Patologia mammaria
Lunedì, 02 Maggio 2022

Sintomi premonitori di una precoce interruzione del trattamento endocrino

A cura di Fabio Puglisi

È noto come una percentuale elevata di pazienti con carcinoma mammario interrompa precocemente la terapia endocrina per intolleranza. L’identificazione delle cause che portano ad una sospensione dei trattamenti è, pertanto, di cruciale importanza. Uno strumento che può aiutare è l’analisi dei PRO (patient-reported outcome) e della MID (minimal important difference, cioè la minima variazione nello score dei PRO con potenziale valenza clinica). Uno studio ha valutato l’associazione tra sintomi indotti dal trattamento endocrino (captati dal peggioramento degli score PRO tenendo conto delle MID) e l’eventuale interruzione dello stesso. 
 
Smith KL, et al. Association of treatment-emergent symptoms identified by patient-reported outcomes with adjuvant endocrine therapy discontinuation. npj Breast Cancer 8, 53 (2022). https://doi.org/10.1038/s41523-022-00414-0

Si stima che circa il 50% delle pazienti che ricevono una prescrizione di terapia antiormonale per il carcinoma mammario sia non-aderente (non assume la terapia secondo quanto indicato) o non-persistente (interrompe la terapia prima del termine previsto). A ciò può conseguire un aumento del rischio di recidiva o morte. 

Fra gli effetti più comuni del trattamento endocrino, sono riportati i disturbi muscolo-scheletrici, i disturbi del sonno, la fatigue, l’ansia, la depressione, e i sintomi endocrini quali la secchezza vaginale e le vampate di calore. 

I sintomi sperimentati dalle pazienti rischiano di essere sottovalutati dai clinici e, pertanto, lo strumento dei PRO (patient-reported outcomes) che consiste nella valutazione diretta del paziente riguardo al proprio stato di salute può migliorare la rilevazione di determinati disturbi. 

Allo scopo, viene valutata la MID (minimal important difference) cioè la più piccola variazione nello score di una misura PRO che il paziente percepisce come benefico o dannoso e che quindi potrebbe avere implicazioni in termini di gestione clinica.  

Popolazione in studio (coorte prospettica): donne con diagnosi di carcinoma mammario in stadio 0-III che hanno iniziato terapia endocrina.

Tutte le partecipanti hanno completato i PROs al basale, a 3, 6, 12, 24, 36, 48 e 60 mesi. Le misurazioni hanno utilizzato i formi PROMIS (Patient-Reported Outcome Measurement Information System versione 1.0) per interferenza del dolore, fatigue, depressione, ansia, funzione fisica, disturbi del sonno.  Sono state impiegate la FACT-ES (Functional Assessment of Cancer Therapy - Endocrine Symptom) e la scala MOS-SP (Medical Outcomes Study Sexual Problems)

È stata effettuata una analisi delle associazioni tra gli score PRO come variabile continua in unità corrispondenti alle MID (PROMIS: 4-punti; FACT-ES: 5-punti; MOS-SP: 8-punti) con il tempo all’interruzione dell’endocrinoterapia utilizzando i model di Cox. 

Per lo scopo dello studio, la definizione di “discontinuation” prevedeva l’interruzione dell’endocrinoterapia per almeno 6 settimane prima di completare i 5 anni di trattamento a causa di effetti collaterali, intolleranza o altre ragioni, escludendo le recidive i nuovi tumori e lo switch ad un altro tipo di agente antiormonale. 

Casistica

Su un totale di 321 partecipanti, 140 (43.6%) hanno ricevuto tamoxifen (TAM) e 181 (56.4%) un inibitore dell’aromatasi (AI). In 17 pazienti (5.3%) è stata effettuata la soppressione della funzione ovarica (OFS) e 6 pazienti (1.9%) hanno effettuato uno switch di terapia endocrina. 

Follow-up mediano: 56.1 mesi. Età mediana all’arruolamento: 63 anni (54 in chi iniziava il trattamento con tamoxifene). Stato postmenopausale: 65.4% della popolazione in studio.

 

Aderenza al trattamento 

  • 204 (63.6%) pazienti in trattamento al tempo del data cut-off.
  • 26 (8.1%) pazienti hanno interrotto il trattamento dopo il periodo pianificato
  • 13 (4.0%) pazienti hanno interrotto il trattamento per recidiva
  • 5 (1.6%) pazienti hanno effettuato uno switch ad un’altra terapia endocrina
  • 63 (19.6%) pazienti hanno interrotto il trattamento per effetti collaterali/intolleranza
  • 10 (3.1%) pazienti hanno interrotto il trattamento per altre cause oltre a recidiva/nuovi primitivi/completamento dei 5 anni o switch

Fra le 73 pazienti che hanno interrotto il trattamento per effetti collaterali/intolleranza o per altre cause, il tempo all’interruzione è stato variamente distribuito: primi 3 mesi (13.7%),  dopo 3-6 mesi (13.7%), dopo 6–9 mesi (8.2%) dopo 9-12 mesi (12.3%), dopo 12–18 mesi (12.3%), dopo 18–24 mesi (11%), dopo 24 mesi (28.8%).

La probabilità cumulativa di interruzione del trattamento è stata del 23% (95% IC 18–27%) a 48 mesi. Per ogni 5 punti di peggioramento nei sintomi endocrini e per ogni 4 punti di peggioramento nei disturbi del sonno, la probabilità di interruzione incrementava rispettivamente del 13 e del 14% (sintomi endocrini: HR 1.13, 95% IC 1.02–1.25, p = 0.02; disturbi del sonno HR 1.14, 95% IC 1.01–1.29, p = 0.03). 

Complessivamente, il trattamento con AI era gravato da un tasso di interruzione più alto di interruzione rispetto al trattamento con tamoxifen.

I sintomi endocrini e i disturbi del sonno indotti dalla terapia antiormonale possono essere causa di una interruzione precoce della stessa.

I sintomi endocrini includono la sindrome vasomotoria (hot-flashes), l’incremento ponderale, i disturbi vaginali e sessuali, i cambiamenti nel tono dell’umore, le artalgie. Inoltre, hot flashes e sudorazioni notturne possono interferire con il sonno.

Attraverso il monitoraggio degli score di peggioramento e la rilevazione del superamento delle MID dei PROs è possibile intercettare le pazienti a rischio di abbandono della terapia. 

Il richiamo è quindi ad una attenta valutazione dei sintomi per assicurare un tempestivo intervento (approccio comportamentale, attività fisica, gapabentin, duloxetina, lubrificanti vaginali, etc.) e limitare il tasso di interruzione precoce della terapia endocrina.