Miscellanea
Lunedì, 04 Settembre 2023

La tossicità finanziaria dei pazienti oncologici: oltre a misurarla, si può anche gestire?

A cura di Massimo Di Maio

Un’analisi secondaria dello studio PRO-TECT si focalizza sull’incidenza di difficoltà economiche, confrontando il gruppo sottoposto a gestione tradizionale e quello sottoposto a monitoraggio digitale dei sintomi, inclusa una domanda di screening sulla tossicità finanziaria. I risultati sono molto interessanti, sebbene ci siano alcuni punti deboli.

Blinder VS, Deal AM, Ginos B, Jansen J, Dueck AC, Mazza GL, Henson S, Carr P, Rogak LJ, Weiss A, Rapperport A, Jonsson M, Spears PA, Cella D, Gany F, Schrag D, Basch E. Financial Toxicity Monitoring in a Randomized Controlled Trial of Patient-Reported Outcomes During Cancer Treatment (Alliance AFT-39). J Clin Oncol. 2023 Aug 25:JCO2202834. doi: 10.1200/JCO.22.02834. Epub ahead of print. PMID: 37625107.

Negli ultimi anni, la letteratura si è arricchita di numerose dimostrazioni dell’utilità dell’impiego di strumenti di monitoraggio dei patient-reported outcomes per i pazienti oncologici in trattamento, in particolare (ma non solo) in termini di qualità di vita e di controllo tempestivo dei sintomi.

Uno degli studi randomizzati più citati sull’argomento, che aveva dimostrato la superiorità dell’impiego del monitoraggio elettronico, era stato condotto in una singola istituzione statunitense, il Memorial Sloan Kettering, lasciando quindi tra i quesiti aperti la reale applicabilità “a tappeto”, al di fuori di contesti molto selezionati, di strumenti di questo tipo nella pratica clinica.

Lo studio PRO-TECT (Electronic Patient Reporting of Symptoms During Cancer Treatment) è stato condotto negli Stati Uniti, con l’intento di riprodurre i risultati positivi del precedente studio in un contesto multicentrico. Oncotwitting aveva già commentato alcuni risultati dello studio (https://www.oncotwitting.it/patologia-polmonare/impiego-dei-pros-nella-pratica-clinica-sguardo-diretto-al-futuro-piedi-nella-realta).

Lo studio includeva pazienti in trattamento attivo (sia chemioterapia che altri tipi di trattamento antitumorale) per malattia avanzata / metastatica. La randomizzazione avveniva non a livello del singolo paziente, ma a livello del centro. I centri assegnati al braccio sperimentale adottavano il monitoraggio elettronico dei sintomi, gli altri facevano da controllo.

Lo studio prevedeva la compilazione settimanale (fino a 1 anno) di un questionario elettronico relativo a una lista di sintomi. Il questionario era basato su items della libreria PRO-CTCAE (Patient-Reported Outcomes version of the Common Terminology Criteria for Adverse Events): dolore, nausea, vomito, stipsi, diarrea, appetite, dispnea, insomnia e depression. In aggiunta, items aggiuntivi riguardavano il performance status (riportato dal paziente), le cadute e la tossicità finanziaria, indagata una volta al mese. Infine, il paziente aveva la possibilità di aggiungere un testo libero per eventuali dettagli e problematiche aggiuntive rispetto a quelle predefinite nella lista.

In caso di sintomi rilevanti (severi o in peggioramento), il sistema produceva un alert agli operatori sanitari. In caso di mancata compilazione del questionario settimanale a 24 ore, il sistema inviava un remind automatico, e in caso di mancata compilazione a 48 ore scattava un tentativo di contatto (email o telefonico) da parte degli operatori sanitari.

Come ricordato sopra, la tossicità finanziaria era tra gli item esplorati dal questionario somministrato ai pazienti. L’analisi secondaria dello studio, pubblicata recentemente sul Journal of Clinical Oncology, era proprio basata sulla valutazione della tossicità finanziaria, nel confronto tra i due bracci dello studio, allo scopo di descrivere l’eventuale impatto del monitoraggio proattivo mediante PROMs su questo aspetto.

La tossicità finanziaria (financial toxicity, FT) era monitorata mediante la somministrazione di una singola domanda di screening (estratta dal questionario FACT-COST, Functional Assessment of Chronic Illness Therapy-COmprehensive Score for financial Toxicity) fino ad un anno dall’inizio del monitoraggio, e il sistema prevedeva, come per gli altri items e sintomi, l’invio di un alert automatico al team sanitario in caso di punteggio in peggioramento. Lo studio non prevedeva azioni standardizzate da parte degli operatori sanitari in caso di punteggio positivo per tossicità finanziaria, l’iniziativa era lasciata alla discrezione dei centri partecipanti.

Questa analisi secondaria, che era stata pianificata, aveva come obiettivo principale il confronto tra i bracci in termini di incidenza di difficoltà economiche, valutate mediante la domanda 28 del questionario di qualità di vita EORTC C30, in qualunque momento del trattamento rispetto al basale.

In aggiunta, un campione random di pazienti e operatori sanitari è stato intervistato sul tema della tossicità finanziaria e sulle impressioni a proposito della domanda prevista dal monitoraggio periodico.

Lo studio ha visto l’inclusione di 1191 pazienti in 52 centri statunitensi, dei quali 593 sono stati assegnati al braccio sperimentale che prevedeva il monitoraggio digitale e 598 al braccio di controllo, che prevedeva le sole visite tradizionali.

Il 30.2% dei pazienti trattati nell’ambito del braccio sperimentale e sottoposti allo screening per la tossicità finanziaria ha dichiarato, nel corso del trattamento, una difficoltà economica, a fronte del 39.0% nel braccio di controllo. Tale differenza di incidenza è risultata statisticamente significativa (p=0.004).

Le interviste fatte a pazienti e ad infermieri coinvolti nello studio, a proposito della tossicità finanziaria, hanno evidenziato che, a detta di molti di loro, la domanda relativa alle difficoltà finanziarie aiuterebbe a identificare pazienti che altrimenti sarebbero riluttanti a discutere l’argomento, o che probabilmente non ne avrebbero proprio parlato, non sapendo dell’opportunità di poter discutere la questione.

Sulla base dei risultati sopra sintetizzati, gli autori concludono che lo screening della tossicità finanziaria come parte del monitoraggio digitale di routine dei pazienti oncologici in trattamento è risultato associato a una riduzione dell’incidenza di difficoltà finanziarie.

Si tratta, come detto, di un’analisi secondaria, che ha il merito di portare l’attenzione sul tema della financial toxicity non solo in termini di descrizione del problema ma anche prospettando la possibilità di intervenire attivamente per gestire le segnalazioni a riguardo da parte dei pazienti. Già qualche anno fa, quando l’argomento “financial toxicity” ha iniziato a acquistare visibilità e risonanza scientifica in ambito oncologico, alcuni autori hanno sottolineato la necessità di screenare e gestire la tossicità finanziaria come si fa con gli altri sintomi e eventi avversi per i pazienti oncologici.

In realtà, lo studio non dimostra che sia stato l’intervento specifico sulle difficoltà economiche a ridurre l’incidenza di tossicità finanziaria. Va sottolineato che il protocollo non prevedeva un intervento standardizzato in caso di alert “scatenato” dalla risposta positiva del paziente, quindi gli autori stessi dichiarano la difficoltà a descrivere esattamente in cosa sia poi consistito l’intervento. Peraltro, i due bracci differivano – ovviamente – non solo per la gestione dell’item sulla tossicità finanziaria ma in generale per il monitoraggio digitale di tutti i sintomi e items, quindi è difficile quantificare l’impatto della presenza della specifica domanda relativa alla tossicità finanziaria. In verità, alcuni pazienti erano stati trattati prima dell’emendamento che ha aggiunto la domanda sulla tossicità finanziaria al questionario di screening, ma il loro numero era relativamente esiguo e non consente di differenziare il risultato rispetto a quelli che hanno ricevuto la domanda di screening.

Con il suddetto limite, comunque, è importante evidenziare che la percentuale di pazienti che hanno denunciato difficoltà economiche è risultata significativamente diversa nei 2 bracci, e non di poco, con una differenza assoluta di circa 9 punti percentuali, che tradotto in number needed to treat significa circa 11. In altre parole, ogni 11 pazienti sottoposti a monitoraggio digitale dei sintomi (che includeva anche una domanda di screening sulla tossicità finanziaria), 1 paziente viene “salvato” dall’incidenza di difficoltà economiche. Sarebbe molto interessante produrre evidenze prospettiche a riguardo anche in contesti sanitari diversi dal sistema statunitense.