Patologia mammaria
Martedì, 12 Maggio 2020

HER2 allo stato liquido

A cura di Fabio Puglisi

Valutare lo stato di HER2 su biopsia liquida è possibile. Uno studio rivela l’utilità dell’espressione di HER2 su cellule tumorali circolanti nel predire la prognosi e il beneficio dai trattamenti anti-HER2 in pazienti con carcinoma mammario metastatico.

Wang C, et al. Prognostic value of HER2 status on circulating tumor cells in advanced-stage breast cancer patients with HER2-negative tumors. Breast Cancer Res Treat [Epub ahead of print]

 

La biopsia liquida con la valutazione delle cellule tumorali circolanti (CTCs) si prefigura come un approccio molto promettente grazie alla sua natura non invasiva e alla possibilità di effettuare valutazioni ripetute nel tempo utili a monitorare il decorso della malattia e il beneficio delle terapie in atto. In particolare, le CTCs sono rilasciate in circolo dopo uno shedding dal tumore primitivo o da una sede metastatica.
La valutazione dell’espressione di HER2 su CTCs di pazienti con carcinoma mammario è possibile, e sono stati evidenziati tassi di discordanza fino al 50% fra lo stato di HER2 su tessuto (tHER2) e quello su CTCs (cHER2). Inoltre, non è ancora chiaro se pazienti con profilo tHER2−/cHER2+ possano beneficiare da un trattamento anti-HER2.
Recentemente, due studi clinici (NCT01619111 and NCT01975142) sono stati avviati allo scopo di valutare il ruolo di agenti anti-HER2 (lapatinib e T-DM1) nel trattamento di pazienti con stato di HER2 discordante tra tessuto e CTCs (tHER2−/cHER2+).

Lo studio oggetto del nostro commento valuta il ruolo dello stato di cHER2 nel predire la prognosi di pazienti con stato tHER2−. Inoltre, gli autori analizzano il valore dello stato di cHER2 quale fattore predittivo di beneficio dai trattamenti anti-HER2.

METODI
Lo stato di HER2 su cellule tumorali circolanti (cHER2) è stato valutato in 105 pazienti con carcinoma mammario avanzato negativo per HER2 sulla base della valutazione su tessuto (tHER2−). L’associazione tra stato cHER2 e progression-free survival (PFS) è stata analizzata mediante modelli di Cox in univariata e multivariata e le differenze in sopravvivenza sono state confrontate con il metodo di Kaplan–Meier.

I casi classificati a basso rischio per stato di cHER2 (cHER2+ < 2), rispetto a quelli ad alto rischio (cHER2+ ≥ 2) hanno mostrato una sopravvivenza peggiore e un rischio aumentato di progressione (hazard ratio [HR] 2.16, 95%IC 1.20–3.88, P = 0.010). 

Fra le pazienti ad alto rischio per stato di cHER2 trattate con agenti anti-HER2 è stato osservato un guadagno in PFS (HR 0.30, 95% CI 0.10–0.92, P = 0.035). Viceversa, la terapia anti-HER2 non ha modificato la PFS fra le pazienti a basso rischio per stato di cHER2 (HR 0.70, 95%IC 0.36–1.38, P = 0.306). Risultati simili sono stati osservati anche dopo aggiustamento per le covariate. 

In 67 pazienti è stato possibile esaminare lo stato di cHER2 in corso di follow-up, riscontrando un vantaggio in sopravvivenza fra le pazienti il cui stato di  cHER2 si è modificato passando da un alto rischio al basale ad un basso rischio alla prima valutazione (PFS mediana: 11.7 settimane se alto rischio cHER2  basso rischio cHER2 vs. 2 settimane se alto rischio cHER2  alto rischio cHER2, log-rank P = 0.001).

In pazienti con carcinoma mammario avanzato e stato di HER2 negativo su tessuto (tHER2−), la valutazione dello stato di HER2 su cellule tumorali circolanti mediante biopsia liquida (cHER2) predice la prognosi e il beneficio dai trattamenti anti-HER2. 

Lo studio è molto promettente ma necessita di essere interpretato con cautela a causa di alcuni limiti: bassa numerosità del campione, eterogeneità dei trattamenti, assenza di validazione indipendente.