Patologia mammaria
Martedì, 04 Luglio 2017
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La firma più bella

A cura di Fabio Puglisi

Può una firma molecolare identificare i carcinomi mammari con comportamento indolente?

Esserman LJ, et al. Use of Molecular Tools to Identify Patients With Indolent Breast Cancers With Ultralow Risk Over 2 Decades. JAMA Oncol 2017 [Epub ahead of print]

La frequenza di carcinomi mammari con comportamento indolente è aumentata a seguito della diffusione dello screening. Pertanto, al fine di evitare l'overtreatment, è importante sviluppare strumenti in grado di identificare i casi a prognosi particolarmente buona.

Disegno dello studio: analisi secondaria di uno studio clinico randomizzato che ha confrontato tamoxifen vs nessun trattamento sistemico.

Popolazione:  donne con carcinoma mammario N0 trattate con mastectomia o chirurgia conservativa e radioterapia nell'ambito dello studio svedese STO-3, tra il 1976 e il 1990.

Randomizzazione: Dopo 2 anni di tamoxifen vs nessuna terapia, indipendentemente dallo stato recettoriale, le pazienti senza recidiva che hanno espresso un nuovo consenso sono state ulteriormente randomizzate ad ulteriori 3 anni di tamoxifen o a nessuna terapia. 

Misure di efficacia: Breast cancer–specific survival valutata mediante analisi di Kaplan-Meier
e analisi multivariata aggiustata per trattamento, età della paziente, anno di diagnosi, dimensioni tumorali, stato dei recettori ormonali, stato di HER2 e valori di Ki67.

La firma MammaPrint è stata valutata applicando l’analisi di espressione genica su RNA estratto da campioni di carcinoma mammario. Utilizzando la piattaforma Agilent, è stata analizzata l’espressione dell’RNA messaggero di 70 geni che, in base a valori soglia presviluppati, ha consentito di classificare i tumori in diverse categorie di rischio:

  • ultrabasso (≥0.355)
  • basso ma non ultrabasso (>0 <0.355)
  • alto (<0)

Fra le  652 donne con MammaPrint scoring disponibile (età mediana 62.8 anni), 377 (58%) e 275 (42%) presentavano un basso e un alto rischio, rispettivamente.  In 98 (15%) pazienti, lo score di rischio è risultato ultrabasso.

A 20 anni, le donne con tumori classificati ad alto e basso ma non ultrabasso rischio si sono caratterizzate per un rischio più alto di morte causa-specifica rispetto alle donne con rischio ultrabasso (hazard ratios, 4.73 [95%IC, 1.38-16.22] e 4.54 [95%IC, 1.40-14.80], rispettivamente). Nella categoria a rischio ultrabasso non si sono verificati eventi morte a 15 anni fra le pazienti trattate con tamoxifen. 

A 20 anni, in presenza di uno score di rischio ultrabasso, il tasso di disease-specific survival è stato del 97% fra le pazienti trattate con tamoxifen e del 94% fra le non trattate.

Un'analisi secondaria di un trial randomizzato che confrontava tamoxifen verso nessuna terapia sistemica in donne postmenopausali con carcinoma mammario N0 ha evidenziato una categoria con prognosi eccellente:

  • tasso di disease-specific survival a 20 anni, rispettivamente del 97% e del 94% nel braccio con tamoxifene e nel braccio di controllo

Le donne con rischio molto basso stimato sulla base della firma a 70 geni possono essere rassicurate riguardo alla prognosi a lungo termine, con o senza terapia endocrina. Nello studio, peraltro, la maggioranza delle donne trattate con tamoxifen aveva ricevuto solo 2 anni di trattamento.  

I risultati di questo studio consentono di identificare donne con rischio talmente basso da poter evitare o limitare il trattamento endocrino in determinati contesti clinici:

  • scarsa tolleranza alla terapia (è noto che meno del 60% delle pazienti completa 5 anni di terapia)
  • previsione di terapia estesa (al fine di evitare l'estensione se non necessaria)
  • pazienti anziane (>75 anni) con comorbidità e aspettativa di vita < 10 anni possono limitarsi al solo trattamento chirurgico