;
• Qualità di vita significativamente peggiore;
• Sintomi significativamente peggiori.

L’analisi ha evidenziato una relazione “dose-risposta” tra la quantità di riserve finanziarie e tutte le misure di qualità di vita.

Le analisi corrette per stadio, patologie concomitanti, presenza di copertura assicurativa e altre variabili cliniche dal possibile impatto sulle variabili analizzate hanno confermato l’associazione tra riduzione delle riserve finanziarie e compromissione della qualità di vita.

Lo studio statunitense, condotto in una realtà economica e sociale diversa dalla nostra, dimostra che una semplice domanda relativa alle risorse finanziarie può identificare un gruppo di pazienti più vulnerabili, caratterizzati da un maggiore impatto dei sintomi e da una significativa compromissione della qualità di vita.

Negli ultimi tempi, sull’onda dell’attenzione al tema della “tossicità finanziaria”, sta aumentando la letteratura su questi aspetti non trascurabili della cura dei pazienti oncologici.

Gli autori dello studio sono consapevoli che la associazione descritta tra riserve finanziarie e qualità di vita può essere bidirezionale: da una parte, le scarse riserve finanziarie possono compromettere l’accesso ai trattamenti ottimali, e quindi peggiorare l’outcome. Dall’altra parte, i sintomi più severi possono facilitare la deplezione delle risorse finanziarie, anche compromettere la capacità lavorativa. Peraltro, indipendentemente dalla direzione dell’associazione, i pazienti identificati “a rischio economico” sono anche quelli mediamente più vulnerabili e a rischio di maggiore compromissione della qualità di vita.