Patologia gastrointestinale
Giovedì, 22 Maggio 2014

Stop feeding the PET! (at least before surgery for resectable CRC liver mets)

A cura di Giuseppe Aprile

Recenti linee guida suggeriscono (Schmoll J, Ann Oncol 2012) o raccomandano (Chan K, Clin Oncol 2014) di programmare una PET nella valutazione preoperatoria dei pazienti con metastasi epatiche da CRC. Ma in quanti casi i risultati dell'indagine metabolica modificano la strategia operatoria?

Moulton CA et al, JAMA 2014;311(18):1863-1869

Pazienti con metastasi epatiche da carcinoma colorettale resecabili possono beneficiare della possibilita' di una chirurgia radicale, che impatta in modo notevole sulla storia naturale della malattia. Infatti, oltre un terzo dei pazienti sottoposti a tale procedura sono vivi e senza malattia a 5 anni.

Nel work-up preoperatorio il ruolo della PET-CT sembra essere utile a definire quali interventi chirurgici possano/debbano essere evitati o modificati per una diffusione della malattia neoplastica in sede extraepatica. Tuttavia, questa posizione non e' sostenuto da evidenza di alto livello.

Lo studio canadese ha randomizzato 404 pazienti a effettuare (270) o non effettuare (134) una PET prima della chirurgia delle lesioni epatiche. Tutti i pazienti erano stati valutati da una equipe esperta in chirurgia epatobiliare in 9 differenti ospedali dell'Ontario.

Obiettivo primario del trial era verificare se i risultati dell'indagine cambiassero la strategia pianificata, provocandone la cancellazione o l'estensione ad altre sedi intra o extraepatiche. Endpoint secondario dello studio era l'outcome della procedura.

La resezione epatica e' stata effettuata nel 91% dei pazienti inclusi nel braccio con PET e nel 92% dei pazienti inclusi nel braccio standard.

Nei 263 pazienti che hanno effettuato l'indagine metabolica, in 21 casi (8%) era stata valutata una possibile modifica del piano operatorio, poi realmente applicata nel 4.5% dei pazienti (7 pazienti non sono stati operati, 4 hanno avuto una chirurgia piu' estesa, 9 hanno avuto una chirurgia estesa ad altri organi).

Ad un follow-up di 36 mesi, la sopravvivenza non e' stata diversa nei due gruppi (HR 0.86; 95%CI 0.60-1.21, p=0.38) e nemmeno nei pazienti effettivamente sottoposti a chirurgia (HR 0.81; 95% CI 0.56-1.18, p=0.28).

Il modello multivariato non subiva modifica in dipendenza dell'inclusione del dato metabolico (differenza in C statistica 0.12, 95% CI 0.04-0.21); il dato suggerisce che il SUV non fosse un buon predittore di sopravvivenza.

Lo studio ha in ogni caso alcuni limiti: i pazienti non erano bilanciati per criteri di Fong nei due bracci di trattamento e i criteri di resecabilita' delle lesioni epatiche si sono modificati nel tempo.

L'includere una PET nel workup diagnostico preoperatorio di pazienti con metastasi epatiche resecabili induce raramente una modifica della strategia. Per questo motivo, deve essere ripensata l'utilita' di un esame costoso in questa tipologia di pazienti.