Miscellanea
Martedì, 08 Settembre 2015

Questa è pratica clinica. Quando somministrare il pegfilgrastim nei regimi dose-dense?

A cura di Fabio Puglisi

A quale distanza dalla chemioterapia è più sicuro somministrare il pegfilgrastim? Scopriamolo attraverso un'analisi ancillare dello studio GIM-2.

Lambertini M, et al. Pegfilgrastim administration after 24 or 72 or 96 h to allow dose-dense anthracycline- and taxane-based chemotherapy in breast cancer patients: a single-center experience within the GIM2 randomized phase III trial. Support Care Cancer 2015 [Epub ahead of print] 

 

La chemioterapia adiuvante con regimi dose-dense è un’opzione di trattamento efficace in pazienti carcinoma mammario ad alto rischio. La riduzione degli intervalli tra un ciclo di terapia e il successivo è resa possibile dalla disponibilità di  (G-CSF) di cui esistono le formulazioni giornaliere (filgrastim e lenograstim) e long-acting (pegfilgrastim).

Le linee guida ASCO indicano che il pegfilgrastim dovrebbe essere somministrato 24 ore dopo il completamento della chemioterapia (Smith TJ, et al. J Clin Oncol 2006; 24:3187–3205).

Rispetto alla somministrazione giornaliera di filgrastim, quella di pegfilgrastim tende a indurre livelli più alti di leucociti a 24 ore dall’iniezione sottocutanea. Una leucocitosi precoce, potenzialmente, potrebbe associarsi a una sindrome da aumentata permeabilità capillare (capillary leak syndrome), rottura di milza e leucemia acuta mieloide.
D’altro canto, anche una leucocitosi tardiva (a ridosso del nuovo ciclo di chemioterapia) non è auspicabile, poiché potrebbe causare un maggior rischio di leucopenia indotta dal ciclo successivo.

Uno studio osservazionale, su pazienti consecutivi, condotto nell’ambito del trial randomizzato GIM-2 del Gruppo Italiano Mammella (Del Mastro L, et al. Lancet 2015; 385:1863–1872) ha analizzato il timing più sicuro per la somministrazione di pegfilgrastim in regimi dose-dense a base di antracicline e taxani (FEC 600/90/600 mg/m2 o EC 90/600 mg/m2 q14 e, a seguire, Paclitaxel 175 mg/m2 q14).

Sono state analizzate tre coorti:
• pegfilgrastim somministrato 24 ore dopo la chemioterapia (coorte A)
• pegfilgrastim somministrato 72 ore dopo la chemioterapia (coorte B)
• pegfilgrastim somministrato 96 ore dopo la chemioterapia (coorte C)

Lo studio è stato condotto su un totale di 41 pazienti. La sicurezza del pegfilgrastim è stata valutata in termini di incidenza di leucocitosi precoce (definita come un numero di globuli bianchi >50.000 per microlitro 24 ore dopo il pegfilgrastim) e di leucocitosi tardiva (definita come una conta leucocitaria >20.000 globuli bianchi per microlitro al giorno 13).
Inoltre, nelle diverse coorti è stato monitorato il livello di leucociti a vari intervalli. L’analisi è stata effettuata separatamente per la terapia con antracicline e per la terapia con taxani.

Una leucocitosi precoce è stata osservata più comunemente fra le pazienti che avevano ricevuto il pegfilgrastim dopo 24 ore dalla chemioterapia (coorte A), sia durante il trattamento con antracicline che durante quello con taxani:
• Coorte A (75 e 66.7%)
• Coorte B (50 e 60%)
• Coorte C (66.7 e 33.3%)

Un leucocitosi tardiva è stata osservata più comunemente fra le pazienti che avevano ricevuto il pegfilgrastim dopo 96 ore dalla chemioterapia (coorte C), sia durante il trattamento con antracicline che durante quello con taxani:
• Coorte A (0 e 66.7 %)
• Coorte B (35.7 e 86.7%).
• Coorte C (50 e 100%)

Il valore mediano più alto di leucociti a 24 ore dalla somministrazione di pegfilgrastim è stato osservato nella coorte A, sia durante il trattamento con antracicline che durante quello con taxani (61.2 x 103/μl e 67.8 x 103/μl).
Il valore mediano più alto di leucociti al giorno 13 è stato osservato nella coorte C, sia durante il trattamento con antracicline che durante quello con taxani (19.4 x 103/μl e 24.2 x 103/μl).

 

Per la prevenzione della leucocitosi, il timing più sicuro per effettuare la profilassi con pegfilgrastim nei regimi dosedense a base di taxani e antracicline è a 72 ore dalla somministrazione della chemioterapia.

In tal modo si riduce il rischio di leucocitosi precoce e tardiva. 

Riguardo al livello di evidenza a supporto di tali osservazioni,  va notato che si tratta di uno studio osservazionale condotto su pazienti consecutive che hanno partecipato ad uno studio randomizzato.