Patologia mammaria
Martedì, 04 Ottobre 2022

I numeri (aggiornati) del carcinoma mammario.

A cura di Fabio Puglisi

L’American Cancer Society riporta puntualmente i dati sul carcinoma mammario negli Stati Uniti, includendo informazioni sull’incidenza, sulla mortalità, sulla sopravvivenza e sullo screening mammografico. Vediamo insieme cosa emerge dalla analisi più aggiornata

Giaquinto AN, et al. Breast Cancer Statistics, 2022. CA Cancer J Clin. 2022 Oct 3. doi: 10.3322/caac.21754. Epub ahead of print. 

Il carcinoma mammario è la patologia oncologica più frequente nel sesso femminile dopo i carcinomi cutanei. Negli Stati Uniti, dopo il carcinoma polmonare, è la seconda causa di morte per tumore tra le donne, ma la principale causa di morte per tumore tra le donne nere e ispaniche.

Si stima che il 30% dei casi di carcinoma mammario sia attribuibile a fattori di rischio modificabili, come peso corporeo in eccesso, inattività fisica e alcol, e quindi può essere prevenibile. Inoltre, la prevenzione secondaria, attraverso la mammografia di screening, insieme ai progressi nel trattamento, contribuisce a ridurre in riduzione della mortalità per carcinoma mammario. 

In questo lavoro, l’American Cancer Society fornisce un aggiornamento delle ultime statistiche sul carcinoma mammario in negli Stati Uniti, compreso il numero stimato di nuovi casi e decessi per età nel 2022; l’incidenza e i tassi di mortalità per età, razza/etnia, stadio, sottotipo molecolare e geografia in base ai dati di incidenza fino al 2019 e di mortalità fino al 2020.

L’incidenza del carcinoma mammario è aumentata nelle ultime 4 decadi. Recentemente, tra il  2010–2019, si è assistito ad un incremento annuo dello 0.5%, per lo più appannaggio degli stadi localizzati e delle forme con recettori ormonali positivi. Di contro, i tassi di mortalità per carcinoma mammario sono diminuiti sensibilmente dal picco del 1989, con un minore impatto negli anni più recenti (calo dell’1.3% annuo dal 2011 al 2020) rispetto alla decade precedente (1.9% annuo dal 2002 al 2011). In totale, il tasso di morte è sceso del 43% negli anni 1989–2020, con un numero corrispondente a 460.000 eventi in meno nel periodo esaminato. 

La mortalità è diminuita in modo simile tra i diversi gruppi razziali/etnici ad eccezione degli Indiani americani e dei nativi dell’Alaska che hanno sperimentato una sostanziale stabilità. 

Tuttavia, sebbene sia stata osservata una minore incidenza fra le donne nere rispetto alle donne bianche (127.8 vs. 133.7 per 100.000), è mantenuta la disparità in termini di mortalità con un tasso del 40% più alto fra le donne nere (27.6 vs. 19.7 morti per 100.000 negli anni 2016–2020) e due volte più alto fra le donne sotto i 50 anni di età (12.1 vs. 6.5 morti per 100.000). Le donne nere hanno la sopravvivenza a 5 anni più bassa in qualsiasi sottogruppo molecolare e in qualsiasi stadio di malattia con l’eccezione dello stadio I. Il gap più ampio tra bianche e nere è stato osservato per i tumori con recettori ormonali positivi e stato di HER2 negativo, per i tumori HER2-positivi con recettori ormonali negativi e per i tumori in stadio III. 

L’incidenza del carcinoma mammario continua a crescere lentamente negli Stati Uniti, per lo più associata alla malattia con recettori ormonali positivi. 

Il trend di crescita riflette in parte l’aumento dell’eccesso ponderale e il declino nel tasso di fertilità (entrambi fattori di rischio per carcinoma mammario).

Malgrado ciò, la mortalità per carcinoma mammario continua a diminuire, sebbene ad un ritmo più lento rispetto a quanto osservato tra gli anni ’90 e gli anni 2000. 

Le donne nere hanno una mortalità del 40% superiore rispetto alle bianche, pur essendo caratterizzate da una minore incidenza. Tale disparità è rimasta invariata negli anni. Le donne nere, inoltre, hanno la sopravvivenza più bassa di qualsiasi altra categoria razziale/etnica per ciascun sottotipo molecolare o di stadio (eccetto lo stadio I)

I progressi in termini di riduzione della mortalità potrebbero essere accelerati attenuando le disparità razziali, potenziando l’accesso a programmi di screening di alta qualità e ai trattamenti, attraverso l’estensione nazionale di Medicaid e la partnerships tra stakeholder, organizzazioni di volontariato e sistemi sanitari.