Patologia mammaria
Lunedì, 04 Settembre 2023

Superata l’asticella dei 67 mesi: record in overall survival segnato dallo studio MONALEESA-3

A cura di Fabio Puglisi

In questa pubblicazione, viene presentato l’aggiornamento dell'analisi di overall survival (OS) relativa allo studio MONALEESA-3, che ha valutato l'efficacia del trattamento di prima linea con ribociclib più fulvestrant nelle pazienti con carcinoma mammario HR+/HER2- in stadio avanzato. 

Neven P, et al. Updated overall survival from the MONALEESA-3 trial in postmenopausal women with HR+/HER2- advanced breast cancer receiving first-line ribociclib plus fulvestrant. Breast Cancer Res 2023;25(1):103. 

Lo studio di fase III MONALEESA-3 ha rappresentato un importante passo avanti nella gestione del carcinoma mammario avanzato) HR+/HER2- mediante l'uso combinato di ribociclib e fulvestrant.

Il trial includeva pazienti in trattamento di prima linea (1L) e di seconda linea (2L), dimostrando un significativo beneficio di overall survival (OS) per ribociclib + fulvestrant rispetto al braccio di controllo con il solo fulvestrant. 

La pubblicazione di questo aggiornamento si focalizza sul beneficio in OS osservato in prima linea. 

Popolazione: Donne inn postmenopausa con carcinoma mammario HR+/HER2- in stadio avanzato. 

Randomizzazione 2:1: fulvestrant + ribociclib o placebo. 

Misure di outcome

  • Overall survival (OS) nelle pazienti trattate in prima linea (in pazienti che presentavano malattia de novoo recidiva > 12 mesi dopo il completamento del trattamento endocrino adiuvante)
  • Chemotherapy-Free Survival (CFS), definita come il periodo dalla randomizzazione all'inizio della prima chemioterapia successiva o all’evento morte.
  • Time to Chemotherapy (TTC), come la CFS ma mentre quest’ultima considera le morti come eventi, il TTC censura le morti.
  • Progression free survival 2 (PFS2), definita come il periodo dalla randomizzazione alla seconda progressione di malattia o alla morte per qualsiasi causa, qualunque evento si verificasse per primo.

Complessivamente, tra il 18 giugno 2015 e il 10 giugno 2016, lo studio ha arruolato 726 donne in post-menopausa: 484 nel gruppo ribociclib e 242 nel gruppo placebo. Nel sottogruppo di pazienti in prima linea (de novo o recidiva tardiva), 237 pazienti sono state assegnate a ricevere ribociclib e 128 placebo.

Al database lock (12 gennaio 2022; follow-up mediano, 70.8 mesi), l'OS mediana è risultata pari a 67.6 mesi con ribociclib rispetto ai 51.8 mesi con placebo. La differenza tra i due gruppi è stata statisticamente significativa, con un hazard ratio di 0.67 (intervallo di confidenza al 95%: 0.50-0.90). Le stime della sopravvivenza a 5 anni secondo il metodo di Kaplan-Meier sono state del 56.5% (95% CI 49.5-62.9%) per il gruppo ribociclib e del 42.1% (95% CI 33.2-50.7%) per il gruppo placebo.

Va notato che, al momento dell’analisi, il 16.5% delle pazienti del gruppo ribociclib e l'8.6% di quelle nel gruppo placebo stavano ancora ricevendo il trattamento in studio, il che contribuisce all'osservazione della sopravvivenza prolungata con l'uso di ribociclib. 

La Chemotherapy-Free Survival (CFS) mediana è stata significativamente più lunga nel braccio di trattamento con ribociclib, con una differenza di 20.2 mesi rispetto al braccio placebo (49.2 mesi vs 29 mesi). 

Anche il Time to Chemotherapy (TTC) è stato ritardato nei pazienti che hanno ricevuto ribociclib rispetto a quelli che hanno ricevuto il placebo (mediana non raggiunta vs 42 mesi, hazard ratio 0.62).

Dopo il trattamento di I linea dello studio, il 54.9% delle pazienti nel braccio ribociclib e il 72.7% nel braccio placebo hanno avuto una progressione di malattia durante la terapia successiva. La mediana della PFS2 è stata significativamente più lunga nel braccio ribociclib, con una differenza di 16.1 mesi rispetto al braccio placebo. Nel braccio ribociclib, la mediana della PFS2 è stata di 50.7 mesi, mentre nel braccio placebo è stata di 34.6 mesi. Il rischio di progressione della malattia è risultato inferiore con ribociclib (hazard ratio 0.64; IC 95% da 0.49 a 0.84).

Un aspetto interessante è rappresentato dal fatto che, tra le pazienti che hanno interrotto il trattamento iniziale, una percentuale significativamente minore ha richiesto una terapia successiva con un CDK4/6i nel gruppo ribociclib rispetto a quello placebo (rispettivamente, 16.7% e 35.0%). Non sono stati rilevati nuovi segnali di sicurezza durante questa analisi.

Questo studio riporta il beneficio di sopravvivenza globale più lungo finora osservato (67.6 mesi) in uno studio di fase III su pazienti con carcinoma mammario in stadio avanzato e in prima linea di trattamento. 

I risultati, quindi, confermano l'efficacia di ribociclib e supportano l'uso di questa combinazione con il fulvestrant quale trattamento di prima linea nel carcinoma mammario HR+/HER2- in stadio avanzato. 

Il trattamento di prima linea con ribociclib + fulvestrant ha dimostrato un miglioramento nella sopravvivenza complessiva di quasi 16 mesi rispetto al solo fulvestrant, con una riduzione relativa del 33% nel rischio di morte. 

Anche dopo l'interruzione del trattamento in studio, le pazienti trattate con ribociclib hanno continuato a beneficiare in termini di sopravvivenza, con un prolungamento della Progression-Free Survival 2 (PFS2) di 16,1 mesi.

Diamo a Cesare (ribociclib e fulvestrant) quel che è di Cesare, ma ricordiamoci l’importanza di considerare le differenze nei disegni degli studi e nelle popolazioni di pazienti quando si confrontano i risultati con altri inibitori di CDK4/6 (abemaciclib, palbociclib).