Patologia mammaria
Lunedì, 11 Dicembre 2017

Contraccettivi ormonali e rischio di carcinoma mammario

A cura di Fabio Puglisi

Qual è l'associazione tra uso di contraccettivi ormonali e rischio di carcinoma mammario? Uno studio prospettico fornisce nuove e interessanti evidenze.

Mørch LS, et al. Contemporary Hormonal Contraception and the Risk of Breast Cancer. N Engl J Med
2017;377:2228-2239. 

Disegno dello studio: prospettico di coorte, su base nazionale (Danimarca). Analisi di associazione tra l’uso di contraccettivi orali e il rischio di carcinoma mammario.

Popolazione: donne danesi di età compresa tra i 15 e i 49 anni senza storia di carcinoma o di tromboembolismo venoso e non trattate per l’infertilità.

Informazioni ottenute attraverso i registri tumori nazionali. Sono stati rilevati i dati sull’uso dei contraccettivi ormonali, sulle diagnosi di carcinoma mammario e sui potenziali fattori confondenti.

L’analisi è stata condotta su 1.8 milioni di donne, seguite per 10.9 anni (corrispondenti a 19.6 milioni anni-persona). Sono stati osservati 11.517 casi di carcinoma mammario. Al confronto con donne che non avevano mai fatto uso di contraccettivi ormonali, il rischio relativo di carcinoma mammario tra le utilizzatrici attuali e recenti è risultato pari a 1.20 (95% IC, 1.14-1.26), variando tra 1.09 (95% IC, 0.96-1.23) e 1.38 (95% IC, 1.26-1.51) per periodi di esposizione rispettivamente inferiori a un anno o superiori a 10 anni (P = 0.002).

Una volta interrotta l’esposizione, il rischio si manteneva ancora elevato fra chi aveva utilizzato la contraccezione ormonale per 5 o più anni. Le stime di rischio per utilizzatrici attuali o recenti di varie combinazioni estro–progestiniche variavano tra 1.0 e 1.6. L’esposizione a dispositivi intrauterini progestinici è associata a un incremento del rischio di carcinoma mammario (rischio relativo, 1.21; 95% IC, 1.11-1.33).

In termini assoluti, l’incremento di casi di carcinoma mammario diagnosticati fra le utilizzatrici attuali e recenti di contraccettivi ormonali è pari a 13 ogni 100.000 anni-persona, o a circa 1 carcinoma mammario aggiuntivo ogni 7690 donne ricorrenti alla contraccezione ormonale per un anno.

Il rischio di carcinoma mammario fra le donne che fanno uso di contraccettivi ormonali è funzione della durata di esposizione.

Rispetto alle donne che non fanno uso di contraccettivi ormonali, l’incremento del rischio è stimato intorno al 20% fra chi ne fa uso o ne ha fatto un uso recente. Se l’esposizione è inferiore a un anno, il rischio è di circa il 9% per arrivare al 38% fra chi ne ha fatto uso per più di 10 anni.
Inoltre, le donne esposte per > 5 anni presentano un incremento del rischio che si mantiene per almeno cinque anni dalla sospensione (dato da interpretare con cautela dal momento che la significatività statistica si perde dopo analisi multivariata delle diverse categorie di durata e di intervallo dall’ultima assunzione). Viceversa, fra coloro che sono state esposte per periodi brevi, l’eccesso di rischio è presto azzerato dopo la sospensione della contraccezione.

L’osservazione di un rischio relativo di 1.20  è in linea con quanto riportato da studi precedenti (es. Collaborative Group on Hormonal Factors in Breast Cancer e Nurses’ Health Studies). Come rilevato nell’editoriale di accompagnamento, un importante valore aggiunto del recente studio consiste nel fatto che le formulazioni di contraccezione ormonale analizzate sono quelle più recenti (diffuse in Danimarca dal 1995 in poi). La letteratura esistente, d’altro canto, aveva fornito informazioni riguardo a formulazioni degli anni ’80 e antecedenti. Nel 2007, già l’International Agency for Research on Cancer dichiarava la cancerogenicità dei contraccettivi ormonali estro-progestinici, sostenuta da una sufficiente evidenza di associazione con il rischio di carcinoma mammario limitato alle donne che li stessero utilizzando o che ne avevano fatto un uso recente. In effetti, i risultati di uno studio caso-controllo dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) pubblicato nel 2002 non avevano riportato un’associazione significativa tra contraccettivi e aumento del rischio di carcinoma mammario ma la casistica comprendeva donne tra i 35 e i 65 anni che, per lo più, ne avevano fatto uso in passato.

Lo studio quindi consolida le conoscenze riguardo alla relazione tra anticoncezionali ormonali e rischio di carcinoma mammario e contestualizza le informazioni rispetto ad altri fattori di rischio analizzando l’effetto di formulazioni più recenti di contraccettivi.

La numerosità del campione, superiore rispetto agli studi precedenti, ha consentito l’analisi di sottogruppi. In tal modo, è stato possibile confermare l’associazione “durata dell’esposizione e rischio” anche fra donne di età inferiore a 35 anni e nullipare.
Inoltre, dall’analisi delle varie formulazioni si evince che nessuna è completamente scevra da rischi. In particorale, il rischio è stato documentato sia con levonorgestrel orale sia con dispositivo intrauterino (IUD) rilasciante levonorgestrel.

Va notato che il rischio di carcinoma mammario va controbilanciato con i benefici della contraccezione ormonale:

  • effetto su dismenorrea o menorragia
  • riduzione del rischio di tumore ovarico, endometriale, colo-rettale

È stato calcolato che l’effetto netto dell’uso di contraccettivi ormonali per 5 o più anni si traduce in una lieve riduzione del rischio oncologico totale. Tuttavia, l’eccesso di rischio (sia per carcinoma mammario che per infarto o stroke) osservato soprattutto nelle donne con più di 40 anni, suggerisce di prendere in considerazione altre forme di contraccezione (es. dispositivi intrauterini non-ormonali) in tale fascia di età.