Patologia mammaria
Lunedì, 13 Settembre 2021

Cosa è prognostico, cosa predittivo? La risposta arriva dalla biopsia liquida

A cura di Fabio Puglisi

Lo studio ha valutato la presenza di alterazioni genetiche su ct-DNA di pazienti premenopausali con carcinoma mammario luminale avanzato trattate con ribociclib ed endocrinoterapia nell’ambito dello studio randomizzato di fase III, MONALEESA-7. Sono emersi risultati interessanti sia in termini di prognosi che di predizione del beneficio terapeutico.

Bardia A, et al.  Genomic Profiling of Premenopausal HR+ and HER2- Metastatic Breast Cancer by Circulating Tumor DNA and Association of Genetic Alterations With Therapeutic Response to Endocrine Therapy and Ribociclib. JCO Precis Oncol 2021;5:PO.20.00445. doi: 10.1200/PO.20.00445. 

 

 

 

Lo studio MONALEESA-7 è uno studio di fase III randomizzato condotto su donne in stato premenopausale con carcinoma mammario luminale in stadio avanzato. 

La randomizzazione, con rapporto 1:1, prevedeva l’assegnazione di terapia endocrina e ribociciclib (braccio sperimentale) o placebo (braccio di controllo).  

Parallelamente, è stato condotto uno studio ancillare che raccoglieva campioni di plasma al basale da sequenziare per analisi NGS (next-generation sequencing), utilizzando un pannello di 600 geni.

Obiettivo dello studio: valutare l’associazione tra alterazioni genetiche su ct-DNA e la progression free survival (PFS).

Il ct-DNA al basale è stato sequenziato in 565 pazienti di cui 489 sono risultate avere ≥ 1 alterazione genetica. I geni più frequentemente mutati sono risultati i seguenti: PIK3CA (28%), TP53 (19%), CCND1 (10%), MYC (8%), GATA3 (8%), geni codificanti per i recettori tirosinchinasici (17%), locus Chr8p11.23 (12%). 

Un beneficio da ribociclib è stato osservato sia nei casi di PIK3CA wild-type (hazard ratio [HR] 0.45 [95% IC, 0.33-0.62]) sia in presenza di mutazione (HR 0.57 [95% IC, 0.36-0.9])

Complessivamente, le pazienti con mutazione di CCND1 hanno avuto una PFS più breve a prescindere dal trattamento, suggerendo un ruolo prognostico per CCND1.

Sebbene il beneficio da ribociclib sia stato osservato sia con CCND1 mutato (HR 0.21 [95% IC, 0.08-0.54]) che wild-type (HR 0.52 [95% IC, 0.39-0.68]), un’efficacia maggiore è emersa in presenza di mutazione, suggerendone un ruolo predittivo. 

Alterazioni di TP53, MYC, Chr8p11.23 locus, e dei geni per i recettori tirosin chinasici sono associati con una PFS peggiore (ruolo prognostico) ma non hanno avuto influenza sul beneficio da ribociclib.

Il MONALEESA-7 è il più grande studio mai condotto in donne premenopausali con carcinoma mammario avanzato del sottogruppo luminale (HR-pos, HER2-neg).

Il trattamento con ribociclib e terapia endocrina è risultato vantaggioso, indipendentemente dalla presenza di mutazioni genetiche evidenziate su ct-DNA (biopsia liquida). 

L’entità del beneficio è risultata relativamente maggiore in pazienti con mutazione di CCND1.