Miscellanea
Mercoledì, 30 Marzo 2016

Spesa per farmaci oncologici: -10% con le confezioni intelligenti

A cura di Giuseppe Aprile

I farmaci oncologici, commercializzati in vials contenenti un quantitativo fisso in milligrammi, producono inevitabilmente uno scarto (che varia dal 5 al 33%) corrispondente a un importante spreco di risorse. Un'analisi nordamericana stima a quanto ammonterebbe il risparmio se esistessero differenti confezioni dei 20 principi attivi più venduti.

Bach PB, et al. Overspending driven by oversized single dose vials of cancer drugs. BMJ 2016;352:i788. doi: 10.1136/bmj.i788.

Razionalizzare il controllo della spesa farmaceutica è una delle priorità per gli oncologi del 2020 per evitare il razionamento delle risorse.

Per un efficiente contenimento della spesa non solo va limitato l'uso dei farmaci ai pazienti con maggiore chance di beneficio dal trattamento, ma tra i molti punti sui quali è possibile agire vi è quello della mimizzazione degli sprechi dovuti alla subottimale somminsitrazione dei farmaci oncologici ad alto costo. 

L'esperienza italiana condotta presso il Dipartimento di Oncologia di Udine, ad esempio, ha dimostrato come sia possibile ridurre di quasi il 50% lo scarto dei principlai farmaci ad alto costo con l'applicazione di semplici e razionali misure correttive (Fasola G, et al. BMC Health Serv Res 2008; Fasola G, et al. BMC Health Serv Res 2014).

Da queste basi muove l'analisi nordamericana che affronta il tema del costo degli scarti (leftovers), spesso determinati dalla limitata disponibilità in commercio di differenti vials, contenenti una quantità prestabilita di principio attivo. Per la natura dell'analisi, non era previsto un disegno statistico.

L'analisi farmacoeconomica è stata limitata alle 20 molecole blockbuster, che in totale corrispondono ad oltre il 90% delle vendite.

Nel mercato americano con i prezzi attesi nel 2016, il costo degli scarti (milligrammi di farmaco non utilizzati del vial in virtù del peso del paziente medio) è stato calcolato avere un importante impatto, pari a circa il 10% della spesa, con un range che andava dal 5% al 35%.

Il costo annuale complessivo degli scarti ammonterebbe a circa 1.8 bilioni di dollari (circa 1.65 bilioni di Euro). Ad esempio, per ogni singola fiala di ipilimumab ci sono 2000 dollari di farmaco inutilizzato (7%).

Gli autori propongono una soluzione immediata: le autorità regolatorie dovrebbero richiedere la disponibilità commerciale di vials con contenuti inferiori (vedasi tabella 3 del lavoro): se vi fosse un vial intelligentemente calibrato a contenuto inferiore per ognuno dei 20 farmaci analizzati si ridurrebbe il costo dello spreco del 75% (da 1.8 bilioni di dollari a 0.4 bilioni)

Il fenomeno del drug waste produce elevati costi per il sistema sanitario; attuare misure per minimizzare tale spreco è un dovere per contribuire alla sostenibilità del sistema.

La disponibilità di molteplici vials, contenenti differenti quantità di principio attivo, permetterebbe di ridurre il costo degli sprechi del 75%, impattando positivamente sul contenimento della spesa (stimato un impressionante -10%) e consentedo l'immediato reinvestimento del risparmio in ricerca indipendente.