Patologia gastrointestinale
Giovedì, 17 Maggio 2018

Trifluridina/Tipiracil (TAS-102): arrivano i dati di real life

A cura di Giuseppe Aprile

Corposa casistica italiana aggiunge interessanti informazioni di pratica clinica sulla nuova molecola da poco in uso nel nostro Paese. Una nuova opzione per pazienti con malattia colorettale avanzata che stiamo iniziando a conoscere nel quotidiano.

Cremolini C, et al. Trifluridine/Tipiracil (TAS-102) in Refractory Metastatic Colorectal Cancer: A Multicenter Register in the Frame of the Italian Compassionate Use Program. Oncologist 2018, epub ahead of print May 8th.

Un unmeet need la terapia di linea avanzata nel carcinoma del colon-retto metastatico, dove oltre il 40% dei pazienti giunge in buone condizioni alla terza/quarta linea.

Fino a pochi anni fa, le possibilità terapeutiche erano molto scarse e spesso personalizzate sull'arte dell'oncologo; ora abbiamo in uso in pratica clinica due molecole testate in studi di fase III: regorafenib - multitarget "dirty" con prevalente azione antiangiogenica- e trifluridina/tipiracil - una fluoropirimidina orale con un meccanismo d'azione peculiare.

Tuttavia, i pazienti arruolati nei trial clinici randomizzati (studi registrativi) sono per definizione selezionati e possono non rappresentare in modo fedele il paziente "normale" che ogni giorno visitiamo nei nostri ambulatori. Questo gap è colmato dalle esperienze di real-practice che oggi assumono una grande rilevanza per permetterci di affinare la selezione dei pazienti e di ottimizzare il rapporto costo-beneficio del farmaco, anche considerato il setting di trattamento e l'inefficacia della molecola in circa la metà dei casi.

Sulle pagine di Oncologist è stata recentemente pubblicata l'esperienza italiana nell'uso di TAS-102, quasi 350 pazienti trattati nel programma di uso compassionevole in 8 centri Italiani tra la fine del 2015 e la primavera del 2016, tempo trascorso tra la approvazione FDA e quella dell'EMA. I dati dei pazienti sono stati riportati e analizzati per PFS prima o dopo i sei mesi - sfruttando l'esperienza del nomogramma Colon LIFE (Pietrantonio F, et al. Ann Oncol 2017) -con un confronto tra le due possibili sequenze in linea avanzata per i pazienti che avevano ricevuto sia TAS-102 che regorafenib.

Lo studio ha arruolato 341 pazienti pretrattati con terapia sistemica (il 30% dei casi aveva già ricevuto tre linee di terapia, il 23% dei casi almeno quattro precedenti linee), con età mediana 61 anni (range 33-81) e PS 0-1 rispettivamente nel 60 e 40% dei casi.

La maggior parte dei pazienti aveva una neoplasia al colon sinistro (70% circa) e aveva una mutazione di RAS (59%) o BRAF (5%).

Il tasso di risposta è stato inferiore al 5% mentre un terzo dei pazienti raggiungeva il controllo di malattia. Per quanto concerne i dati di efficacia: la PFS mediana è stata di 2.4 mesi, con un tasso di PFS-free a sei mesi pari al 20%; la sopravvivenza mediana è stata di poco superiore ai 6 mesi (mOS 6.2 mesi, 95%CI 5.4-7.2). In questi casi, le caratteristiche cliniche in grado di predire la sopravvivenzxa libera da progressione a sei mesi erano l'avere PS 0, un valore di LDH nei limiti di norma e un tempo di oltre 18 mesi prima della diagnosi di malattia metastatica, confermando anche la abilità discriminativa del nomogramma prognostico Colon LIFE.

Nei 121 pazienti che avevano ricevuto sia TAS-102 che regorafenib, i dati di efficacia erano simili, indipendentemente dalla sequenza, testimoniando che la scelta ad oggi è basata più sul differente profilo di tossicità delle molecole e sui dati clinici che non su dei reali fattori predittivi.

Non sono stati registrati dati inattesi in termini di tolleranza e tossicità.

 

 

Lo studio conferma che un paziente ogni 5 beneficia della terapia di linea avanzata con trifluridina/tipiracil.

Il report italian sull'uso di TAS-102 ha vari punti di merito: i dati di real life hanno il pregio di aggiungere a quelli dei trial randomizzati l'esperienza sul campo quotidiano, che consente ai clinici di acquisire maggiore confidenza con l'uso molecola, adattarne la prescrizione al paziente "usuale" ed escludere dal trattamento pazienti con minime possibilità di poterne trarre vantaggio.

E' stato pianificato uno studio randomizzato per il confronto head-to-head della sequenza ottimale da adottare nella pratica clnica.