Un’analisi delle press release emesse in ambito oncologico nel periodo compreso tra il 2018 e il 2022 evidenzia che la maggior parte dichiara la positività dello studio clinico, senza fornire alcun risultato numerico, ma con affermazioni generiche sulla rilevanza clinica dei risultati. Sono veramente utili per la comunicazione corretta?
Valsecchi AA, Conte C, Fiore NM, Iacovino ML, Ierace D, Galeasso L, Paganoni E, Ciani O, Perrone F, Di Maio M. Press releases of industry-sponsored clinical trials in oncology: Characteristics, timing and financial impact. J Cancer Policy. 2025 Apr 21;44:100587. doi: 10.1016/j.jcpo.2025.100587. Epub ahead of print. PMID: 40268192.
Spesso i risultati degli studi clinici sono anticipati dalla pubblicazione di un comunicato stampa, in particolare da parte dei promotori profit. Già in passato è stato evidenziato che tali comunicati (press releases, PR) sono più frequenti quando i risultati degli studi sono positivi.
Molto spesso capita di leggere PR che si limitano a dichiarare che lo studio ha raggiunto l’endpoint primario, senza fornire alcun dettaglio sui risultati, che al momento della press release devono essere ancora presentati a congresso e pubblicati su una rivista scientifica. Inoltre, nella maggior parte dei casi gli studi testano indicazioni non autorizzate per l’impiego nella pratica clinica, e quindi la comunicazione del risultato positivo non può avere alcun impatto utile sulle decisioni cliniche e sulla comunicazione medico-paziente. Al contrario, la diffusione sui social media e sui mezzi di comunicazione del risultato positivo può ingenerare una falsa aspettativa nei pazienti affetti da una specifica condizione, dal momento che il trattamento in questione non è prescrivibile.
L’analisi pubblicata ad aprile 2025 sul Journal of Cancer Policy ha valutato le press release pubblicate in ambito oncologico tra il 2018 e il 2022, allo scopo di valutarne i contenuti, nonché l’intervallo di tempo che trascorre tra l’emissione del comunicato stampa, la presentazione dei risultati a congresso, la pubblicazione su rivista scientifica e l’eventuale approvazione del trattamento da parte delle principali agenzie regolatorie (US Food and Drug Administration e European Medicines Agency). Inoltre, sono state analizzate le variazioni nei valori azionari delle case farmaceutiche in occasione dell’emissione delle press release.
Le press release pubblicate nel periodo di tempo incluso nell’analisi (2018-2022) sono state recuperate dai siti web delle 20 principali aziende farmaceutiche, selezionate sulla base del loro fatturato in ambito oncologico. L’analisi è stata limitata ai tumori solidi.
La ricerca ha identificato 159 press release, delle quali 157 erano eleggibili. I comunicati stampa riguardavano numerosi tipi di farmaco e di tumore. Quello più rappresentato era il tumore del polmone (al quale era riferito il 28% delle press release).
Nella maggior parte dei casi (117 / 157, pari al 74.5%), le press release annunciavano che lo studio clinico aveva raggiunto il proprio obiettivo primario.
Di queste 117 press release, solo il 13% conteneva dettagli sui risultati, mentre le rimanenti 102 (pari all’87% del totale) contenevano solo frasi generiche sulla positività dello studio.
Un’elevata percentuale delle press release (85%) conteneva comunque frasi a supporto della rilevanza clinica dei risultati, pur non fornendo dettagli numerici.
Il tempo mediano tra l’emissione della press release e la presentazione dei risultati dello studio a un congresso scientifico è risultato pari a 3.1 mesi.
Il tempo mediano tra l’emissione della press release e la pubblicazione dello studio su una rivista scientifica è risultato pari a 8 mesi.
Dopo un follow-up mediano pari a circa 4 anni, il 79% dei trattamenti oggetto delle press release incluse nell’analisi erano stati approvati da FDA, e il 74% da EMA. Il tempo mediano tra l’emissione della press release e l’approvazione del trattamento da parte di FDA ed EMA è risultato rispettivamente pari a 10 e 15.9 mesi.
L’analisi delle variazioni nelle azioni delle aziende farmaceutiche in occasione della pubblicazione della press release non ha evidenziato importanti variazioni, se non variazioni di modesta entità in una minoranza dei casi.
Sulla base dei risultati sopra sintetizzati, gli autori sottolineano che la maggior parte delle press release annuncia per la prima volta la positività di uno studio clinico, senza fornire dettagli utili alla discussione scientifica o alla comunicazione tra medici e pazienti.
Nonostante questo, i comunicati stampa vengono spesso ripresi sui social media, a volte anche citati in congressi scientifici, pur non essendo disponibile alcuna informazione se non le frasi generiche a sostegno della rilevanza clinica del risultato contenute nella press release.
E’ veramente utile una comunicazione di questo tipo? Sicuramente non ai clinici, e nemmeno ai pazienti. Certo, sapere che uno studio ha raggiunto l’obiettivo primario è utile nel caso si debba pianificare un altro studio nel medesimo setting, ma anche in questo caso è difficile trarre conclusioni significative senza alcun dettaglio disponibile sui dati dello studio.