Miscellanea
Giovedì, 10 Luglio 2014

Dica 33: il contatto fisico nella visita oncologica ha ancora un valore?

A cura di Giuseppe Aprile

Stringiamo la mano al malato, poi immediatamente iniziamo a discutere i risultati della mutazione di KRAS testata con Sequenom, il valore predittivo di HER2 o l'estrema sensibiità della PET con colina. Nell'epoca della biologia molecolare, delle target therapies, delle metodiche di imaging che individuano lesioni millimetriche, quale importanza può ancora avere la visita clinica ambulatoriale? Uno studio prospettico condotto dal gruppo di Eduardo Bruera ci insegna cosa ne pensano i pazienti.

Kardakia KC et al. Cancer patients' perceptions regarding the value of the physical examination. Cancer 2014; published online June 4th

Se l'esame obiettivo nel corso di una sempre più complessa valutazione medica oncologica abbia ancora un valore è discusso, sia dal punto di vista pragmatico che da quello simbolico. Gia' nel 1992 un articolo pubblicato su Ann Intern Med si chiedeva se l'evoluzione della medicina avesse ormai reso superflua la diagnosi clinica.

Se il contatto tra le mani del medico e il corpo del paziente sia da relegare ad una tramontata pratica ottocentesca ora non più a la page ovvero sia da promuovere è l'oggetto di questo interessante studio, condotto nei primi mesi del 2013 chiedendo a 150 pazienti di compilare un questionario con 26 items ad hoc per capire quale fosse la percezione dell'esame obiettivo dal punto di vista dei pazienti.

Endpoint primario dello studio era una valutazione overall sull'esperienza della visita clinica, giudicandola con una scala numerica unitaria come molto negativa (score -5), neutra (score 0) ovvero molto positiva (score +5).

Un test di t a due code con un errore di tipo I del 5% e' stato utilizzato per valutare un piccolo effetto (0.23) sull'endpoint primario di avere una esperienza discostata dalla neutralità (in entrambi i versi). Gli endpoint secondari sono stati analizzati con una regressione logistica, assumendo la "overall experience" come variabile dipendente e fattori clinici o demografici come variabili indipendenti.

Il valore mediano dell'esperienza è pari a 4 (IRQ 2-5), p=0.0001, equivalente ad una giudizio decisamente positivo.

Si confermavano i dati sia per il suo valore pragmatico (median score 5, IQR 4-5) che per quello simbolico (median score 4, IQR 4-5).

Come ci si poteva aspettare, i pazienti anziani apprezzavano piu' dei giovani l'esperienza della visita clinica.

I pazienti con malattia avanzata danno un grande valore alla visita clinica, sia dal punto di vista pragmatico che simbolico. Che questo risultato sia replicabile in Europa è estremamente probabile.  C'è poco da aggiungere, il vecchio "dica 33" funziona ancora. Spendiamo quindi meno tempo con le mani sulla tastiera del computer e più tempo usandole nell'esame obiettivo.