Miscellanea
Martedì, 23 Giugno 2020

Le “sviste” dell’FDA nell’approvazione dei farmaci antitumorali

A cura di Fabio Puglisi

Con quale frequenza i farmaci antitumorali sono approvati dall’FDA sulla base di studi clinici con importanti lacune? Forse c'è ampio margine di miglioramento...

Hilal T, et al. Limitations in Clinical Trials Leading to Anticancer Drug Approvals by the US Food and Drug Administration. JAMA Intern Med 2020 [published online ahead of print] 

Con quale frequenza i farmaci antitumorali sono approvati dall’FDA americana sulla base di studi clinici con i seguenti limiti: disegno non randomizzato, mancata dimostrazione di vantaggio in sopravvivenza, uso inappropriato del crossover o uso di bracci di controllo non ottimali?

Uno studio osservazionale ha esaminato 187 studi che hanno portato all'approvazione di farmaci antitumorali tra il 30 giugno 2014 e il 31 luglio 2019.
Ogni sperimentazione clinica è stata valutata per disegno, endpoint primari e presenza di un limite nei domini di interesse.
La terapia standard è stata determinata valutando la letteratura e le linee guida pubblicate un anno prima dell'inizio dell'avvio delle sperimentazioni cliniche. È stato valutato l'utilizzo ottimale del crossover. È stata quindi calcolata la percentuale di approvazioni basate su studi clinici con qualsiasi o tutte le lacune nei domini di interesse.

 

In totale, sono stati valutati 187 studi che hanno portato a 176 approvazioni da parte della FDA per 75 nuovi farmaci antitumorali. Sessantaquattro (34%) erano studi clinici a braccio singolo e 123 (63%) erano studi clinici randomizzati. 

Complessivamente, 125 studi (67%) avevano limiti in almeno 1 dei 4 domini di interesse. Di questi, 60 (48%) erano studi clinici randomizzati. 

Dei 123 studi clinici randomizzati, 37 (30%) mancavano di un beneficio in sopravvivenza globale, 31 (25%) avevano un braccio di controllo non ottimale e 17 (14%) usavano il crossover in modo inappropriato.

Nonostante l'aumento nelle approvazioni di farmaci da parte della FDA, un numero considerevole di farmaci è stato autorizzato sulla base di dati che non rispettavano i criteri definiti per dimostrare l'efficacia rispetto agli standard di cura.

Due terzi dei farmaci antitumorali sono stati approvati sulla base di studi clinici con almeno una lacuna nei quattro settori essenziali (randomizzazione, beneficio in sopravvivenza, crossover, braccio di controllo). 

Grande attenzione deve essere prestata per ridurre al minimo questi difetti già al momento della progettazione degli studi al fine di offrire massime garanzie sul reale vantaggio apportato dai nuovi farmaci antitumorali rispetto agli standard attuali.