Miscellanea
Giovedì, 28 Novembre 2019

Whey protein: quale ruolo nel paziente oncologico malnutrito?

A cura di Giuseppe Aprile

Non è chiaro se la supplementazione orale di proteine del siero del latte [whey protein] sia di beneficio nel paziente oncologico malnutrito e se tale apporto possa migliorare l'outcome del trattamento. Alcune risposte vengono da uno studio randomizzato italiano.

Cereda E, et al. Whey protein isolate supplementation improves body composition, muscle strength, and treatment tolerance in malnourished advanced cancer patients undergoing chemotherapy. Cancer Med. 2019 Nov;8(16):6923-6932

Dato per scontato che le cure simultanee - inclusa la supplementazione calorica - siano fondamentali nel paziente oncologico malnutrito al fine di correggere la composizione corporea, permettere una adeguata tolleranza ai trattamenti e migliorare l'outcome dele cure, rimane da stabilire quale sia il ruolo dei singoli elementi nutrizionali.

Le proteine del siero del latte, ricche in precursori del glutatione oltre che in alfa-lattoalbumine, beta-lattoglobuline, lattoferina e immunoglobuline, hanno un elevato valore biologico con una composizione aminoacidica molto simile a quella del muscolo umano non sarcopenico. Tali proteine del siero possono essere concentrate, isolate o idrolizzate, ma quelle isolate - note come WPI -rappresentano il miglior compromesso per purezza proteica contenuta [oltre il 90] e costo contenuto.

Lo studio randomizzato, condotto dai colleghi nutrizionisti di Pavia, ha voluto valutare se la supplementazione orale con 20 grammi di WPI al die per tre mesi fosse di beneficio a pazienti oncologici malnutriti in termini di composizione corporea valutata con impedenziometro ad angolo di fase, forza muscolare testata con dinamometro digitale, BMI e peso corporeo e riduzione della tossicità da trattamento oncologico [utilizzando questionari validati per misurare QoL e CTCAE 4.0]. In entrambi i bracci di studio - con intervento terapeutico o senza - i pazienti erano seguiti con un ottimale counselling nutrizionale.

Nello studio, dopo aver screenato 225 pazienti, ne sono stati randomizzati 166 pazienti con varie neoplasie, le più frequenti delle quali erano gastrointestinali [circa 55%], polmonari [circa 25%], mammarie [circa 5%] o del distretto cervicofacciale.

Oltre l'80% dei pazienti inclusi aveva una neoplasia in stadio IV e oltre il 90% ECOG PS 0-1.

Il peso medio baseline era 62 Kg con un BMI di 22.

Nei pazienti arruolati e valutati per endpoint primario (modified intention‐to‐treat population), la supplementazione di WPI combinata al counselling nutrizionale si è dimostrata superiore al solo counselling in tutti i parametri nutrizionali considerati. In sintesi, si è registrato un improvement statisticamente significativo della composizione corporea [miglioramento dell'angolo di fase con una differenza media di 0.48°, 95%CI, 0.05 -0.90, P = .027], un aumento della massa magra (P = .041), un aumento del peso corporeo (P = .023) e della forza muscolare (P < .001).

Inoltre, pazienti trattati con supplementazione di proteine sieriche isolate hanno registrato un minor tasso di tossicità indotta dalla chemioterapia [sia ogni grado, che G3-G4].

Il piccolo trial randomizzato, ben condotto sebbene abbia alcuni bias legati alla selezione dei pazienti e alla conduzione in un unico centro, sottolinea una volta ancora l'importanza della nutrizione nel paziente oncologico in trattamento medico sistemico.

I risultati rappresentano la prima evidenza che nei pazienti malnutriti sottoposti a chemioterapia a cui viene fornito un counseling nutrizionale, l’assunzione aggiuntiva di un isolato di proteine ​​del siero di latte [20 grammi/die per tre mesi] possa determinare un miglioramento della composizione corporea, della forza muscolare e ridurre la tossicità relata al trattamento.

Questo è anche il primo studio di intervento di supporto nutrizionale che ha dimostrato come la modifica della composizione corporea sia associata a migliori risultati clinici. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi, volti a verificare l'efficacia di questo intervento nutrizionale su endpoint clinici rilevanti a medio e lungo termine.

Quindi whey protein per tutti i pazienti malnutriti? No, ancora no.

Ma in attesa dei risultati finali dell'ONCOBIVA screening - “studio osservazionale, longitudinale, multicentrico, per valutare il valore prognostico dell’angolo di fase nei pazienti con nuova diagnosi di neoplasia avanzata candidati a chemioterapia di prima linea - iniziamo ad avere interessanti dati a favore.

Nel frattempo, ricordiamoci dell'importanza della consulenza con un nutrizionista esperto, che rimane un fondamentale diritto del paziente oncologico sostenuto dall'impegno di AIOM e di FAVO.