Patologia mammaria
Martedì, 08 Dicembre 2015

L'allattamento al seno riduce il rischio di carcinoma mammario. Nuove conferme.

A cura di Fabio Puglisi

Una meta-analisi di 27 studi (di coorte e caso-controllo) ha analizzato il ruolo dell'allattamento al seno nel ridurre il rischio di carcinoma mammario.
La relazione causa-effetto è stata valutata in modo distinto nei diversi sottotipi tumorali, definiti in base all'espressione dei recettori ormonali (ER, PgR) e, per la prima volta, in base allo stato di HER2.

Islami F, et al. Breastfeeding and breast cancer risk by receptor status-a systematic review and meta-analysis. Ann Oncol 2015;26:2398-407.

Diversi fattori sono stati associati al rischio di sviluppare un carcinoma mammario:

  • età
  • mutazioni genetiche, quali quelle che coinvolgono BRCA (<5%–10% di tutti i tumori mammari)
  • fattori riproduttivi (nulliparità, età alla prima gravidanza, età al menarca, età alla menopausa)
  • uso di ormoni esogeni (contraccettivi orali, terapia ormonale sostitutiva)
  • consumo alcolico
  • indice di massa corporea elevato/obesità
  • insulino-resistenza

Oggi, essendo note le differenze biologiche tra i diversi sottotipi di carcinoma mammario, si cerca di identificare possibili relazioni tra meccanismi di cancerogenesi e profilo molecolare del tumore.

L'unica meta-analisi che aveva indagato l'associazione tra allattamento al seno e rischio di carcinoma mammario includeva studi pubblicati fino al dicembre 2005. Una relazione inversa tra allattamento e rischio era stata evidenziata indipendentemente dall'espressione dei recettori ormonali (riduzione del rischio di tumori ER+/PgR+ o ER-/PgR-). Tuttavia, non era stato analizzato lo stato di HER2.

Una meta-analisi aggiornata che include anche le informazioni sullo stato di HER2 è stata condotta su 27 studi (8 studi di coorte e 19 studi caso–controllo), per un totale di 36881 casi di carcinoma mammario.

 

In donne che hanno avuto figli, si dimostra una associazione inversa tra allattamento al seno e rischio di carcinoma mammario negativo per ER e PgR. Tali risultati, simili tra studi di coorte e studi caso-controllo, si confermano anche dopo aggiustamento per altri fattori di rischio fra cui il numero di gravidanze a termine (odds ratio combinato, OR 0.90; 95% IC 0.82–0.99), con modesta eterogeneità e senza evidenza di publication bias.

In un sottogruppo di 3 studi che includevano anche l''informazione sullo stato di HER2, è stata evidenziata un associazione inversa anche maggiore tra allattamento e rischio di carcinoma mammario triple-negative (OR 0.78; 95% IC 0.66–0.91).

L'analisi combinata degli studi di coorte non ha evidenziato alcuna associazione tra allattamento e rischio di carcinoma mammario ER+/PgR+ o ER+ e/o PgR+, sebbene singoli studi (rispettivamente 1/4 nei tumori ER+/PgR+ e e 2/7 nei tumori ER+ e/o PgR+) abbiano riportato un'associazione inversa. 

La meta-analisi conferma il ruolo protettivo dell'allattamento al seno:

  • associazione significativa tra allattamento e riduzione del rischio di carcinoma mammario negativo per i recettori ormonali
  • risultati ottenuti dopo aver aggiustato per altri fattori di rischio quali età, BMI, numero di gravidanze a termine, storia familiare

La meta-analisi non risponde in modo definitivo riguardo ai seguenti quesiti che meritano di essere approfonditi in studi futuri:

  • associazione tra allattamento e rischio di tumori con espressione dei recettori ormonali
  • relazione tra durata dell'allattamento ed effetto protettivo

La meta-analisi fornisce risultati molto importanti in termini di salute pubblica, supportando una strategia di prevenzione per quelle forme di carcinoma mammario che si caratterizzano per:

  • maggiore frequenza fra le donne giovani
  • maggiore aggressività
  • mancato effetto protettivo da parte di agenti antiormonali