Miscellanea
Venerdì, 18 Novembre 2016

A colazione vuoi caffè e toast bruciacchiato?

A cura di Giuseppe Aprile

Se un amidaceo viene cotto al forno o fritto ad alte temperature compare l'acrilamide. Ma il composto non aumenta il rischio di tumori gastrointestinali, secondo un recente studio internazionale caso-controllo.


Se un amidaceo viene cotto al forno o fritto ad alte temperature compare l'acrilamide. Ma il composto non aumenta il rischio di tumori gastrointestinali, secondo un recente studio internazionale caso-controllo.

Pelucchi C, et al. Dietary Acrylamide and the Risk of Pancreatic Cancer in the International Pancreatic Cancer Case-Control Consortium (PanC4). Ann Oncol 2016, epub Nov 10th

L’acrilamide è la una sostanza chimica che si forma a partire dagli alimenti amidacei durante la cottura ad alte temperature (frittura, cottura al forno e alla griglia) ma anche durante i processi di trasformazione industriale a oltre 120° C e bassa umidità. Il principale processo chimico che causa la formazione di acrilamide è noto come “reazione di Maillard” ed è la stessa reazione che rende i cibi abbrustoliti e anche più gustosi. L’acrilammide si forma a partire da  zuccheri e dalla asparagina che sono presenti naturalmente in molti alimenti. Il composto si trova in alimenti come patatine, patate fritte a bastoncino, pane, biscotti e caffè.

Il 4 giugno 2015 l’EFSA (European Food Safety Authority) pubblica la sua prima valutazione completa dei rischi da acrilammide negli alimenti. Gli esperti del gruppo scientifico dell’EFSA confermano le loro precedenti valutazioni in base alle quali l’acrilammide presente negli alimenti può aumentare il rischio di sviluppare il cancro nei consumatori per tutte le fasce d’età.

Inoltre, alcuni recenti studi sembravano suggerire una associazione tra esposizione ad acrilamide (sia professionale che alimentare) e alcune frequenti neoplasie.

I dati epidemiologici sulla associazione dell'ingestione di acrilamide e il carcinoma pancreatico sembravano particolarmente allarmanti (standardized mortality ratios 1.67, 95%CI 0.83-2.99), pur senza vi fosse un'evidenza di incremento del rischio all'aumento della dose. Una recente review sistematica e metanalisi dimostrava invece un RR di carcinoma pancreatico per esposizione ad acrilamide di 0.93 per l'esposizione a basso dosaggio e di 0.99 per esposizione a dosi maggiori.

Da queste basi muove lo studio caso-controllo che ha indagato il ruolo del composto chimico in un dataset di 1975 casi e oltre 4000 controlli tratti dal consorzio internazionale PanC4. I sogetti fornivano informazioni sul consumo di cibi a rischio (caffè, pane, prodotti derivati da patate, pesce fritto, pollo fritto, pizza, tacos, toats,....a molti altri). 

La sofisticata analisi statistica sui dati dei pazienti arruolati in 6 differenti trial prevedeva il calcolo dei pooled ORs e gli intervalli di confidenza stimando gli ORs specifici per studio attraverso un modello multivariato di regressione logistica e i modelli random-effects.

 

Lo studio ha analizzato i dati a livello individuale dei pazienti.

Nei differenti quartili di esposizione al composto, quello di riferimento era il più basso.

Il rischio di carcinoma pancreatico era 0.97 (95%CI 0.79-1.19) per il secondo quartile, 0.91 (95%CI 0.71-1.16) per il terzo e 0.92 (95%CI 0.66-1.28) per il quarto, quello con la maggiore esposizione all'acrilamide.

Per un incremento di assunzione di acrilamide pari a 10 microgrammi/die, il pooled OR era 0.96 (95%CI 0.87-1.06), con una eterogeneità tra studi limitata (I2 =67%).

I risultati dello studio non confermano il potere cancerogeno dell'acrilamide, almeno quando si considera la relazione con il carcinoma del pancreas. Rimane da stabilire se l'acrilamide ossidata a glicidamide possa avere un ruolo nel causare neoplasie ormonosensibili (in particolare endometriali e ovariche).

"I like my toast done on one side" - cantava Sting nel 1987. E ora, chi potrebbe dargli torto?