Patologia mammaria
Lunedì, 16 Giugno 2014

Ulteriore proof of concept a supporto del T-DM1: lo studio TH3RESA

A cura di Fabio Puglisi

L'evidenza a supporto del ruolo di T-DM1 nel trattamento del carcinoma mammario HER2 positivo si arricchisce di un nuovo studio. Nel setting avanzato, l'impiego di T-DM1 si rivela superiore rispetto ad una terapia, prevalentemente l'associazione di chemioterapia e trastuzumab, la cui scelta era affidata alla discrezione del medico.

Krop IE, et al. Trastuzumab emtansine versus treatment of physician's choice for pretreated HER2-positive advanced breast cancer (TH3RESA): a randomised, open-label, phase 3 trial. Lancet Oncol 2014;15:689-99.

Lo studio di fase III, denominato TH3RESA, è stato condotto su una popolazione di pazienti con carcinoma mammario HER2 positivo in stadio avanzato e in progressione dopo almeno due linee di trattamento anti-HER2. Il disegno prevedeva la randomizzazione 2:1 ai seguenti bracci di trattamento:
• trastuzumab emtansina (T-DM1), una molecola composta da trastuzumab legato all'agente citotossico DM-1, alla dose di 3,6 mg/kg e.v. ogni 21 giorni
• scelta terapeutica effettuata dal medico sperimentatore, a sua discrezione
Fattori di stratificazione: area geografica, numero di regimi terapeutici effettuati in precedenza per la malattia metastatica, presenza/assenza di malattia viscerale.
Coprimary endpoints: progression-free survival (PFS) valutata dallo sperimentatore, overall survival (OS) nella popolazione intention-to-treat.

Lo studio ha arruolato, in poco più di un anno, 602 pazienti di cui 404 sono state assegnate al braccio T-DM1 e 198 al braccio con terapia a scelta del medico. Di queste ultime, al momento dell'analisi, 44 pazienti avevano effettuato il crossover al T-DM1.
La PFS è risultata significativamente superiore fra le pazienti trattate con T-DM1 (mediana 6.2 mesi, 95% CI 5.59–6.87 vs 3.3 mesi, 95% IC 2.89–4.14; hazard ratio [HR] 0.52, 95% IC 0.42–0.66, p<0.0001). Inoltre, anche l'analisi ad interim dell'OS ha evidenziato un trend a favore di trastuzumab emtansine (HR 0.55, 95% IC 0.37–0.82; p=0.0034). Una minore incidenza di effetti collaterali di grado 3 è stata osservata con il T-DM1 rispetto agli agenti scelti dal medico (130 eventi, pari al 32%, in 403 pazienti vs 80 eventi, pari al 43%, in 184 pazienti).

L'agente trastuzumab emtansina, noto anche con l'acronimo T-DM1, si è dimostrato superiore alla terapia basata sulla scelta del medico sperimentatore (prevalentemente un'associazione di trastuzumab e chemioterapia) in pazienti che avevano ricevuto almeno due linee di trattamento per un carcinoma mammario HER2 positivo in stadio avanzato.
Ulteriore proof of concept a sostegno di un agente il cui meccanismo d'azione (veicolare la chemioterapia fino alla sede tumorale e rilasciare la stessa solo una volta riconosciuto il bersaglio) favorisce l'efficacia e, al contempo, minimizza la tossicità.