Patologia mammaria
Martedì, 10 Ottobre 2017

Carcinoma mammario: i numeri degli Stati Uniti

A cura di Fabio Puglisi

Parliamo di carcinoma mammario e ci troviamo negli Stati Uniti. L’American Cancer Society (ACS) fornisce una overview epidemiologica riportando dati su incidenza, mortalità, sopravvivenza e screening.

DeSantis CE, et al. Breast cancer statistics, 2017, racial disparity in mortality by state. CA Cancer J Clin 2017 (published ahead of print).

L’American Cancer Society (ACS), ogni 2 anni, fornisce una overview epidemiologica specifica per il carcinoma mammario riportando dati su incidenza, mortalità, sopravvivenza e screening.

I dati si riferiscono agli Stati Uniti ma sono molto utili per la comprensione di vari fenomeni che riguardano la patologia mammaria. 

 

Circa 252.710 nuovi casi di carcinoma mammario invasivo e 40.610 morti per la patologia sono attesi nel 2017 negli Stati Uniti.

L’analisi dell’ACS, pubblicata ogni 2 anni dall’American Cancer Society, ha confermato una mortalità maggiore per le donne nere rispetto alle bianche.

Dal 2005 al 2014, l’incidenza è cresciuta in determinate razze/etnie, quali le asiatiche/isolane del Pacifico (1.7% per anno), le nere non-ispaniche (0.4% per anno), e le ispaniche (0.3% per anno).
Viceversa, l’incidenza è rimasta stabile fra le donne bianche non ispaniche e fra le donne indiane americane e native dell’Alaska.
In particolare, l’incremento in incidenza fra tutti i gruppi razziali/etnici sembra per lo più ascrivibile a una crescita della patologia con espressione dei recettori ormonali. D’altro canto, l’incidenza delle forme con recettori ormonali negativi appare in riduzione. 

Si è assistito a una riduzione della mortalità pari al 39% in un periodo compreso tra il 1989 e il 2015 (26 anni). Questa osservazione si traduce in più di 250.000 morti evitate per carcinoma mammario. 

Il progressivo declino della mortalità per carcinoma mammario è stato per lo piiù attribuito ai miglioramenti terapeutici e alla diagnosi precoce mediante mammografia. Al contempo, va notato che non tutte le donne hanno beneficiato allo stesso modo di questi avanzamenti, come evidenziato dalla variabilità nei trend di mortalità. 

Dal 2006 al 2015, infatti, la mortalità è calata in tutte le razze/etnie. Viceversa, nel 2015 la stessa è risultata del 39% più alta fra le donne nere non ispaniche rispetto alle donne bianche non ispaniche (mortality rate ratio [MRR], 1.39; 95%IC 1.35-1.43).

Differenze in mortalità sono state osservate anche tra i diversi Stati.
Tra gli Stati con maggiore mortalità per carcinoma mammario spicca la Louisiana relativamente alla razza nera (MRR, 1.66; 95%IC 1.54, 1.79).
Da notare come non sia emersa alcuna differenza significativa in mortalità tra donne non ispaniche nere e donne non ispaniche in 7 Stati. Sebbene sia possibile ipotizzare un effetto di riduzione delle disparità in questi Stati, non si esclude che l’osservazione sia viziata da una potenza statistica non sufficiente.

Diverse riflessioni possono derivare dall’analisi dei fenomeni epidemiologici.
La disparità osservata fra le razze (maggiore mortalità nella razza nera) è in linea con l’evidenza di complesse interazioni tra fattori biologici e non biologici, fra cui:

  • differenze di stadio alla diagnosi
  • caratteristiche tumorali
  • obesità
  • comorbidità
  • accesso, aderenza e risposta ai trattamenti

D’altro canto, la disparità geografica nella mortalità per carcinoma mammario verosimilmente chiama in causa fattori sociali e strutturali, auspicando un accesso più capillare ai servizi del sistema sanitario nazionale quale possibile provvedimento a garanzia di maggiore equità.