Miscellanea
Martedì, 02 Luglio 2019

Meglio che rimanga single

A cura di Fabio Puglisi

L’incidenza di melanoma è in crescita nel mondo. La maggioranza degli studi sulla prognosi in pazienti con melanoma ignora il potenziale effetto della presenza di melanomi primitivi multipli.


El Sharouni MA, et al. Comparison of Survival Between Patients With Single vs Multiple Primary Cutaneous Melanomas. JAMA Dermatol 2019 [Epub ahead of print]

Uno studio olandese retrospettivo di coorte ha incluso pazienti adulti con diagnosi di melanoma tra gennaio 2000 e dicembre 2014 (mediana di follow-up pari a 75.1 mesi), esaminando i dati del PALGA, un registro nazionale di isto- e citopatologia. I dati di follow-up sono stati recuperati dal registro tumori olandese.

L’analisi multivariata è stata effettuata utilizzando il modello di Cox per valutare l’overall survival tra pazienti con un singolo primitivo verso quelli con una diagnosi di melanomi multipli.


I pazienti con melanomi primitivi multipli sono stati definiti sulla base della diagnosi di un nuovo melanoma primitivo rilevato a partire dalla data della prima diagnosi di melanoma indipendentemente dalla sede. Pertanto, i pazienti con diagnosi di 2 melanomi simultanei sono stati registrati con la diagnosi di melanomi primitivi multipli. I melanomi multipli sono stati conteggiati separatamente nell'analisi, determinando un numero totale di melanomi diverso rispetto al numero pazienti.

Dei 56929 pazienti in studio, 31.916 (56.1%) erano donne, con un’età media di 56.4 anni.

In totale, sono stati inclusi 54.645 melanomi singoli e 4967 melanomi multipli in 2284 pazienti.

Lo spessore mediano di Breslow è passato da 0.90 mm per il primo melanoma a 0.65 mm (interquartile range, 0.45-1.10 mm) per il secondo melanoma (P < .001).

Al secondo melanoma, 370 pazienti (16.2%) presentavano un T maggiore, 1112 (48.7%) avevano lo stesso T, e 802 (35.1%) un T minore.

Inoltre, 841 dei 2284 secondi melanomi (36.8%) in pazienti con primitive multipli di melanoma sono stati riscontrati durante il primo anno di follow-up, mentre 624 dei 2284 (27.3%) sono stati evidenziati dopo 5 anni di follow-up. Queste percentuali non hanno subito variazioni dopo stratificazione per stadio.

Una overall survival peggiore è stata osservata tra i pazienti con multipli primitivi di melanoma rispetto ai pazienti con primitivo singolo (hazard ratio, 1.31; 95% CI, 1.20-1.42; P < .001).

Una riduzione significativa dello spessore di Breslow è stata osservata tra la prima e la seconda diagnosi di primitivo ma l’overall survival fra i pazienti con primitivi multipli è risultata peggiore. Queste osservazioni possono essere utili nella pianificazione del follow-up suggerendo strategie di monitoraggio più stretto in pazienti con melanomi primitivi multipli.


Uno dei punti di forza di questo studio è l’avere la più grande coorte epidemiologica finora utilizzata per rispondere a questo quesito scientifico.


Fra i limiti dello studio, oltre al disegno retrospettivo, si segnala la mancanza di informazioni riguardo a:

  • Storia familiare (i pazienti con sindromi eredo-famigliari di melanoma possono avere più facilmente melanomi multipli e, generalmente, sono più giovani al momento della diagnosi;
  • Diagnosi di eventuali melanomi in situ;
  • Esposizione a terapia immunosoppressiva (noto fattore di rischio per la sopravvivenza in generale e per lo sviluppo di melanoma).