Patologia gastrointestinale
Lunedì, 09 Giugno 2025

#ASCO2025 Pazienti con tumore del colon operato: l’esercizio fisico è terapeutico

A cura di Massimo Di Maio

Uno dei risultati più interessanti presentati al recente congresso ASCO di Chicago non è stato selezionato per la sessione plenaria, ma ha comunque meritato la pubblicazione sul New England Journal of Medicine: uno studio randomizzato documenta un vantaggio negli outcome oncologici (disease-free survival e overall survival) per i pazienti che, dopo il trattamento standard per un tumore del colon in stadio iniziale, venivano assegnati a un programma strutturato di esercizio fisico.

Courneya KS, Vardy JL, O'Callaghan CJ, Gill S, Friedenreich CM, Wong RKS, Dhillon HM, Coyle V, Chua NS, Jonker DJ, Beale PJ, Haider K, Tang PA, Bonaventura T, Wong R, Lim HJ, Burge ME, Hubay S, Sanatani M, Campbell KL, Arthuso FZ, Turner J, Meyer RM, Brundage M, O'Brien P, Tu D, Booth CM; CHALLENGE Investigators. Structured Exercise after Adjuvant Chemotherapy for Colon Cancer. N Engl J Med. 2025 Jun 1. doi: 10.1056/NEJMoa2502760. Epub ahead of print. PMID: 40450658.

Exercise is medicine in oncology: l’esercizio fisico è terapeutico in oncologia, recita una frase che da vari anni sottolinea l’importanza dell’attività fisica e della lotta alla sedentarietà non solo come profilassi primaria, vale a dire per ridurre l’incidenza dei tumori, ma anche come profilassi terziaria, vale a dire per ridurre i rischi di recidiva e migliorare gli outcome oncologici nei pazienti che abbiano già avuto una diagnosi di tumore.

Il razionale dell’associazione tra attività fisica e miglior outcome oncologico sta nell’effetto di stimolazione del sistema immunitario, nell’eventuale riduzione del sovrappeso e dell’obesità, nell’influenza dell’attività sul sistema endocrino e sul metabolismo, nonché nella riduzione del tempo di transito intestinale che potrebbe ridurre l’effetto cancerogeno di alcune sostanze contenute negli alimenti.

Da anni, evidenze basate su studi osservazionali hanno suggerito un effetto di questo tipo, ad esempio nel tumore della mammella e nel tumore del colon. Peraltro, non trattandosi di studi randomizzati, il limite del confronto tra gruppi può risentire di bias: può essere, ad esempio, che le persone che fanno più attività fisica adottino anche altri comportamenti più virtuosi (ad esempio in termini di alimentazione), quindi è possibile che il vantaggio legato all’esercizio fisico in quegli studi sia in realtà condizionato da altre variabili confondenti.

In questo scenario, all’ASCO sono stati presentati i risultati di uno studio randomizzato, che quindi non ha il punto debole sopra descritto per gli studi osservazionali.

Lo studio di fase 3 randomizzato CHALLENGE, condotto in 55 centri internazionali coordinati in Canada, prevedeva l’inclusione di pazienti con carcinoma del colon sottoposto a chirurgia del tumore primitivo e che avevano completato la chemioterapia adiuvante.

I pazienti erano randomizzati a un braccio sperimentale, che prevedeva di partecipare a un programma di esercizio strutturato per un periodo di 3 anni. o al braccio di controllo, che prevedeva solo di ricevere materiale di educazione sanitaria.

L'endpoint primario era la sopravvivenza libera da malattia (disease-free survival, DFS).

In un intervallo di tempo di 15 anni (dal 2009 al 2024), complessivamente 889 pazienti sono stati randomizzati al gruppo di esercizio fisico (445 pazienti) o al gruppo di controllo (444 pazienti).

Dopo un follow-up mediano di 7,9 anni, la sopravvivenza libera da malattia è stata significativamente più lunga nel gruppo sottoposto a esercizio fisico rispetto al gruppo di controllo (hazard ratio per recidiva di malattia, nuovo tumore primario o decesso: 0.72; intervallo di confidenza [CI] al 95%: 0.55-0.94; P=0.02).

La sopravvivenza libera da malattia a 5 anni è stata dell'80,3% nel gruppo sottoposto a esercizio fisico e del 73,9% nel gruppo di controllo (differenza assoluta: 6.4%; intervallo di confidenza al 95%: 0.6 – 12.2).

I risultati evidenziano anche una sopravvivenza globale più lunga nel gruppo sottoposto a esercizio fisico rispetto al gruppo di controllo (hazard ratio per decesso: 0.63; CI al 95%: 0.43 - 0.94). La sopravvivenza globale a 8 anni dalla randomizzazione è stata pari al 90.3% nel gruppo sottoposto a esercizio fisico e pari all’83.2% nel gruppo sottoposto alla sola educazione sanitaria (differenza: 7,1%; intervallo di confidenza al 95%: 1.8-12.3).

Gli eventi avversi muscoloscheletrici si sono verificati più frequentemente nel gruppo sottoposto a esercizio fisico rispetto al gruppo sottoposto a educazione sanitaria (rispettivamente nel 18,5% e nell'11.5% dei pazienti).

Sulla base dei risultati sopra descritti, gli autori concludono che un programma strutturato di esercizio fisico della durata di 3 anni, iniziato subito dopo la chemioterapia adiuvante nei pazienti sottoposti a chirurgia per un tumore del colon in stadio limitato, ha portato a una sopravvivenza libera da malattia significativamente più lunga e anche a una sopravvivenza globale più lunga.

Questi risultati sono estremamente rilevanti: la dimensione del beneficio è notevole, assolutamente paragonabile a benefici ottenibili, sia nel tumore del colon che in altre neoplasie, con trattamenti farmacologici. Qui l’esercizio fisico non si propone come misura alternativa alla chemioterapia adiuvante, ma come aggiunta, con un rapporto benefici / rischi assolutamente favorevole.

Da notare che l’accrual è stato molto lungo: probabilmente, molti pazienti non accettavano la proposta di partecipazione allo studio ritenendo che il programma di esercizio strutturato fosse troppo impegnativo. Adesso, sapendo che un impegno di questo tipo “premia” con un significativo miglioramento della prognosi, probabilmente la percentuale di pazienti che accetterebbe questo tipo di intervento sarebbe più alta rispetto allo studio.

E’ assolutamente opportuno che tali risultati vengano divulgati nella comunità scientifica e anche nella comunicazione con i pazienti, sia nel confronto con le associazioni pazienti sia in ambulatorio con i singoli pazienti. Implementare programmi strutturati di esercizio fisico significa investire, con poca tossicità e costo assolutamente contenuto, nella salute dei pazienti.