Miscellanea
Martedì, 30 Novembre 2021

Terza dose di vaccino anti-SARS-CoV-2 in corso di terapia oncologica

A cura di Fabio Puglisi

Tre è il numero magico: 3 come terza dose e 3 come i principali benefici (riduzione dei contagi, riduzioni delle forme gravi di COVID-19 con conseguente riduzione dei posti letto in ospedale e dell'occupazione nelle terapie intensive, riduzione dell'insorgenza di nuove varianti).
Fare la terza dose (booster) è di valore, e lo è anche per i pazienti oncologici in trattamento sistemico attivo (chemioterapia, agenti biologici, immunoterapia, combinazione di farmaci). Uno studio condotto in Israele dimostra che la risposta anticorpale non è influenzata dal trattamento.

Rottenberg Y, Grinshpun A, Ben-Dov IZ, Oiknine Djian E, Wolf DG, Kadouri L. Assessment of Response to a Third Dose of the SARS-CoV-2 BNT162b2 mRNA Vaccine in Patients With Solid Tumors Undergoing Active Treatment. JAMA Oncol 2021 (Epub ahead of print)

Il vaccino a mRNA BNT162b2 (Pfizer-BioNTech) è tra quelli più utilizzati in Italia e nel mondo per la prevenzione dell’infezione Covid-19 e delle potenziali complicanze. 

È ormai chiaro come i pazienti oncologici siano a rischio di sperimentare un decorso di malattia peggiore e, sebbene la risposta umorale ai vaccini anti-SARS-CoV-2 sia di circa il 90%, questa risulta considerabilmente più bassa rispetto al tasso del 99-100% osservato nei gruppi di controllo.  Inoltre, in corso di trattamento chemioterapico, sono stati riportati valori di risposta anticorpale ancora più bassi.

Inoltre, con l’emergenza della variante Delta, è stata descritta una maggiore trasmissione virale verosimilmente legata anche all’evasione della risposta immune sia spontanea che elicitata dalla vaccinazione. 

Fra i soggetti di età ≥ 60 anni che hanno ricevuto la terza dose (booster) almeno 5 mesi dopo la seconda vaccinazione, il tasso di infezione confermata è stato 11.3 volte più basso già a partire dal dodicesimo giorno dopo il booster, e circa dimezzato dopo soli 4-6 giorni dal booster. 

Considerando la minore risposta immune al vaccino BNT162b2 fra i pazienti oncologici, specie se trattati con chemioterapia, lo studio ha valutato la risposta umorale a breve termine (<30 giorni) dopo la terza dose in questa popolazione.  

Popolazione: pazienti con tumori solidi in cura presso un Centro di Gerusalemme, Israele, con varie forme di trattamento antitumorale (chemioterapia, agenti biologici, immunoterapia, combinazioni di più agenti terapeutici). Tutti i pazienti arruolati dovevano aver ricevuto almeno 2 dosi del vaccino BNT162b2. 

Analisi: I campioni di sangue sono stati raccolti ad una mediana di 13 (1-29) giorni dal booster (terza dose) di BNT162b2 e sono stati analizzati i livelli di anticorpi leganti la proteina spike (Liaison SARS-CoV-2 S1/S2 IgG [DiaSorin]), come era stato fatto già dopo la seconda dose. Pertanto i livelli anticorpali prima-verso-dopo la terza dose sono stati confrontati mediante t-test per dati appaiati impiegando la regressione lineare multivariata per individuare possibili variabili di interesse predittive dei livelli anticorpali post-booster.  Livelli anticorpali  < 12 AU/mL sono considerati negativi, tra 12 e 19 AU/mL equivoci, > 19 positivi, > 60 AU/mL protettivi. 

Tra il 15 agosto e il 5 settembre 2021, un totale di 37 pazienti sono stati sottoposti al test sierologico dopo aver ricevuto una dose booster di vaccino. 

Il tempo mediano tra la seconda e la terza dose di vaccino è stato 214 (172-229) giorni.

Il tempo mediano tra il test sierologico dopo la seconda dose e quello dopo la terza dose è stato di 86 (30-203) giorni.

Caratteristiche dei pazienti: età mediana 67 (43-88) anni, stadio precoce di malattia in 11 pazienti (30%), trattamento chemioterapico in 19 pazienti (51%). 

In tutti i pazienti ad eccezione di uno (40enne senza patologie croniche in trattamento adiuvante con AC dose dose-dense seguita da paclitaxel associato a trastuzumab and pertuzumab) il test sierologico è risultato positivo.

Inoltre, a prescindere dalla presenza della chemioterapia nel protocollo di trattamento, quasi tutti pazienti hanno avuto livelli anticorpali eccellenti con un incremento statisticamente significativo nel titolo dopo la terza dose. 

La regressione multipla ha evidenziato che i livelli anticorpali dopo la seconda dose (P < .001) e l’età più avanzata (P = .03) erano associati con un più alto titolo anticorpale dopo il booster.  Viceversa, sesso, presenza o meno di chemioterapia e intervallo tra terza dose e valutazione del titolo anticorpale non sono risultati predittivi della risposta anticorpale. 

Con I limiti legati all’esiguità campionaria, i dati dello studio suggeriscono una risposta anticorpale valida e tempestiva alla dose booster del vaccino BNT162b2 fra pazienti oncologici che ricevono un trattamento sistemico. 

Questi risultati sono in linea con quelli di altri studi su altre popolazioni di pazienti quali i soggetti trapiantati. 

Lo studio, quindi, supporta il ricorso alla dose booster in pazienti oncologici, inclusi quelli in trattamento attivo chemioterapico.  

Inoltre, i risultati testimoniano il vantaggio di richiami seriali rispetto alla dose singola.

La riduzione osservata in Israele sia in termini di infezioni da SARS-CoV-2 sia in termini di complicanze dalla malattia COVID-19 dopo il booster del vaccino BNT162b2, combinata con l’osservazione di una buona risposta anticorpale nei pazienti oncologici in trattamento sistemico attivo, sottolinea l’importanza delle dosi booster nel mitigare il rischio di infezioni e l’emergenza di varianti del virus.