Patologia gastrointestinale
Giovedì, 02 Giugno 2016

CEA c’è.

A cura di Giuseppe Aprile

Non è lo spot della birra danese, ma quello di un trial tedesco. A quasi due anni dalla prima pubblicazione (ormai decantata), continua il fermento d’informazione dal profondo fusto contenente i dati dello studio. Spilliamo quindi nuova conoscenza: ora è la volta del CEA come predittore di risposta al trattamento con EGFR-inibitore per pazienti con patologia colorettale avanzata.

Michl M, et al. CEA response is associated with tumor response and survival in patients with KRAS exon 2 wild-type and extended RAS wild-type metastatic colorectal cancer receiving first-line FOLFIRI plus cetuximab or bevacizumab (FIRE-3 trial). Ann Oncol 2016; epub ahead of print, May 27.

 

Il FIRE-3, trial randomizzato di fase 3, si proponeva di verificare quale fosse il miglior farmaco biologico da abbinare allo schema FOLFIRI per pazienti con carcinoma colorettale KRAS WT su esone 2 (codone 12/13) arruolando in totale 592 pazienti che sono stati randomizzati a FOLFIRI + cetuximab vs FOLFIRI + bevacizumab.

Nonostante i caveat dello studio (curioso per un randomizzato di fase 3 avere come endpoint primario il tasso di risposta, la sperimentazione non prevedeva inizialmente una revisione radiologica indipendente, durante la conduzione del trial si è resa necessaria una selezione molecolare piu' estesa per ottimizzare l'utilizzo degli inibitori di EGFR), la bottom-line del landmark trial parlava chiaro: vantaggio in risposta, PFS e sopravvivenza overall per pazienti molecolarmente selezionati che ricevevano EGFR inibitore upfront.

Nei 18 mesi a seguire abbiamo collezionato una serie di ulteriori informazioni:

  • dati sui trattamenti di seconda linea (Modest DP, et al. J Clin Oncol 2015)
  • cost-effectiveness dello screening per RAS (Wen F, et al. Cancer Biol Ther 2015)
  • polimorfismi dei geni coinvolti nel turnover di EGFR come potenziali predittori di risposta (Stintzing S, et al. Mol Cancer Ther 2015)
  • Early tumor shrinkage and depth of response come predittori di outcome (Stintzing S, et al. ESMO 2014)

Ora è la volta del valore del CEA, scoperto nel 1965 e ancora consigliato dall’ASCO come tracer per valutare l’andamento della malattia colorettale avanzata. Nello studio il marcatore è stato dosato con prelievi ematici seriati, valutato come riduzione percentuale dal basale al nadir nei due bracci di trattamento, correlate con l’outcome a lungo termine. Le analisi ROC hanno aiutato a stabilire il cut off di riduzione del 75% per discriminare I responders dai non responders. 472 pazienti sui 592 arruolati nello studio (circa 80%) partecipavano all’analisi ancillare del marcatore.

La massima percentuale relativa di riduzione del valore del CEA era maggiore nei pazienti randomizzati al braccio con EGFR inibitore: mediana 83% (IQR 40.9%-94.7%) vs mediana 72.3% (IQR 26.3%-91%), p=0.003.

Nell’analisi longitudinale, che ha previsto la valutazione seriata del marcatore al basale e ogni 2 settimane fino a 56 settimane dall’inizio del trattamento, si è dimostrato che la caduta del CEA era più veloce e profonda nel braccio sperimentale. Questo dato, peraltro, era perfettamente in linea con quello della variazione volumetrica della malattia dimostrata dalla rapidità e profondità dello shrinkage tumorale.

Nel braccio di pazienti che ricevevano FOLFIRI e cetuximab la riduzione del marcatore si dimsotrava essere un ottimo fattore predittivo: i CEA responders, infatti, avevano un significativo vantaggio in PFS mediana (11.8 mesi vs 7.4 mesi, HR 1.53, p=0.004) e in OS mediana (36.6 mesi vs 21.3 mesi, HR 1.73, p=0.001), dato confermato anche nella popolazione più selezionata dal punto di vista molecolare.

Lo studio conferma come la misura del decremento del CEA possa predire vantaggio in pazienti con malattia colorettale trattati in prima linea con EGFR-inibitore.

Il dato è immediatamente applicabile nella pratica clinica: pensate a quale buona notizia possiamo portare al paziente in cui il CEA si riduce dopo solo un mese di trattamento, roba da stapparci una buona birra.