Miscellanea
Sabato, 13 Marzo 2021

Le tecniche di mindfulness sono utili a contrastare la fatigue nei pazienti oncologici?

A cura di Massimo Di Maio

La fatigue è un problema frequente nei pazienti oncologici, che spesso si trascina anche a lungo dopo la fine dei trattamenti. Una revisione sistematica della letteratura ha analizzato tutte le evidenze a supporto delle tecniche di mindfulness per contrastare la fatigue. Per ricordarci che non esistono solo i farmaci…


Johns SA, Tarver WL, Secinti E, Mosher CE, Stutz PV, Carnahan JL, Talib TL, Shanahan ML, Faidley MT, Kidwell KM, Rand KL. Effects of Mindfulness-Based Interventions on Fatigue in Cancer Survivors: A Systematic Review and Meta-Analysis of Randomized Controlled Trials. Crit Rev Oncol Hematol. 2021 Mar 3:103290. doi: 10.1016/j.critrevonc.2021.103290. Epub ahead of print. PMID: 33675902.

La fatigue nei pazienti affetti da tumore è molto frequente, riconosce numerose cause e spesso persiste anche a lungo dopo i trattamenti antitumorali, con un importante impatto sulla qualità di vita e sulle attività quotidiane. A volte, pur essendo spesso attribuita ai trattamenti (chemioterapia ma non solo) oppure interpretata come un sintomo di malattia, la fatigue affligge anche persone che hanno completato da tempo i trattamenti e sono libere da malattia. Spesso la fatigue si associa a stress, a disturbi del sonno, ad ansia e depressione.

La revisione sistematica con metanalisi pubblicata da Johns e colleghi su Critical Reviews in Oncology / Hematology è stata disegnata per determinare l’efficacia degli interventi basati sulla mindfulness (mindfulness-based interventions, MBIs) nel migliorare la fatigue nei pazienti adulti con precedente diagnosi di tumore.

Con il termine “mindfulness” si intende uno stato mentale che ha a che fare con l’attenzione e la consapevolezza, che possono essere coltivate e sviluppate attraverso la meditazione. La mindfulness consiste nella consapevolezza che si sviluppa attraverso il prestare attenzione allo svolgersi dell’esperienza momento per momento, nel presente.

La Mindfulness-based stress reduction (MBSR) è un programma che si focalizza sulla progressiva acquisizione di consapevolezza mentale o pienezza mentale, che include una continua ed immediata consapevolezza di sensazioni fisiche, percezioni, stati affettivi, pensieri ed immaginazione.

Accanto alla MBSR, negli anni sono state sviluppate altre tecniche, come la Mindfulness-Based Cognitive Therapy [MBCT], la Mindfulness-Based Cancer Recovery [MBCR], la Mindfulness-Based Art Therapy [MBAT] [24] e le Mindful Awareness Practices.

I pazienti che hanno ricevuto una diagnosi di cancro vivono frequentemente sensazioni di incertezza, nonché di perdita di controllo del proprio corpo e della propria vita. La Mindfulness offre un nuovo modo di rapportarsi al trauma e alla sofferenza, e negli anni si sono accumulate numerose evidenze che hanno suggerito efficacia di tali tecniche nel contrastare numerosi aspetti negativi legati allo stress sofferto dai pazienti oncologici.

Altre revisioni sono state condotte sul ruolo di queste tecniche nel contrastare la fatigue, ma gli autori sottolineano che le precedenti avevano alcune limitazioni, ad esempio considerando solo un tipo di tumore, oppure non prendendo in considerazione il follow-up dopo il completamento dell’intervento.

Allo scopo di condurre la revisione sistematica sull’efficacia della Mindfulness contro la fatigue, gli autori hanno selezionato gli studi controllati randomizzati, basandosi sulla ricerca in PubMed, MEDLINE, PsycINFO, CINAHL, Web of Science, ed EMBASE, considerando inoltre le referenze incluse nei lavori selezionati.

Endpoint analizzati separatamente, mediante metanalisi con modello ad effetti random, sono stati:

  • la fatigue;
  • la vitalità / vigore.

La revisione e la valutazione dell’evidenza sono state condotte secondo il metodo GRADE.

Gli effetti sono stati misurati mediante il parametro g (una misura della dimensione dell’effetto, che viene corretto in funzione della dimensione degli studi). Per interpretare il risultato, un valore di g compreso tra 0 e 0.32 corrisponde a un effetto piccolo, un valore di g compreso tra 0.33 e 0.55 corrisponde a un effetto moderato, un valore di g sopra 0.56 corrisponde a un effetto di grandi dimensioni.

Complessivamente, l’analisi ha incluso 23 pubblicazioni, corrispondenti a 21 studi randomizzati , per un totale di 2239 pazienti. Nel dettaglio, 17 studi hanno valutato la fatigue, 11 hanno valutato la vitalità / vigore, e 6 entrambe le dimensioni. Una rilevante percentuale di pazienti, complessivamente, aveva un tumore della mammella.

Rispetto al braccio di controllo, gli interventi basati sulla mindfulness sono risultati associati a una significativa riduzione della fatigue, sia al momento della valutazione successiva al trattamento (g = 0.60, intervallo di confidenza al 95% CI 0.36 - 0.83) sia al momento del primo follow-up (g = 0.42, intervallo di confidenza al 95% 0.20 - 0.64). L’effetto sulla fatigue è risultato associato a una importante eterogeneità tra gli studi, sia subito dopo l’intervento che al follow-up.

Analogamente, gli interventi basati sulla midnfulness sono risultati associati a un significativo miglioramento della vitalità e del vigore, sia al momento della valutazione successiva al trattamento (g = 0.39, intervallo di confidenza 0.25 - 0.52) che al momento del primo follow-up (g = 0.35, intervallo di confidenza al 95% 0.03 - 0.67). L’effetto sulla vitalità e vigore non è risultato associato a una importante eterogeneità tra gli studi subito dopo l’intervento, ma associato a una moderata eterogeneità al follow-up.

L’analisi ha evidenziato un significativo rischio di bias di pubblicazione: gli studi con risultato positivo sono pubblicati più frequentemente degli studi con risultato negativo.

Nel complesso, la qualità dell’evidenza secondo il metodo GRADE è stata classificata come bassa.

Gli autori della revisione sistematica, commentando i risultati presentati, sottolineano che l’evidenza a sostegno dell’efficacia degli interventi di mindfulness nel contrastare la fatigue in chi ha avuto una diagnosi di tumore soffre di eterogeneità importante tra i diversi studi esistenti, nonché bias di pubblicazione. Peraltro, i risultati sono nel complesso promettenti, al punto da aver comportato l’inserimento di una raccomandazione in alcune linee guida, come quelle del National Comprehensive Cancer Network e dell’American Society of Clinical Oncology.

Anche le linee guida ESMO dedicate alla cancer-related fatigue, aggiornate nel 2020, che hanno visto l’importante contributo di numerosi oncologi italiani, tra cui Alessandra Fabi, Sonia Fatigoni, Fausto Roila e Carla Ripamonti, elencano gli interventi basati sulla mindfulness tra gli interventi non farmacologici utili per la gestione della fatigue, pur sottolineando la necessità di ulteriori studi specificamente dedicati all’argomento.

Nelle linee guida AIOM dedicate ai lungo-viventi, è presente una raccomandazione sulle terapie cognitivo-comportamentali, che dovrebbero essere prese in considerazione nei pazienti lungo viventi con cancer-related fatigue di intensità lieve-moderata (raccomandazione positiva forte).

Al di là dei limiti metodologici dell’evidenza, che gli autori giustamente evidenziano, la revisione sistematica dedicata a questo argomento ha il merito di portare l’attenzione sul problema della fatigue, spesso trascurato nonostante abbia un indiscutibile impatto sulla qualità di vita dei pazienti, nonché sul fatto che le terapie non devono essere necessariamente identificate con i farmaci.