Miscellanea
Giovedì, 19 Maggio 2016

Tossicità da chemio nel paziente anziano: possiamo davvero predirla?

A cura di Giuseppe Aprile

La tossicità nel paziente anziano fa paura, anche all'oncologo più esperto. Lo studio recentemente pubblicato si propone di validare uno score predittivo utile per identificare pazienti anziani a rischio di tossicità e definire con maggiore precisione il rapporto rischio/beneficio del trattamento proposto.

Hurria H, et al. Validation of a Prediction Tool for Chemotherapy Toxicity in Older Adults With Cancer. J Clin Oncol 2016, epub May 16 

I pazienti con età maggiore a 70 anni sono in continuo aumento e la comunità oncologica sta focalizzando l'attenzione su questa popolazione. L'inquadramento prognostico del paziente anziano deve tenere conto non solo dello stato di fitness, ma anche di una opportuna valutazione geriatrica multidimensionale, eventualmente preceduta da un test rapido di screening (G8 o CRASH score). Questo sforzo permette di "classificare" il paziente anziano e di decidere l'intensità del trattamento in base al rischio di sperimentare tossicità e al quadro metabolico generale del paziente.

Nel 2011 il gruppo coordinato da Arti Hurria dimostrava possibile predire la tossicità da trattamento in pazienti anziani (sebbene fossero definiti anziani soggetti con età maggiore ai 65 anni) utilizzando uno schema a punti (0 = minimo rischio di tossicità; 19 = massimo rischio di tossicità); nel 2015 lo stesso autore riportava le indicazioni dell'ASCO per ottimizzare il trattamento oncologico nei pazienti geriatrici.

In questa occasione, il gruppo mira a validare esternamente il precedente tool predittivo, al fine di provarne l'esportabilità nella pratica clinica. Lo studio di validazione prevedeva l'accrual di 250 pazienti con età maggiore ai 65 anni e concentrandosi in modo specifico sulle tossicità di grado 3 (indicata ospedalizzazione), di grado 4 (a rischio di vita) e di grado 5 (morte tossica). Lo score era calcolato prima dell'inizio del trattamento e la validazione della predizione era definita con il calcolo della area sotto la receiver-operating curve.

La popolazione inclusa nello studio recentemente pubblicato era di 250 casi, con età mediana di 73 anni (range 65-94). Da notare, tuttavia, che quasi il 40% dei pazienti onclusi aveva meno di 70 anni, dato criticabile nella letteratura Europea.

Oltre l'80% dei pazienti avevano una neoplasia mammaria, polmonare o gastrointestinale ed in quasi il 60% dei casi una malattia in stadio avanzato.

Nel complesso, le differenze osservate nelle principali caratteristiche tra la casistica di validazione e quella originale erano limitate; si segnalano tuttavia nella casistica di validazione un maggior numero di donne con neoplasia mammaria e un minor numero di malati con malattia in stadio IV.

Il rischio di tossicità aumentava con l'incremento del risck score (36.7% low risk, 62,4% medium risk, 70.2% high risk, p<0.001). La AUC nella casistica di validazione era 0.65 (95%CI 0.58-0.71) e tale valore non era statisticamente differente (p=0.09) dalla coorte di sviluppo iniziale del modello (0.71, 95%CI 0.68-0.77).

Si conferma, inoltre, la mancata correlazione tra Performane Status secondo Karnofsky e sviluppo di tossicità.

La tossicità da trattamento nel paziente geriatrico può essere predetta.

Lo studio valida esternamente lo score precedentemente pubblicato e consente di avere un semplice modello prognostico di possibile utilizzo nella pratica clinica, complessivamente costituito da 5 domande cliniche, 2 elementi laboratoristici e 4 informazioni sul trattamento.

Come giustamente riconoscono gli autori, lo studio apre nuove vie di ricerca: deve essere stabilito se l'approccio rimanga valido in specifiche patologie e con l'utilizzo di definiti trattamenti e deve essere tradotto in semplici e pratici consigli quale atteggiamento sia preferibile adottare una volta definita la classe di rischio.