Patologia gastrointestinale
Mercoledì, 19 Novembre 2014

Diabete e carcinoma del pancreas: quando lo zucchero diventa amaro

A cura di Giuseppe Aprile

E' noto il diabete sia un fattore di rischio per la genesi di neoplasia pancreatica. Ora, dai risultati di un recente studio, scopriamo che nei pazienti con diabete diagnosticato da oltre 5 anni l'adenocarcinoma del pancreas potrebbe anche avere un andamento più aggressivo.

Yuan C, et al. Survival among patients with Pancreatic Cancer and long-standing or recent-onset diabetes mellitus. J Clin Oncol 2014; Nov 17 epub ahead of print.

La relazione tra la patologia diabetica e il carcinoma del pancreas è complessa.  Numerose osservazioni epidemiologiche, supportate da studi di laboratorio, hanno dimostrato che l’iperglicemia non controllata per oltre 3-5 anni, combinata all’iperinsulinemia, induca un’infiammazione cronica riconosciuto fattore di rischio per lo sviluppo della neoplasia. Un recente studio coordinato dall’Istituto Mario Negri con i dati dell’International Pancreatic Cancer Case-Control Consortium (Bossetti C, Ann Oncol 2014) dimostra come vi sia un rischio di carcinoma del pancreas raddoppiato in pazienti diabetici, che rimane del 30% superiore a quello dei controlli anche a 20 anni dalla diagnosi.

Dall’altro lato, il 25% dei pazienti con neoplasia pancreatica sviluppa patologia diabetica entro 2 anni dalla diagnosi, con una possibile genesi paraneoplastica, che spesso si risolve dopo l’intervento e riappare alla recidiva.

Con l’intento di stabilire se il diabete di lunga durata possa conferire alla neoplasia un carattere di maggiore aggressività, gli autori hanno accorpato dati estratti due enormi casistiche prospettiche (Nurses’ Health Study, NHS, che ha arruolato 120.000 soggetti e Health Professional Follow-up Study, HPFS, con oltre 51.000 partecipanti), utilizzandone una terza (Dana-Farber Cancer Institute, DFCI) per la validazione del dataset. Sono stati stimati gli HR per sopravvivenza con i modelli di rischio proporzionale di Cox, prevedendo nel modello multivariato un adjustment per età, sesso, etnia, abitudine al fumo, anno alla diagnosi e stadio di malattia.

1006 casi sono stati inclusi nella analisi dai due database iniziali, da notare che la metà dei casi circa aveva avuto la diagnosi di neoplasia tra il 1986 e il 2000. In questa popolazione, i pazienti diabetici che sviluppavano neoplasia pancreatica avevano una sopravvivenza significativamente ridotta rispetto a quelli non diabetici (HR 1.40, 95%CI 1.15-1.69, p<0.001) e il risultato non variava dopo adjustment per altri fattori di rischio (HR 1.46).

Il dato era confermato nella casistica più moderna del DFCI, nella quale tutti i 386 pazienti inclusi erano stati diagnosticati dopo il 2000. Anche in questo caso, la sopravvivenza mediana dei pazienti diabetici era significativamente ridotta rispetto a quella registrata nei non diabetici (9 vs 13 mesi, HR 1.53, 95%CI 1.05-2.2, p<0.02).

In entrambe le casistiche, l’analisi delle curve di Kaplan-Meier dimostra che il tasso di sopravvivenza a 6, 12 e 24 mesi nei pazienti diabetici da oltre 5 anni è sempre inferiore a quello dei pazienti non diabetici.

Non si è invece rivelata alcuna differenza di sopravvivenza se la diagnosi di diabete o iperglicemia era contestuale o successiva a quella di neoplasia maligna.

I pazienti diabetici, oltre ad avere un rischio aumentato di neoplasia pancreatica, possono sviluppare una forma di malattia maggiormente aggressiva.

Rimane da stabilire se i dati epidemiologici e clinici a oggi disponibili siano sufficienti per suggerire misure di screening in questa popolazione.