Patologia gastrointestinale
Venerdì, 27 Agosto 2021

Cave CAVEm: mordenti novità in tema di rechallange

A cura di Giuseppe Aprile

La proposta terapeutica di un farmaco biologico utilizzato in precedenza è una pratica possibile nel tumore del colon se la malattia è ben molecolarmente selezionata. Dai risultati dello studio CAVE, emergono le nuove associazioni.

Martinelli E, et al. Cetuximab Rechallenge Plus Avelumab in Pretreated Patients With RAS Wild-type Metastatic Colorectal Cancer: The Phase 2 Single-Arm Clinical CAVE Trial. JAMA Oncol 2021 Aug 12. Epub ahead of print

Dopo i risultati dello studio CRICKET (Jama Oncol 2018) - che ha dimostrato la attivià clinica del rechallange con cetuximab in pazienti con adenocarcinoma coorettale metastatico (tasso di risposta 20%, controllo di malattia circa 50%, PFS mediana circa 4 mesi e OS mediana di circa 1 anno) - e il prezioso fine-tuning nella selezione del candidato ideale ad EGFR inibitore tramite il pannello PRESSING (Ann Oncol 2017), la strada del rechallange prosegue.

Come già commentato in altri twwet, in questo contesto si intende per rechallange una seconda esposizione a un trattamento oncologico con il quale il paziente era già stato in precedenza trattato, aveva riportato una iniziale chiara risposta e quindi sviluppato una altrettanto chiara progressione. Tra la prima e la seconda esposizione, inoltre, il paziente è stato trattato con un altro regime non cross-resistente.

Lo studio CAVE - un trial accademico di fase 2 open-label condotto in 8 centri italiani del GOIM - ha previsto la combinazione di cetuximab a dosi standard combinato ad avelumab (10 mg/kg) ogni 14 giorni a pazienti con adenocarcinoma colorettale in stadio IV RAS e BRAF wild-type che avevano beneficiato di una combinazione con cetuximab o panitumumab in prima linea. Il trattamento sperimentale era proposto in terza linea o in linea successiva. Endpoint primario dello studio, atipico per un fase II, era la OS mediana: si mirava ad ottenere infatti una mOS di 11 mesi, superiore a quella di 8 mesi riportata in lettartura nei controlli storici.

Lo studio ha arruolato 77 pazienti in circa 18 mesi e ha riportato i seguenti dati:

Tasso di risposta: 8%

Tasso di controllo di malattia: 65% (in oltre la metà dei casi superiore a 4 mesi)

mPFS: 3.6 mesi (95%CI 3.2-4.1 mesi)

mOS: 11.6 mesi (95%CI 8.4-14.8 mesi).

Interessante notare che se il tumore non dimostrava alterazioni di RAS/BRAF alla anlaisi del ctDNA in biopsia liquida la median OS era di 17.3 mesi, senza sostanziali differenze in dipendenza dello stato di instabilità microsatellitare.

Lo studio accademico, disegnato e condotto dal team di ricercatori clinici partenopei, dimostra che il rechallange con cetuximab e avelumab (che sostituirebbe il CPT-11 utilizzato nel trial Cricket) è attivo e ben tollerato in pazienti pretrattati per malattia avanzata all wild-type che avevano inizialmente beneficiato della strategia terapeutica con EGFR-inibitore.

Ancora una volta è inoltre confermato l'importante ruolo della biopsia liquida nel selezionare i pazienti da candidare alla riesposizione a cetuximab o panitumumab, soprattutto con lesione primaria sinistra (vedi anche Manca P, et al. The Added Value of Baseline Circulating Tumor DNA Profiling in Patients with Molecularly Hyperselected, Left-sided Metastatic Colorectal Cancer. Clin Cancer Res 2021). Lo studio di Erika Martinelli si dovrà leggere assieme ai dati del trial Chronos, presentato da Andrea Sartore-Bianchi ad ASCO 2021 ma non ancora pubblicato in extenso.

Considerati i risultati negativi del trial IMblaze 370 e il limitato numero di pazienti con stato MSI-H inclusi nel CAVE, il ragionamento su questi casi rimane di valore speculativo.