Patologia mammaria
Martedì, 26 Settembre 2017

La chemioterapia può attendere, anche in premenopausa

A cura di Fabio Puglisi

L’efficacia e la sicurezza della combinazione di palbociclib, un inibitore delle chinasi ciclino-dipendenti (CDK) 4/6, fulvestrant e goserelin sono state valutate in pazienti premenopausali con diagnosi di carcinoma mammario avanzato progredito dopo terapia endocrina.
I risultati sono buoni e consentono di posporre il ricorso alla chemioterapia.

Loibl S, et al. Oncologist. 2017;22:1028-1038. 

Il PALOMA-3 è uno studio randomizzato di fase III che ha analizzato il ruolo di palbociclib +
fulvestrant (± goserelin) verso la stessa terapia endocrina associata a placebo in donne con carcinoma mammario HR+ in progressione dopo trattamento antiormonale.

Una linea di chemioterapia per la malattia avanzata era concessa.
Lo studio includeva sia pazienti in pre- che in post-menopausa.

La randomizzazione (2:1) prevedeva l’assegnazione a uno dei seguenti bracci di terapia:

  • Sperimentale:
    palbociclib 125 mg die, per os, nei gg 1-21 q28
    fulvestrant 500 mg i.m. q28 (loading dose con somministrazione di 500 mg al giorno 14 del primo ciclo)
    goserelin 3,75 mg i.m. q28 (soltanto per le pazienti in premenopausa) da iniziare ≥4 settimane prima del trattamento in studio
  • Controllo:
    Placebo + fulvestrant ± goserelin

Lo studio ha arruolato in totale 521 pazienti, di cui 108 in pre- e 413 in post-menopausa, dimostrando un vantaggio significativo in termini di progression free survival (PFS) con l’aggiunta del palbociclib (PFS mediana: 9.5 verso 4.6 mesi, HR 0.46, 95%IC 0.36-0.59)

L’analisi oggetto dello studio pubblicato su The Oncologist si è focalizzata sul sottogruppo di donne in premenopausa che non incontravano i seguenti criteri:

  • età ≥ 60 anni
  • età < 60 anni e amenorrea da 12 mesi consecutivi
  • livelli di estradiolo e di FSH nel range post-menopausale
  • ooforectomia bilaterale 
  • insufficienza ovarica documentata clinicamente

Fra le donne in premenopausa, l’età media era di 45 anni e 83/108 (80%) pazienti avevano un’età ≤ 50 anni.

La PFS mediana nel gruppo premenopausale è stata di 9.5 mesi con palbociclib (n=72) verso 5.6 mesi con placebo (n=36) (HR 0.50, 95%IC: 0.29–0.87), e consistente con il vantaggio osservato fra le pazienti in postmenopausa.

L’aggiunta di palbociclib ha portato a un incremento nel tasso di risposte obiettive (25% vs. 11.1%; odds ratio 3.06, 95%IC 0.82-13.38, p=0.057) e nel clinical benefit rate (69.4% vs. 44.4%; 95%IC 1.15-7.34, p = 0.011).

Il tempo mediano al primo trattamento chemioterapico, rispetto alla data di randomizzazione, è stato 120 giorni (range 37-354) nel gruppo palbociclib e di 74.5 giorni (range 53-240) nel gruppo placebo.

Degna di nota l’osservazione di concentrazioni ormonali (FSH, LH, estradiolo) simili tra i bracci di trattamento, a conferma di un’adeguata soppressione della funzione ovarica.
Inoltre, non sono state osservate interazioni farmaco-farmaco.

Primo studio registrativo a includere un’ampia coorte di donne in premenopausa, Il PALOMA-3 fa centro nel dimostrare un beneficio dalla combinazione di palbociclib e fulvestrant, insieme alla soppressione della funzione ovarica con goserelin, nel trattamento del carcinoma mammario avanzato endocrino-resistente.

L’aggiunta del palbociclib al trattamento endocrino si traduce in un incremento della progression-free survival e del tasso di risposta obiettiva senza interferire con l’effetto dell’analogo LHRH.

L’efficacia e il profilo di tossicità favorevole supportano l’impiego della combinazione “inibitore di CDK 4/6 e fulvestrant” e consentono di ritardare il ricorso alla chemioterapia.